Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) ha sottolineato che il tema dell’istruzione «è fondamentale per il futuro dell’Isola perché dall’istruzione dipende anche il livello di qualità della classe dirigente; lo stesso presidente Pigliaru ha parlato di scuola più aperta, innovativa ed interconnessa e non si può eludere il tema accusando chi ha governato in passato lasciando le cose come stanno perché la situazione è molto più complessa». A tutto il Consiglio regionale, ha detto ancora Truzzu, «non piace il piano di dimensionamento scolastico e se quello di una scuola migliore è obiettivo di tutti non si può ragionare solo in termini di numeri trascurando la qualità e proprio sotto questo profilo il piano ha molte lacune». Rischiamo, ha proseguito il consigliere, «di avere scuole belle sicure e nuove ma chiuse, dato molte risorse sono destinate ad edifici che non ci saranno più». Qui nessuno difende le pluriclassi che sono un falso problema, ha osservato Truzzu, «e devono essere superate con la logica del buon senso, con piani di programmi di programmazione territoriale in grado di ridisegnare la mappa della presenza della scuola sul territorio ma questo va innestato nel riordino delle autonomie locali; ecco perché ha senso la moratoria, riorganizziamo tutta le rete scolastica dopo la riforma degli enti locali, altrimenti sul problema della scuola ci dovremo tornare costringendo magari alunni e docenti a cambiare scuola per due volte in poco tempo».
Il consigliere Gianmario Tendas (Pd) ha dichiarato che «alle due mozioni va riconosciuto il merito di aver portato il problema della scuola all’attenzione del Consiglio ed è vero che il numero ristretto dei componenti della commissione non ha aiutato ad individuare le soluzioni migliori». Storicamente, ha ricordato Tendas, «la procedura stabilita dalla legge per i piani di dimensionamento individua un ruolo centrale per gli enti intermedi, cioè le province, ma sappiamo tutti in quale situazione si trovano in questo momento, è un dato di fatto che ci pone di fronte la necessità di riavviare un percorso capace di ridefinire l’intera materia».
L’esponente del Pd ha poi auspicato che dal confronto di oggi possa emergere «la consapevolezza di sfruttare appieno le possibilità della nostra autonomia perché l’istruzione deve essere raccordata con la formazione ed il lavoro nell’ambito di un progetto organico; facciamo tesoro del lavoro serio svolto dalla commissione cui ha partecipato con impegno anche l’assessore, è un patrimonio che non va disperso perché alcune di quelle proposte migliorative vanno esaminate con attenzione, mentre sullo sfondo occorre superare una carenza normativa che la Sardegna ha perché la legge 31 ha quarant’anni e va cambiata».
Il consigliere Antonello Peru (Forza Italia), ha affermato che «le pluriclassi non sono il miglior modello didattico ma chiudere le scuole è un rimedio peggiore del male». C’è un problema enorme, secondo Peru, «nato da decisioni calate dall’alto su molti territori dell’Isola, senza confronto con i sindaci che vedono le scuole chiuse e lo sanno magari dai giornali, con una prova di forza con territori più deboli che è il contrario di quello che serve alla società sarda». Bisogna fermarsi un attimo, ha proposto Peru, «e confrontarsi con tutte le componenti della scuola e della società sarda perchè l’assessore che chiude le scuole è come il responsabile delle poste che chiude gli uffici o come il direttore della banca che chiude le filiali; le chiusure aumentano solo la sfiducia e la rabbia di tanti territori che hanno invece bisogno di fiducia, solidarietà e speranza». In chiusura Peru ha invitato la Giunta a «fermarsi per ascoltare tutti e preparare nuovo piano condiviso che eviti la beffa della scuole prima ristrutturate e dopo chiuse».
Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha respinto in apertura l’interpretazione di «un piano scritto a tavolino ma non è così, questi provvedimenti sono stati studiati ed anzi si sta facendo un profondo lavoro di ricognizione, negarlo ci porta lontano da una valutazione oggettiva del problema e serve un allargamento del dibattito per rivolgere l’attenzione di tutto il Consiglio sulla materia scolastica». Facciamo un passo avanti, ha esortato Deriu, «verso il riconoscimento dei diritti di persone che sono bambini di oggi ed oggi hanno diritto ad una scuola di qualità, avviamo un dibattito che non si fermi alla cronaca e sotto questo profilo va dato valore al parere formulato dalla commissione che deve rappresentare la base del lavoro da fare in futuro». Serve una legge sarda, ha sintetizzato il consigliere del Pd, «indispensabile per avere a disposizione una scuola di qualità, pensata e realizzata per la Sardegna e penso che l’assessore possa fare sotto questo profilo una proposta per realizzare ciò che la Sardegna attende da troppi anni».
Il consigliere Pier Mario Manca (Soberania e Indipendentzia) ha valutato positivamente la presentazione delle mozioni «perché ci permettono di affrontare un problema di grande importanza per la Sardegna visto il modello di scuola che abbiamo in Sardegna non funziona; siamo gli ultimi posti nelle graduatorie nazionale e dobbiamo impegnarci per correggerlo in modo radicale, partendo dal superamento delle pluriclassi che sono la negazione della cultura e possono rappresentare solo una emergenza che non può diventare un sistema». Il problema, ha spiegato Manca, «non è solo quello delle pluriclassi ma c’è dell’altro, l’accorpamento degli istituti che deve essere fatto tenendo conto delle indicazioni degli enti locali, gli istituti globali che vanno rivalutati perché non sono negativi ma più una questione di organizzazione interna». Il consigliere del Partito dei Sardi, infine, ha proposto di rivedere la situazione complessiva della scuola con una legge organica sull’istruzione «perché la Sardegna non ha le stesse problematiche del resto d’Italia e servono soluzioni completamente diverse».
Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha chiesto al presidente del Consiglio di adoperarsi presso la Giunta «per rendere consultabile la delibera sul ritiro del ricorsi contro lo Stato in materia di entrate».
Sulla mozione in esame, lo stesso Dedoni ha affermato che la questione di cui si sta occupando il Consiglio non riguarda l’operato dell’assessore, ma «è necessario vedere il problema in prospettiva non solo sul dimensionamento ma per la qualità della nostra istruzione e la realtà dice che, dopo un anno, non c’è una sola proposta della maggioranza in materia di scuola; anzi c’è una mia proposta di legge che la commissione non ha nemmeno cominciato a discutere, nonostante lo preveda il regolamento». Scuola, formazione e lavoro, ha concluso Dedoni, «vanno di pari passo, questa è una idea che permette di costruire un sistema nuovo dando spazio anche ad autonomie locali e famiglie ed ecco le ragioni della deroga che sollecitiamo, chiedendo anche l’integrazione della commissione su una materia di grande interesse comune». Se poi la maggioranza, ha avvertito, «sceglie di andare avanti comunque non sta dando risposte ai Sardi». (Af)
Il consigliere di Sel, Francesco Agus, intervenendo in luogo del capogruppo Daniele Cocco, ha espresso soddisfazione per lo svolgersi del dibattito in Aula “sulla scuola che costruiremo nei prossimi cinque anni”.
Agus ha affermato di considerare incompatibili le dichiarazioni di condanna alla pluriclassi con quelle che chiedono la presenza delle scuole in tutti i comuni della Sardegna. «Dobbiamo scegliere quale modello vogliamo adottare», ha dichiarato l’esponente della maggioranza, «e la scelta esplicitata nel piano di dimensionamento scolastico non deriva da politiche di riduzione dei costi ma da una politica che punta alla qualità dell’istruzione». Il presidente della Prima commissione ha quindi citato casi di positiva collaborazione tra comuni per garantire la presenza degli istituti scolastici. «Il vero problema – ha proseguito Agus – non è il trasporto dei bimbi con gli scuolabus ma il fatto che, per molti giovani sardi, dopo la scuola non c’è prospettiva di vita e lavoro in quest’Isola». Francesco Agus ha concluso esprimendo favore alla proposta avanzata dal consigliere Moriconi (Pd) e ha auspicato l’approvazione di una legge sulla scuola sarda.
Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha elencato in apertura del suo intervento i paesi che vedranno le scuole chiudere per affetto del piano di dimensionamento approvato dalla Giunta Pigliaru ed ha salutato la presenza in Aula del presidente della Regione Francesco Pigliaru, al quale ha rivolto l’invito a rendere consultabili sul sito internet della Regione sarda la delibera con la quale si è deciso il ritiro dei ricorsi pendenti con lo Stato in materia di entrate e quella che ha corretto alcune parti del piano di dimensionamento.
Il capogruppo della minoranza ha quindi accusato l’esecutivo di aver approvato il piano oggetto della mozione “infischiandosene del parere dei sindaci e del Consiglio regionale” ed ha evidenziato le critiche rivolte dal segretario regionale del Pd, Renato Soru. «L’ex presidente Soru – ha dichiarato Pittalis – vi ha bacchettato proprio sul piano di dimensionamento che si è trasformato in una battaglia interna al Pd». Il capogruppo Fi si è quindi rivolto direttamente al consigliere Eugenio Lai (Sel) evidenziando come nel paese di cui è sindaco (Escolca) la scuola non sia stata chiusa. «Così – ha aggiunto Pittalis – si creano disparità e distinzioni tra i territori che dimostrano come siano sbagliati metodo e contenuti del piano voluto dal presidente Pigliaru e dall’assessore Firino».
Il capogruppo di Forza Italia ha concluso con l’invito alla Giunta e alla maggioranza perché sospendano il piano ed ha ricordato precedenti pronunciamenti del tribunale amministrativo sulla controversa materia.
Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi concesso la parola all’assessore della Pubblica Istruzione, Claudia Firino che ha affermato di cogliere l’opportunità offerta dal dibattito della mozioni in Aula per svolgere alcuni chiarimenti in ordine al percorso che ha portato all’approvazione del piano di dimensionamento scolastico.
L’assessore ha denunciato il venir meno del ruolo di mediatore svolto in precedenza dalle amministrazioni provinciali nei diversi territori dell’Isola ed ha spiegato che la Regione si è spesso dovuta sostituire alle Province nel confronto con gli amministratori locali. «In ogni circostanza – ha dichiarato la Firino – abbiamo tenuto conto delle linee guida del piano, approvate all’unanimità nella Seconda commissione del Consiglio regionale, ed abbiamo invitato sindaci e amministratori a ricercare forme efficaci di collaborazione tra i diversi Comuni». La delegata alla Pubblica Istruzione ha quindi ricordato come nel “tavolo interassessoriale” siano rappresentate le Province, l’Anci, l’Ups e i presidi e che l’assessorato dell’Istruzione ha partecipato a tutte le riunione che a vario titolo si sono svolte a partire dall’11 settembre fino alla fine dello scorso gennaio.
Sulla questione delle pluriclassi, la cui cancellazione (così ha specificato l’assessore) era contenuta nelle linee guida che hanno avuto il sì unanime nella Seconda commissione, la Firino ha detto di “non comprendere” le ragioni di un rinvio delle decisioni. «Vogliamo investire subito su una scuola di prospettiva e non aspettare ulteriore tempo per lavorare ad una scuola di qualità», ha aggiunto l’assessore della Pubblica Istruzione, «e serve una scelta coraggiosa e di cambiamento». Proseguendo sul tema delle pluriclassi che è stata al centro della polemica con i sindaci e con le forze della minoranza in Consiglio, Claudia Firino ha citato il dato secondo il quale il 15% degli studenti che hanno frequentato in una pluriclasse risulta bocciato all’esame della terza media, contro il 5% della media di respinti complessivamente in Sardegna.
L’assessore ha quindi invitato i consiglieri a considerare il piano di dimensionamento scolastico come una delle azioni che la Giunta metterà in campo per migliorare i livelli di istruzione nell’Isola ed ha annunciato la presentazione di un piano ad hoc contro la dispersione scolastica che prevede stanziamenti per 50 milioni di euro.
L’assessore ha quindi ricordato l’attenzione al tema della scuola dimostrata in occasione della Finanziaria: «abbiamo stanziato un milione di euro per il trasporto degli alunni; un milione per il trasporto degli studenti con disabilità; abbiamo rifinanziato il capitolo sull’autonomia scolastica e abbiamo portato dal 45% al 70% la percentuali degli studenti universitari aventi diritto che usufruiscono delle borse di studio». «Dimostriamo cioè nei fatti – ha dichiarato l’assessore – che la scuola è una priorità della Giunta Pigliaru».
