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Ucraina, telefonata Merkel-Hollande-Poroshenko-Putin: mercoledì vertice di pace a Minsk-

Conference call sulla crisi ucraina tra angela Merkel, Francois Hollande, Vladimir Putin e Petro Poroshenko. i leader hanno proposto di incontrarsi mercoledì a Minsk, capitale della Bielorussia. Lo fa sapere il portavoce del governo tedesco.

La telefonata era stata programmata dopo le visite di Hollande E Merkel a Kiev, dove giovedì hanno incontrato Poroshenko, e a mosca, dove venerdì hanno visto Putin. Si tratta dell'ultimo tentativo della diplomazia internazionale per cercare di trovare una soluzione al conflitto nell'est dell'ucraina, dove in seguito agli scontri tra esercito di Kiev e ribelli filorussi oltre 5mila persone hanno già perso la vita.

Si è lavorato ad un "pacchetto di misure", nell'ambito degli "sforzi" per una "regolazione del conflitto nell'est dell'ucraina". È quello che il portavoce di angela Merkel scrive nel comunicato sulla conference call, definita "esaustiva".

Nella conference call avuta questa mattina con Vladimir Putin, Angela Merkel e Frantois Hollande ci sono stati dei progressi sulla crisi nell'est dell'ucraina. Lo ha detto il presidente ucraino Petro Poroshenko, precisando che l'obiettivo dei colloqui in programma a Minsk è raggiungere un cessate il fuoco "immediato e incondizionato" da entrambe le parti.

Putin, invece, dal canto suo ha commentato che l'incontro pianificato mercoledì a Minsk si terrà "se riusciremo prima di allora a trovare un accordo sulle posizioni". 

Ucraina, oggi conference call a 4. Kerry: uniti nel no a soluzione militare

Mentre ieri sembrava delinearsi in modo sempre più marcato una spaccatura tra Europa e stati uniti, oggi il segretario di stato americano John Kerry si affretta a riavvicinare gli estremi. Da monaco di baviera, al terzo giorno della conferenza sulla sicurezza afferma che sulla crisi ucraina c'è pieno accordo sul fatto che la soluzione debba essere diplomatica e non militare. Le parole arrivano dopo l'avvertimento del ministro degli esteri russo. Il piano di Washington di fornire armi a Kiev, ha detto Lavrov, potrebbe minare gli sforzi per una soluzione politica alla crisi ucraina. Ma il segretario di stato usa, assicura: "nessuna soluzione militare"

La Russia ha avvertito gli stati uniti. L'ipotesi che Washington possa fornire armi a Kiev potrebbe avere per mosca conseguenze imprevedibili e minare gli sforzi per una soluzione politica alla crisi ucraina. Questo ha detto ieri il capo della diplomazia russa, Serghiei Lavrov, al segretario di stato usa John Kerry, durante l'incontro a monaco. A fare trapelare le posizioni della Russia oggi è proprio la pagina facebook del ministero degli esteri russo. A margine della conferenza sulla sicurezza di monaco il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov fa sapere anche che il Cremlino non sacrificherà i propri "interessi nazionali" e la propria posizione su questioni chiave, ma che c'è immediata disponibilità a una cooperazione costruttiva con gli stati uniti a livello bilaterale e in ambito internazionale".

Durante La Conferenza Sulla Sicurezza Il Segretario Di Stato Americano John kerry vuole smussare gli angoli che contrappongono Europa e usa: "vi assicuro che non ci sono divisioni, noi siamo uniti, siamo uniti nella diplomazia e lavoriamo insieme, tutti d'accordo sul fatto che non possa esserci una soluzione militare".

Oggi le possibilità che le diplomazie europee riescano a fare tacere le artiglierie nel sud-est ucraino è affidata alla conference call a quattro cui parteciperanno il presidente socialista, Angel Merkel, Petro Poroshenko e Vladimir Putin.

"Non c'è alternativa alla soluzione diplomatica - ha ribadito anche l'alto rappresentante dell'unione europea per la politica estera - non sappiamo se questi sforzi avranno successo, ma abbiamo l'obbligo di provare", ha aggiunto. La spaccatura è ancora più evidente dopo le parole del comandante nato Philip Breedlove: a margine del forum ha detto "che non si dovrebbe escludere l'uso di mezzi militari", spiegando anche che non si tratta di truppe di terra.

"Senza un accordo l'unico scenario è la guerra". François Hollande ha usato ieri toni drammatici per descrivere le difficoltà che stanno incontrando i negoziati per la pace in ucraina. In base agli esiti - "non siamo sicuri di un successo", aveva detto sempre ieri la cancelliera tedesca Merkel - si delineerà anche il tono dell'incontro tra la cancelliera tedesca e Barack Obama, che si terrà domani a Washington. Un incontro delicatissimo perché a monaco si è manifestata con tutta la sua forza la divisione che separa l'Europa dagli stati uniti: da un lato l'asse franco-tedesco contrarissimo alla fornitura di armi all'ucraina - "sarebbe come dichiarare guerra alla Russia", ha ribadito con fermezza la Merkel - dall'altro Washington con il vicepresidente americano Joe Biden che del "diritto dell'ucraina di difendersi" ha fatto quasi un annuncio ufficiale.

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