“Siamo per la legalità”. Il messaggio è chiaro e secco. E il leader del Movimento Sardegna Zona Franca Modesto Fenu lo ha ribadito, durante la conferenza stampa che si è tenuta questa mattina, quasi a voler caratterizzare la nuova fase del sodalizio. Una distanza netta dalle posizioni assunte dalla Dottoressa Maria Rosaria Randaccio: “Perché ci dissociamo da chi si pone fuori dalle leggi – continua Fenu - Non possiamo accettare che si suggerisca alle imprese di emettere fatture senza Iva perché siamo in zona franca. Una situazione che rischia di provocare sgradite sorprese alle aziende. E’ un vero e proprio boomerang che potrebbe ritorcersi contro il nostro movimento”. Così l’assemblea della formazione che raggruppa i zona franchisti isolani ha deciso anche un altro passo. “Abbiamo stabilito di togliere il nome della Randaccio dal simbolo del sodalizio. Il Movimento non ha bisogno di idoli da venerare ma di obiettivi da raggiungere per il bene dei sardi. Nessuna rottura. La democrazia interna è la vera bussola”. Lo sguardo è già proiettato verso i prossimi traguardi. “È già partita la fase dei tesseramenti al movimento – continua Fenu – In soli 20 giorni abbiamo superato le 1.600 adesioni al Movimento Sardegna Zona Franca. È il preludio ai congressi provinciali, poi al conclave regionale che si terrà i prossimi 10 e 11 gennaio”.
È solo l’inizio della grande sfida. “Rivendichiamo con forza l’istituzione nell’Isola della Zona Franca, come strumento di economia finanziaria che possa rilanciare la nostra economia – prosegue l’esponente del sodalizio - Nei prossimi giorni sarà presentata una mozione per arrivare ad impostare le basi per un dialogo conciliante con tutte le forze politiche per un istituto capace di rimettere in moto la galassia delle imprese e ridare speranza ai cittadini ormai strangolati dalle tasse. Partendo da questi presupposti, siamo pronti al dialogo con tutte le forze politiche regionali. Il cancro che affligge la Sardegna è la disoccupazione. Abbiamo la grande opportunità di aprire nuove strade capaci di restituire occasioni di ripresa per l’Isola”.
Non c’è più tempo da perdere: “Una cosa è ormai chiara – evidenzia Fenu - le migliaia di disoccupati della Sardegna non possono essere assunti nel pubblico impiego e le risorse per garantire gli ammortizzatori sociali oltre ad essere poco rispettose della dignità umana e del sacrosanto diritto al lavoro non sono più sufficienti. Di fronte a questa realtà esiste a nostro avviso solo una soluzione”. Non una formula miracolosa, ma una ricetta semplice: “Aiutare il tessuto delle famiglie e delle imprese private a rilanciare l’economia, ma per fare questo le nostre imprese hanno bisogno di superare il divario competitivo con il resto del territorio italiano ed europeo. Questo divario competitivo è dovuto alle carenze infrastrutturali e agli oggettivi svantaggi competitivi della Sardegna rispetto al resto del territorio, pertanto solo la Zona Franca o una zona ad Economia speciale, con una fiscalità di compensazione possono riequilibrare gli svantaggi e rilanciare economia ed occupazione - sottolinea il consigliere regionale - Bisogna agire Subito, le imprese non sono pecore da mungere e sono oramai allo stremo. Se qualcuno ha timore che con la zona franca mancheranno le risorse garantite da IVA e Accise per il bilancio regionale prenda atto che se a breve non si dovesse intervenire subito, le risorse per il bilancio mancherebbero ugualmente. Il motivo è semplice: non ci saranno più imprese che pagano le imposte in quanto chiuderanno prima.
In Sardegna rischia di restare solo cenere e disperazione. Spero di sbagliarmi quando penso che forse qualcuno che non sta in Sardegna desidera questo”. Si possono aprire nuovi scenari, comunque. “La nostra Isola può e deve svolgere nel Mediterraneo un importante ruolo di piattaforma economica e culturale, di integrazione sociale tra i popoli e di dialogo – rimarca Fenu - non deve svolgere il ruolo di piattaforma militare. La forte pressione delle servitù militare deve essere adeguatamente compensata con diritti stabili e duraturi anche per le generazioni future”. Alla conferenza stampa hanno partecipato gli stati generali di Zona Franca provenienti da tutta la Sardegna. L’esponente gallurese Andreas Coni promette battaglia: “Abbiamo un problema grandissimo in Sardegna, la disoccupazione ormai a livelli esponenziali. Da qui la necessità di una svolta. Senza però uscire dai binari della legge”.
Le porte sono aperte a tutti. Non è un caso che all’interno del movimento saranno costituite diverse sezioni. Un segmento rosa e una filiera ribattezzata “Zona Franca disoccupati”. “Proprio così – aggiunge Anna Maria Flore, responsabile di Zona Franca Donne – Dobbiamo convogliare nei nostri ranghi tutte le persone che vogliono lo sviluppo della Sardegna”. Sulla stessa lunghezza d’onda Efisio Zuddas (Ogliastra) e Fabio Usai, rappresentante del Sarrabus: “è necessaria una fiscalità di vantaggio per l’Isola”. Tra i precursori del movimento, Antioco Patta: “Il filo conduttore della nostra formazione? Legalità e democrazia”. Conclude Fenu: “Finalmente nel Movimento si respira democrazia, ora le porte sono aperte a tutti quelli che ne condividono gli obiettivi e a tutte quelle valide persone che sono andate via dopo aver litigato con la Randaccio”. Il motto è chiaro e semplice: “Forza Paris inizia una nuova stagione”. Com





