Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha ribadito che «siamo davanti ad una finanziaria farlocca che non può essere definita coraggiosa, è scellerata; dalla prima impostazione rigorista si è arrivati a elargizioni di contributi e finanziamenti di tipo territoriale assegnati a chi ha alzato di più la voce». Il mutuo, a suo avviso, «è l’indebitamento che si rivelerà una trappola per l’economia sarda mentre l’agricoltura è stata colpevolmente trascurata nonostante i proclami». Novità, in definitiva, non ce ne sono, ha concluso Cherchi, «fatta eccezione per alcuni aggiustamenti operati grazie al Consiglio anche se, purtroppo, per l’economia non c’è un piano di rilancio ed il giudizio finale resta fortemente negativo».
Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha ribadito la preoccupazione del suo gruppo, «preoccupazione che nasce dal fatto che si sono imbarcati in molti su questa nave, ma resta una delusione diffusa soprattutto nel il mondo delle imprese, avvilito e tradito, come testimonia l’azzeramento del bando della lunga estate atteso da oltre 100 imprese, come hanno denunciato associazioni di categoria».
Il consigliere Pier Mario Manca (Sardegna Vera) ha osservato che predisporre la prima finanziaria «non è stato semplice perché abbiamo operato con una pesante eredità e siamo stati costretti a costruire sulle macerie precedenti, però siamo riusciti a fare una finanziaria con contenuti innovativi consapevoli del fatto che la Sardegna non sta andando bene ma ora c’è un nuovo modo di concepire la politica e di utilizzare i soldi pubblici». Bisogna lottare a fondo, ha suggerito Manca, «per abbattere la burocrazia improduttiva consapevoli che le risorse di prima non ci saranno più; di qui la scommessa sui fondi europei per i quali c’è grande bisogno di una amministrazione efficiente per condurre in porto la programmazione integrata».
Il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) ha messo l’accento sul fatto che, nonostante il mutuo da 700 milioni, «l’aumento dell’Irap avrà conseguenze negative sul sistema economico regionale; solo il comune di Cagliari, ad esempio, avrà un introito di 600.000 euro in meno, fondi sottratti alla lotta alla povertà ed alla disoccupazione». Il momento storico è molto drammatico, nonostante impegno dell’assessore e di buona parte della Giunta, ha concluso Tocco, «ma indubbiamente manca un respiro strategico e questo non fa ben sperare, soprattutto per la difficoltà di valutare i problemi che si manifesteranno dopo in molti settori, a cominciare dalla sanità».
Il consigliere Raimondo Perra (Sardegna Vera) si è detto convinto che «se non si tiene conto del momento storico che stiamo vivendo, tutte le considerazioni sulla finanziaria sono fuori luogo». Il provvedimento, ha spiegato, «contiene di certo sacrifici con poche risorse su alcuni capitoli ma non si può obiettivamente negare la presenza di risposte positive, e ce ne sono molte anche in materia di crescita». In altre parole, ha concluso, «non si può cambiare in pochi giorni ma è necessario fare riferimento all’orizzonte della legislatura; è importante però essere partiti bene e con questa finanziaria si stanno iniziando a creare le condizioni per far ripartire la Sardegna».
Per il consigliere di Forza Italia, Antonello Peru, quella del 2015 è manovra senz’anima, senza corpo e senza prospettive per i sardi. «C’è un eccesso di interventi discrezionali – ha detto Peru – queste considerazioni non arrivano solo dall’opposizione ma da tutti i rappresentanti delle attività produttive».
Peru ha poi rimarcato l’assenza di misure per l’artigianato, le imprese, il commercio e l’agricoltura. Nessuna risposta, secondo l’esponente azzurro, nemmeno per i cassintegrati, i lavoratori delle società in house, gli studenti, soprattutto quelli disabili, che non riescono ad andare a scuola. «E non c’è una riga – ha concluso Peru – che parli di trasporti».
Manovra insoddisfacente anche per Marco Tedde (Forza Italia). «Più che keynesiana sembra una finanziaria lapalissiana – ha detto l’esponente della minoranza - non affronta i nodi dello sviluppo e della crescita, tocca marginalmente le grandi questioni dell’energia, dei trasporti e del credito».
