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Parigi, strage Charlie Hebdo, caccia ai killer. I due sospetti localizzati in Piccardia

È caccia ai presunti killer dell'attentato contro la redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo che ha fatto 12 morti, tra questi il direttore Stephane Charbonnier, Charb, e i vignettisti Wolinski, Cabut e Verlhac. Secondo il sito di France 3 Picardia, i due principali sospettati, due fratelli franco-algerini di 32 e 34 anni Chérif Kouachi e Saïd Kouachi, "sarebbero barricati in un'abitazione della città" di Crepy-en-Valois, 70 chilometri a nordest di Parigi. La prefettura del dipartimento dell'Oise, in cui si trova Crepy-le-Valois, contattata sempre da France 3, "conferma che in città è in corso un'operazione" senza dare ulteriori dettagli.

Il ministero dell'Interno francese però non conferma la presenza dei sospetti a Crépy-en-Valois o Villiers-Côterets, invitando alla prudenza. E Bruno Fortois, sindaco di Crepy-en-Valois, smentisce la notizia che i due ricercati siano barricati in un'abitazione nel suo comune: "Non ne sono informato, se fosse così lo saprei. Gli accessi alla città - ha aggiunto - non sono bloccati, non mi è stato chiesto di prendere misure straordinarie, non cediamo al panico", ha concluso, confermando la presenza di numerose camionette di gendarmi.

In mattinata i due sospetti sarebbero stati avvistati sull'autostrada in direzione di Parigi. Gli uomini, infatti, sarebbero stati riconosciuti da un benzinaio mentre erano a bordo di una Renault Clio bianca, all'interno della quale sarebbero visibili delle armi lunghe. Proprio a bordo di una Clio chiara i due avevano lasciato Parigi, dopo aver abbandonato per strada la prima auto, una Citroen nera.

Mentre il palazzo dell'Eliseo è stato blindato e tutti gli accessi a Parigi sono stati bloccati, il gabinetto presieduto da Manuel Valls ha riferito che "alla luce degli avvenimenti del primo pomeriggio (di oggi), il primo ministro ha deciso di estendere alla Piccardia il livello di allerta attentati del piano Vigipirate". Già ieri, l'allerta era stata portato al massimo livello in tutta l'Ile de France dopo l'attacco a Charlie Hebdo.

Intanto, secondo "una fonte vicina alle indagini", citata da numerosi media francesi, nella Citroen C3 abbandonata ieri a Parigi dai due ricercati per l'attacco sono state ritrovate delle bandiere con simboli jihadisti e delle bottiglie molotov. Mentre l'Isis, che non ha rivendicato il massacro, ha elogiato i killer: "Jihadisti eroi hanno ucciso 12 giornalisti che lavoravano per la rivista francese Charlie Hebdo e hanno ferito più di altre 10 (persone) per vendicare il Profeta maometto", ha affermato la radio Al-Bayan, considerata uno dei 'megafoni' dello Stato Islamico.

Nel frattempo la polizia conferma che sarebbero state fermate 7 persone, donne e uomini. Tra questi Hamyd Mourad, sospettato di essere il terzo complice e autista del gruppo. Ma è giallo sul reale coinvolgimento del giovane 18enne che si è costituito al commissariato Charleville-Mézières, perché potrebbe trattarsi di un caso di omonimia. A difesa del giovane, che si è consegnato dopo aver visto il proprio nome circolare sui media, è intervenuto anche un liceale di Charleville-Mézières che avrebbe assicurando che Hamyd Mourad si trovava in classe al momento della sparatoria.

"I servizi li conoscevano e per questo li controllavano" ha detto il premier francese Manuel Valls, a proposito dei fratelli Chérif e Said Kouachi. "Affrontiamo una minaccia terroristica senza precedenti", sono "centinaia" le persone seguite per possibili legami con il terrorismo. Quando gli è stato chiesto se possa esserci stato un errore nella vigilanza, ha risposto che "la domanda è legittima" e sarà "oggetto di indagine". Ha poi ricordato che le forze dell'ordine hanno sventato di recente "numerosi" tentativi di attentato in Francia, mentre "decine" di presunti terroristi sono state arrestate.

Il presidente Francois Hollande, nel suo discorso alla nazione, ha annunciato per oggi il lutto nazionale. Il Paese che terrà le bandiere a mezz'asta per ter giorni, osserverà anche un minuto di silenzio alle 12. In giornata anche le autopsie sui corpi delle vittime.

