In un anno, alle imprese sarde sono andati oltre 12 miliardi di credito, di cui 903milioni al comparto artigiano: solo il 7,4% del totale. Per il comparto la contrazione dei finanziamenti è stata del 2,7%, ben 25 milioni di euro. L’esiguità dei finanziamenti contrasta con il peso del settore: 37mila aziende che rappresentano il 25% del sistema produttivo isolano.
Allarmante anche la situazione del costo del denaro: gli imprenditori sardi pagano il 2,89% in più (185 punti base) rispetto alla media nazionale.
I dati sull’accesso al credito delle imprese sarde, emergono dal dossier “Tendenze del credito alle imprese artigiane” dell’Ufficio Studi di Confartigianato che ha rielaborato i dati della Banca d’Italia e Artigiancassa, paragonando i dati di settembre 2014 rispetto a quelli dello stesso mese di 2013.
“Le condizioni generali di offerta del credito alle imprese sarde sono migliorate – afferma la Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – crescendo dello 0,9% rispetto alla media nazionale dello 0,9% mentre sono nettamente peggiorate per quelle artigiane”. “Il finanziamento alle piccole imprese – prosegue la Presidente - resta, purtroppo, ancora legato alla percezione di un credito ad alto rischio e quindi la dinamica di queste erogazioni resta frenata. Questi dati non fanno che confermare il perdurare e l’aggravarsi della stretta creditizia sulle imprese artigiane”.
In termini percentuali, la contrazione maggiore la subisce la provincia dell’Ogliastra con il -5,3%, seguita da Nuoro con il -4,5%. Quella minore è in provincia di Carbonia-Iglesias con lo -0,8%.
In termini assoluti, ovvero in milioni erogati, gli artigiani della provincia di Cagliari hanno ottenuto 245milioni di euro, seguiti da Sassari con 184 milioni di affidamenti. Seguono Olbia-Tempio (158milioni), Nuoro (108), Oristano (79), Carbonia-Iglesias (49) e Ogliastra (33).
Da sottolineare come l’Ogliastra (13,9%)e Carbonia-Iglesias (12%) siano rispettivamente la prima e quarta provincia in Italia dove i prestiti all’artigianato sono più alti rispetto al totale dei finanziamenti ai settori produttivi.
Allarmanti sono invece i dati sul costo del denaro.
A livello nazionale, la Sardegna è seconda, dopo la Calabria, con un tasso medio dell’8%, cresciuto di 10 punti base rispetto al 2013. Il gap della nostra regione rispetto alla media Italia è di +185 punti base. La condizione migliore si trova in Trentino, con 5,11 e -104 rispetto alla media nazionale.
Tra le province, nelle prime 10 posizioni nazionali ne troviamo 3 sarde: dopo il primo posto assoluto di Crotone, con il 9,44%, al quarto c’è Olbia-Tempio con un tasso del 9,25%, ovvero +46 punti base in un anno. Al quinto posto l’Ogliastra con il 9,21%, 19 punti base rispetto al 2013. All’ottavo posto Carbonia-Iglesias con il 8,93%, 70 punti base in più. Seguono Nuoro (8,33% e +85 p.b.), Sassari (7,82%, +12 p.b.), Medio Campidano (7,78%, +35 p.b.), Cagliari (7,56%, -21 p.b.) e Oristano (7,00%, -14 p.b.).
A Bolzano le condizioni migliori: 4,82 e -31 p.b.) con una media italiana del 6,15% e -31 p.b. rispetto al 2013.
“In una situazione critica come questa – conclude la Presidente - la Regione dovrebbe intanto adoperarsi per un deciso intervento a sostegno dei Consorzi Fidi Artigiani, che conoscono e credono nelle piccole imprese, spesso insediate in territori periferici, e sono gli unici soggetti in grado di accompagnarle. In secondo luogo dovrebbe farsi promotrice di interventi verso le banche, volti ad arginare il grosso problema dell'elevato costo del denaro”. Com