Tedde ha poi elencato gli aspetti più negativi della Manovra 2015: a) l’aumento dell’Irap, il limitato sostegno ai Consorzi Fidi e lo stop al rifinanziamento della legge n.9; b) il mutuo da 700 milioni per le infrastrutture che “non si tradurrà in un Piano Marshall per la Sardegna”; c) la distrazione verso le famiglie in difficoltà.
Da Tedde, infine, un duro attacco alla maggioranza per le “mance che hanno funestato la finanziaria”. «Stamattina hanno preso le mance e poi sono andati a spenderle evitando di presentarsi in Aula».
Antonio Solinas (Pd) si è detto ironicamente d’accordo con le critiche di alcuni esponenti della minoranza. «Sarebbe stato facile sostenere, vista la situazione ereditata, non si poteva fare di più. Abbiamo evitato di dirlo. Se non si fosse interrotte le battaglie di Renato Soru oggi forse staremmo parlando d’altro. Nonostante questo, credo di poter dire che bene ha fatto la Giunta a battere i pugni sul tavolo del Governo: 300 milioni in più dalla vertenza entrate sono un buon risultato».
Solinas ha poi auspicato la prosecuzione del confronto con lo Stato. «Aumentiamo il livello dello scontro – ha concluso – per ottenere ciò che ci spetta».
Per Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia) l’aspetto più critico della manovra è la discrasia tra le parole rigore e sviluppo e quello che si invece si è fatto. «Il ricorso al mutuo è stato una buona intuizione per cercare di rilanciare la crescita. Speriamo non diventi la solita distribuzione di acqua in piccoli orticelli». Bene, secondo Truzzu, gli interventi sul sociale: «Occorre adesso verificare l’impatto sulla spesa – ha rimarcato l’esponente di Fratelli d’Italia – in ogni caso questi principi devono essere estesi ad altri settori come la Sanità».
Fuori dal coro l’intervento di Fabrizio Anedda (Sinistra Sarda). Il consigliere di maggioranza ha definito “ingessata” e “troppo dipendente dalle spese obbligatorie” la manovra 2015. «E’ necessario avviare una spending review sugli sprechi – ha sostenuto Anedda – gli emendamenti approvati non hanno corretto l’impostazione iniziale. Si sono date risposte solo alle piccole esigenze dei territori, senza pensare alla creazione di posti di lavoro e al sostegno alle imprese».
Giudizio negativo anche sugli interventi sulla Sanità: «Il disavanzo di 300 milioni dello scorso anno probabilmente si ripeterà anche nel 2015, quelle risorse si sarebbero potute utilizzare per il lavoro. Serviva più coraggio, così come serviva più attenzione per le povertà estreme. Questa finanziaria – ha concluso Anedda non dà risposte alle esigenze del popolo sardo».
Dopo Anedda è intervenuto Christian Solinas (Psd’az) che ha sottolineato la rapidità con cui è avvenuta l’approvazione di questa Finanziaria. Una sveltezza dovuta anche al senso di responsabilità di maggioranza e opposizione. La dichiarazione di voto del capogruppo dei sardisti si è incentrata sulle politiche delle entrate. Con il pareggio di bilancio – ha detto - o si aumentano le entrate o si liberano le risorse. Questo vuol dire riprendere “la vertenza con lo Stato”.
Per Daniele Cocco (Sel) questa Finanziaria va inquadrata in un contesto difficile e di grande emergenza. Non è una finanziaria farlocca, ma è una finanziaria che ha cercato di dare risposte a tutti. Non è stato facile – ha concluso Cocco – ma noi abbiamo provato a invertire la rotta e a intervenire sui problemi che affliggono la nostra isola.
