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Attilio Dedoni (Riformati Sardi) – Piano di dimensionamento scolastico, se ne discuta in Consiglio regionale

“I Riformatori Sardi sono contrari alla prosecuzione dell’esperienza delle pluriclassi, che non sono uno strumento didattico adatto a garantire un livello di istruzione adeguato alle esigenze di una società in costante evoluzione, ma ribadiscono la loro contrarietà a un Piano di dimensionamento scolastico regionale elaborato senza alcuna attenzione alle esigenze espresse dai territori, che non contempla investimenti ma soltanto tagli, secondo una logica ragionieristica improntata al risparmio di risorse, che mette all’ultimo posto la qualità dell’istruzione”, dichiara il capogruppo dei Riformatori Sardi – Liberaldemocratici in Consiglio regionale, Attilio Dedoni.

“Le proteste che non accennano a placarsi e che sono arrivate fino a investire la stessa maggioranza sono il frutto di scelte illogiche e incomprensibili, di chiusure e accorpamenti di istituti decisi senza alcun criterio, senza tenere conto dei trasporti, della viabilità, delle distanze”, prosegue Dedoni. “Il caso degli istituti superiori di Ales e Ghilarza, che torneranno ad essere sezioni distaccate di scuole di Oristano, è emblematico, ma non è certo l’unico. Il Piano di dimensionamento non migliora di una virgola l’offerta formativa, anzi la peggiora, e non prevede gli investimenti necessari per rendere fattibili gli accorpamenti previsti, che dovrebbero riguardare i mezzi di trasporto, la viabilità, le infrastrutture, gli stessi edifici scolastici: prima di poter pensare di attuare il Piano elaborato dalla Giunta, sono necessari interventi lunghi e costosi, dei quali al momento non si vede traccia. Di certo non si può pensare di approvare il Piano a febbraio e di vederlo operativo già dal prossimo settembre. Di ancora più certo c’è l’effetto negativo che il Piano avrà sull’occupazione, perché si perderanno posti di lavoro senza peraltro alcun risparmio per le casse della Regione, dal momento che si tratta di personale pagato dallo Stato”.

“Auspichiamo che ci sia un ripensamento sul Piano di dimensionamento, che l’esecutivo lo ritiri o sospenda la sua validità e intanto dia vita a un serio confronto nel quale si tenga conto delle proposte degli enti locali e delle aspirazioni degli studenti, ai quali deve essere garantito lo stesso diritto allo studio, che vivano in un piccolo paese dell’interno o in un capoluogo”, conclude il capogruppo.

“Il modello della donna sola al comando incarnato dall’assessore Firino ha dimostrato di non funzionare. Il Piano deve essere discusso in Consiglio regionale, perché un atto di una tale importanza strategica per lo sviluppo della Sardegna non può essere imposto dall’alto senza alcun confronto. Dopo una seria e approfondita discussione con tutti i soggetti interessati, la Giunta potrà elaborare un nuovo Piano, pensato non sull’immediato ma guardando al futuro, trovando quelle risposte alle esigenze di sviluppo dei diversi territori che devono necessariamente passare attraverso l’incremento e il miglioramento dell’offerta formativa”. Com

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