Parigi si è svegliata oggi con un'altra sparatoria e un'altra vittima nel sud della città a Malakoff vicino a Porte De Chatillon. Un fatto questo per ora slegato dall'attacco a Charlie Hebdo ma che aggrava un clima già tesissimo. Ieri sera oltre 100 mila persone sono scese in piazza spontaneamente in tutta la Francia in segno di solidarietà e sostegno alla libertà di espressione. Un diritto, quest'ultimo, che il giornale satirico esercita senza timori da anni. Proprio la matita da contrapporre al kalashnikov è diventata in queste ore il simbolo della mobilitazione che in rete si è diffusa con l'hashtag #jesuischarlie.

Le vittime dell'attacco sono un addetto alla portineria, otto giornalisti, uno dei poliziotti assegnati alla protezione del direttore Charb e un invitato alla riunione di redazione, che si trovavano all'interno, più un secondo poliziotto accorso appena dopo la sparatoria e colpito sul marciapiede di fronte all'edificio. Tra le 12 vittime dell'attacco c'è anche il disegnatore, Philippe Honoré, noto semplicemente come Honoré, che non era stato ancora identificato. Il procuratore di Parigi in una conferenza stampa ha detto che le autopsie saranno effettuate oggi.

Parigi, strage Charlie Hebdo, caccia serrata ai due killer. Il più giovane si arrende nella notte.

La Francia si sveglia ancora sotto shock all'indomani del terribile attentato che ha decimato la redazione parigina del giornale satirico Charlie Hebdo: 12 i morti, tra questi 8 giornalisti compreso il direttore Stephane Charbonnier, "Charb" e i tre vignettisti Wolinski, Cabut e Verlhac. Ed è caccia serrata nel nord del Paese ai presunti attentatori, i due fratelli franco-algerini di 32 e 34 anni, Saïd Kouachi, Chérif Kouachi, tornati dalla Siria quest'estate, identificati grazie alla carta d'identità ritrovata dalla polizia nella Citroen C3 abbandonata.

Il terzo complice Hamyd Mourad, il più giovane del gruppo che avrebbe fatto da autista, si è consegnato nella notte al commissariato Charleville-Mézières, al confine con il Belgio. Secondo fonti dell'Afp si sarebbe arreso dopo aver visto che il suo nome circolava sui social con l'hasthag #MouradHamydInnocent creato da due compagni di classe. Oltre a lui, la polizia avrebbe fermato altre 6 persone, tra cui un familiare dei presunti terroristi intercettato a Charleville-Mezières

Il presidente Francois Hollande, nel discorso di ieri alla nazione, ha annunciato per oggi il lutto nazionale. Il Paese che terrà le bandiere a mezz'asta per ter giorni, osserverà anche un minuto di silenzio alle 12. In giornata anche le autopsie sui corpi delle vittime.

Decine di migliaia di persone sono scese in piazza ieri sera in tutta la Francia per esprimere solidarietà con il giornale e sostegno alla libertà di espressione. Un diritto, quest'ultimo, che il giornale satirico esercita senza timori da anni. Proprio la matita da contrapporre al kalashnikov è diventata in queste ore il simbolo della mobilitazione che in rete si è diffusa con l'hashtag #jesuischarlie.

Le vittime dell'attacco sono un addetto alla portineria, otto giornalisti, uno dei poliziotti assegnati alla protezione del direttore Charb e un invitato alla riunione di redazione, che si trovavano all'interno, più un secondo poliziotto accorso appena dopo la sparatoria e colpito sul marciapiede di fronte all'edificio. Tra le 12 vittime dell'attacco c'è anche il disegnatore, Philippe Honoré, noto semplicemente come Honoré, che non era stato ancora identificato. Il procuratore di Parigi in una conferenza stampa ha detto che le autopsie saranno effettuate oggi.

I tre assalitori vestiti di nero e incappucciati, hanno aperto il fuoco a colpi di kalashnikov gridando "Vendicheremo il profeta" e ancora "Abbiamo sterminato Charlie Hebdo". Secondo quanto racconta la vignettista Coco, presente al momento dell'attacco parlavano perfettamente francese e "hanno rivendicato di essere di al Qaida". Un attacco studiato con precisione e realizzato con una freddezza da professionisti, come conferma il video shock in cui si vede uno dei terroristi freddare un poliziotto ferito sul marciapiedi. Proprio di mercoledì, inoltre, si svolge la riunione settimanale della rivista, quindi gli assalitori sapevano che avrebbero trovato la redazione al completo.