La Firino ha concluso sottolineando come il dibattito sul piano di dimensionamento avrebbe avuto maggiore efficacia se fatto in sede di discussione delle linee guida ed ha invitato il Consiglio regionale e i sindaci dell’Isola a lavorare per una scuola di prospettiva e ad essere capaci di compiere scelte coraggiosa per offrire ai giovani opportunità migliori di quelle che sono state offerte nel recente passato».(Am)
Il presidente Ganau ha quindi dato la parola ai presentatori delle due mozioni per le repliche.
Pietro Pittalis (FI), primo firmatario della mozione n. 114, ha definito “insoddisfacenti” le argomentazioni dell’assessore Firino sul Piano di dimensionamento scolastico. «Dal suo intervento non ho capito qual è il disegno complessivo della Giunta in materia di scuola e di istruzione – ha detto Pittalis rivolgendosi all’esponente dell’esecutivo – in un anno abbiamo visto solo provvedimenti occasionali, i 30 milioni per l’edilizia scolastica sono stati ridotti a 14 milioni, c’è qualcosa che non funziona in assessorato sui dati che vi mettono a disposizione».
Secondo il capogruppo di Forza Italia, la Giunta non può parlare di scuola di qualità: «La qualità si ha quando la scuola rimane nei territori e nei piccoli comuni – ha affermato Pittalis - il risultato definitivo è che si stanno chiudendo le scuole. La Giunta non capisce che le famiglie di Belvì hanno lo stesso diritto di chi vive in città. E’ questo il problema che vi sfugge. Si fa una classifica dei territori e si crea una grave discriminazione. Non è nelle vostre intenzioni, ma è il risultato concreto dell’azione che portate avanti».
Pittalis ha quindi invitato l’esecutivo a una seria riflessione. «Il Piano è stato in parte rivisto, da 40 comuni si è passati a 29. Occorre trovare una soluzione anche per i comuni che non sono stati coinvolti. E’ una questione di metodo che diventa però di sostanza». Dall’esponente della minoranza, infine, un suggerimento alla maggioranza: «Ascoltate quanto dice il segretario regionale del PD che ha richiamato la Giunta a un dovere solidaristico. Se non lo fate state sfiduciando Soru e confermando la vostra tendenza al neocentralismo e a non considerare il sistema delle realtà territoriali. E’ un problema vostro – ha concluso Pittalis – noi non abbiamo i numeri per ribaltare la situazione ma continueremo a portare avanti la nostra battaglia».
Giudizio negativo anche da parte di Attilio Dedoni (Riformatori), primo firmatario della mozione n.118, che ha chiesto un approfondimento sul Piano di dimensionamento scolastico. «I sindaci dei piccoli comuni non possono essere trascurati perché rappresentano esigenze, aspirazioni, desideri – ha detto Dedoni – rimango contrario alle pluriclassi ma il Piano deve essere rivisto».
Il capogruppo dei riformatori ha quindi auspicato un nuovo approccio al tema dell’istruzione. «Serve un atteggiamento diverso, nessuno finora ha preso in considerazione i dati sulla dispersione scolastica e i risultati delle Università sarde. Abbiamo una bassa percentuale di laureati rispetto ad altre regioni italiane. Più istruzione vuole dire più sviluppo».
Da Dedoni, infine, è arrivato l’invito a riformare anche il sistema della formazione professionale. «Deve essere strettamente collegata al mondo del lavoro. Un agricoltore con laurea in agraria è meglio di uno con la quinta elementare. La scuola deve avere come punto di riferimento le vocazioni territoriali e il tessuto imprenditoriale dei paesi e delle città in cui opera».
Chiusa la discussione, il presidente Ganau ha posto in votazione le due mozioni. La prima (Pittalis e più) è stata respinta con 27 voti contrari e 22 a favore. La seconda (Dedoni e più) è stata invece bocciata con 27 voti contrari e 23 a favore.
Il presidente ha quindi chiuso i lavori e aggiornato la seduta a questo pomeriggio alle 16.00. Com





