Press "Enter" to skip to content

Civati Pd: “Se Renzi non cambia nuovo partito”

Aumenta la tensione tra la minoranza del Pd e il presidente del Consiglio Matteo Renzi, alla vigilia dell'assemblea del Partito. I primi segnali arrivano da Bologna dove Pippo Civati, all'iniziativa dell'associazione 'E' Possibile', non risparmia critiche al premier: "Se Renzi si presenta con il Jobs Act e con le cose che sta dicendo alle elezioni a marzo, noi non saremo candidati con Renzi. Se continua così un partito a sinistra del Pd si costituirà sicuramente, non per colpa nostra". Proprio sull'assemblea di domani il deputato anticipa quello che sarà il clima: "è un thriller, Renzi decide di notte... Ma io sto sereno come consiglia di fare lui da tempo: io non ho niente da perdere, qualcun altro ci perse palazzo Chigi".

L'altro campanello d'allarme per il premier-segretario giunge dalla commissione Affari costituzionali della Camera dove i deputati della minoranza del Pd hanno chiesto di essere sostituiti per le votazioni degli emendamenti alle riforme, essendo in dissenso ma non volendo mandare "sotto" il governo e i relatori.

La decisione è stata presa al termine di una animata riunione, a cui ha preso parte anche il capogruppo Roberto Speranza, con momenti di tensione che ha portato alcuni deputati ad alzare la voce, come si è potuto sentire da fuori. L'intesa raggiunta è stata quella di evitare il ripetersi di episodi come quello di mercoledì scorso, quando governo e relatori sono "andati sotto" proprio per il voto della minoranza del Pd. I parlamentari della minoranza però, pur convenendo su questa esigenza, hanno confermato il proprio dissenso su alcuni punti essenziali della riforma.

Di qui la richiesta da parte di alcuni di loro di essere sostituiti in queste ultime sedute della Commissione nelle quali verranno votate le norme su cui dissentono. Essi sono dunque rimasti nell'Aula della commissione Agricoltura, dove si svolgeva la riunione e che si trova davanti all'Aula della commissione Affari costituzionali. Tra essi Rosy Bindi, Alfredo D'Attorre, Gianni Cuperlo, Roberta Agostini.

La situazione in commissione è sintetizzata dalle parole di Rosi Bindi che afferma "se non ci dicono sì all'emendamento che introduce il giudizio preventivo della Corte sulla legge elettorale, allora con sdegno me ne vado".

More from ARCHIVIOMore posts in ARCHIVIO »