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Ucraina, la minaccia del despota russo Putin: “Se voglio prendo Kiev in due settimane” ma il suo ministro degli esteri smorza i toni: “nessun intervento”. Nel frattempo abbiamo la nuova lady pesc afana come lo è stata sempre stata con Putin. Magari segretamente lo ammira

C'è poca diplomazia nella telefonata tra il presidente uscente della Commissione europea Josè Manuel Barroso e il presidente russo Putin. Barroso chiede spiegazioni sui soldati di Mosca in Ucraina, e il capo del Cremlino (pare sempre più invasato da sogni di dominatore del Mondo come lo ero Hitler a suo tempo, facendo quello che vuole in nello stato sovrano dell'Ucraina e con il resto del mondo, che rimane imbelle davanti alle prepotenze di questo piccolo stronzo dalle manie nefaste e che sta portando il mondo veramente su una terza guerra mondiale nuovamente dentro l'Europa che ancora una volta non sa dare risposte adeguate con la tua atavica apatia verso le reali minacce che di solito prende sotto gamba per poi accorgersi che quando reagisce è ormai troppo tardi), risponde con una minaccia: "Se voglio, prendo Kiev in due settimane". E come tutti credono per me sono un annuncio ufficiale che se non si fa come dice lui e gli si concede un altro pezzo dell'Ucraina per farne un altro statarello satellite di Mosca, allora è pronto a muovere il suo possente esercito e conquistare mezza Europa ricostituendo parte della ex unione sovietica con il quasi certo aiuto del dittatore 'democratico' ungherese che è già sulla via della repubblica autoritaria e che pare strizzo l'occhio al suo omologo rai russo.

Il retroscena del vertice europeo viene svelato da "La Repubblica", ma sarebbe stato lo stesso Barroso a raccontare la telefonata durante il summit a Bruxelles. "L'imprevedibilità di Putin è senza limiti" - avrebbe commentato la cancelliera Merkel.

Dopo l'allarme creato dalle dichiarazioni di Putin sulla creazione di un nuovo stato nell'est del paese arriva la precisazione del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov: Mosca non interverrà militarmente in Ucraina e anzi il Cremlino punta a una soluzione pacifica alla crisi nel Paese vicino. Il cancelliere russo ha aggiunto che Usa e Ue dovrebbero "chiedere a Kiev quello che chiedono in altri conflitti: mettere fine all'impiego di armi pesanti e dell'aviazione contro le città e contro la popolazione civile".

Il presidente Putin chiede "negoziati immediati" su quella che ormai chiama "Novorossia" - Nuova Russia. Al centro della discussione - chiede il presidente russo - deve esserci la creazione di uno Stato nell'Ucraina dell'est. "Dobbiamo proteggere gli interessi legittimi delle persone che ci vivono" ha dichiarato. Sembra sempre più concreto dunque il rischio di una separazione dell'est del paese, anche se il portavoce del Cremlino precisa che Putin è stato frainteso: intendeva solo "negoziati inclusivi interni" - spiega. Un'altra correzione di rotta avviene nell'intervista a una emittente russa: il presidente russo parla di un ordinamento federalista e non di un nuovo stato.

Nell'intervista, Putin si rivolge anche all'Occidente: la Russia colpirà i paesi europei con diverse contro-sanzioni. "Sarà difficile per i paesi europei riconquistare il mercato russo, dove stanno sbarcando nuovi importatori dall'America latina e dalla Cina".

Battaglia navale non lontano dalla città portuale di Mariupol, nell'Ucraina meridionale: un'imbarcazione della guardia costiera ucraina è andata in fiamme dopo essere stata colpita da alcuni missili. Si combatte anche a Lugansk dove i soldati ucraini sono impegnati in scontri con una divisione di blindati russi per il controllo dell'aeroporto. Nelle ultime 24 ore sono stati uccisi sette soldati ucraini e feriti altre 245. Inoltre, 680 militari ucraini sono stati presi come prigionieri di guerra dopo le ultime battaglie nella regione di Donetsk.

Intanto il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen afferma che sarà rafforzata la presenza dell'Alleanza Atlantica a est. Rasmussen ha detto che sarà anche potenziata la capacità di intervento delle forze di pronto impiego della Nato

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