Stefano Tunis (Forza Italia Sardegna) ha detto che il suo voto è “convintamente contrario ma costruttivo”. E’ una manovra che non va bene frutto di un centrosinistra che carica la spesa pubblica, che non riesce a staccarsi dal peso ideologico. Questa manovra finanziaria, pur nell’emergenza, poteva essere migliore soprattutto nella fase progettuale. Efisio Arbau (Sardegna Vera) ha espresso un parere positivo. E’ una finanziaria che stende una rete importante per le persone più deboli, progetta e programma il futuro, interviene nei settori produttivi, programma i fondi europei, interviene in settore piccoli ma importanti, come quello ippico. Per il capogruppo di Sardegna Vera è una finanziaria di passaggio e ora il vero obiettivo è la riforma della sanità. Da adesso in poi parte la sfida vera. Vediamo – ha concluso - se siamo capaci di spendere. Gianluigi Rubiu (Area popolare sarda) ha detto di essere deluso e amareggiato. Perché in questa Finanziaria nutriva grandi aspettative. Invece il risultato è modesto e questo bilancio è lo specchio degli amministratori. Questi documenti finanziari fanno emergere che sono stati fatti da impiegati della politica, non da politici che hanno deciso di metterci la loro faccia. Per il consigliere ci sono vari aspetti di criticità come il sociale, il lavoro (che è il grande assente di questo bilancio), l’impresa e l’agricoltura. Alessandro Unali (gruppo Misto) ha sottolineato l’impegno per l’intero Consiglio di vigilare.
Voto a favore è stato espresso dal presidente della terza commissione Franco Sabatini. Con una finanziaria non si possono dare risposte a tutti. Ma c’è stato un grande confronto tra maggioranza e opposizione con gli enti locali, con le associazioni di categoria, con la società sarda. E’ stata data grande attenzione alle fasce più deboli e all’ istruzione. Questa maggioranza ha fatto un buon lavoro cercando di dare risposte equilibrate. Ora dobbiamo riqualificare la spesa e approvare, per far questo, molte riforme della nostra Regione.
Il presidente ha dato la parola al capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis: «Presidente Pigliaru, assessore Paci, penso che abbiate ben chiaro, dopo un anno di governo, la differenza che passa tra la teoria e la pratica della gestione della cosa pubblica». Pittalis si è detto preoccupato nel sentire interventi da parte della maggioranza solo di difesa della manovra, senza rilevare le criticità. L’unico esponente, secondo Pittalis, che si è espresso in maniera preoccupata è stato “l’on. Anedda che ha parlato di una manovra ingessata e legata alla spesa corrente». «La crisi non si affronta con gli strumenti di ordinarietà», ha affermato Pittalis, definendo la manovra “senza nerbo” e annunciando una verifica dei risultati sull’economia, sul lavoro e sul Pil a giugno.
Il presidente Ganau ha dato quindi la parola al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, il quale si è detto assolutamente d’accordo sulla necessità di valutare i risultati dell’azione politica. Pigliaru ha spiegato che la Sardegna vive una crisi profonda e seria e che la manovra è stata impostata tenendo presente la grave situazione. In questo momento, ossia quello in cui le aziende private perdono fiducia e sono in difficoltà, è compito del settore pubblico compensare queste difficoltà ed è quello che questa manovra sta cercando di fare. «E’ stato un lavoro attento per mettere insieme le risorse regionali ed europee», ha affermato Pigliaru e ha spiegato che quando c’è un periodo di crisi ci si indebita, mentre quando le cose vanno meglio si iniziano a restituire i debiti. Questo è stato, ha continuato, lo spirito della contrazione del mutuo che se, come ci si augura, porterà assieme con gli interventi in campo a un rilancio dell’economia e a maggiori entrate, consentirà di iniziare a pagare i debiti.
Pigliaru ha assicurato che la spesa sarà il più veloce possibile e ha ricordato che se oggi si possono spendere tutte le risorse è perché «ci siamo liberati del Patto di stabilità». Il presidente ha elencato gli interventi importanti di questa Finanziaria, dal lavoro per gli enti locali, all’inclusione sociale, all’intervento per la non autosufficienza, per l’università e la scuola. Per capire quale idea di sviluppo ha questa maggioranza bisogna leggere e analizzare il Prs, «dove idee e progetti sono declinati». «Fatemi dire - ha aggiunto il presidente Pigliaru - che sarà un bel giorno quando si potrà parlare di dove allocare le risorse, quando si discuterà, prima delle cifre, di idee e progetti. Non tutte le idee hanno bisogno di soldi, non tutti i soldi portano sviluppo». Pigliaru ha infine invitato tutti a dare il proprio contributo per il Prs e ha ringraziato l’Aula per il confronto franco e per aver mantenuto l’impegno di chiudere questa legge finanziaria nei tempi, evitando il terzo mese di esercizio provvisorio. Segue