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Ucraina, scambio di prigionieri tra l’esercito di Kiev e i separatisti

Si è concluso nella notte il primo scambio di prigionieri tra l'esercito ucraino e i ribelli separatisti, in base a quanto concordato negli accordi di Minsk. Lo scambio è avvenuto vicino al villaggio di Zholobok, una terra di nessuno a circa 20 chilometri a ovest dalla città di Lugansk, in mano ai separatisti; secondo un rappresentante dei ribelli, l'operazione ha riguardato 139 militari di Kiev e 52 separatisti.

Tra i militari ucraini diversi avevano le stampelle e uno era in barella. Gli accordi di Minsk prevedono lo scambio di tutti i prigionieri, ma non è chiaro quanti siano in totale. I separatisti di Donetsk sostengono che Kiev trattiene circa 580 ribelli e che molti dei prigionieri rilasciati dalle autorità ucraine mostrano segni di maltrattamenti. Kiev non ha risposto alle accuse, ma nei giorni scorsi c'erano state denunce per il trattamento inflitto dai separatisti ai prigionieri.

Intanto il cessate il fuoco in Ucraina non sembra funzionare. Prendendo atto di almeno 300 violazioni da quando è stato dichiarato, Unione europea e Stati Uniti accusano Mosca e l'avvertono che sono pronti a "nuove sanzioni". Ad alzare il tiro per prima è Bruxelles: "Stiamo raggiungendo chiaramente il punto in cui ulteriori sforzi diplomatici diventeranno inutili a meno che non siano supportati in modo credibile da ulteriori azioni", ha affermato con durezza in una nota il presidente del Consiglio Ue, il polacco Donald Tusk, tradizionalmente su una linea intransigente con il Cremlino.

Anche Stati Uniti e Gran Bretagna stanno discutendo nuove sanzioni contro la Russia per le violazioni del cessate il fuoco in Ucraina. Il segretario di Stato Usa, John Kerry, in un incontro a Londra con il ministro degli Esteri britannico Philip Hammond, ha detto che Mosca si sta comportando in modo "incredibilmente vile" nel continuare a sostenere i ribelli.

 La Russia è concentrata sul sostegno dell'accordo di Minsk. È quanto ha detto alla stazione radio Echo Moskvy il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, secondo l'agenzia di stampa Tass.