“Questa volta l’Alcoa sta facendo di tutto per mantenere gli impegni presi, cioè dire addio definitivamente – senza proroghe, deroghe, manifestazione di ulteriori attenzioni - al territorio del Sulcis-Iglesiente. La multinazionale americana prende questa iniziativa nel momento in cui sa che sono aperte le interlocuzioni tra Regione. Governo- Glencore che potrebbero, così speriamo, chiudersi positivamente.
Siamo alle solite: le lentezze, i piccoli passi, i dubbi del governo nazionale – al quale in estrema sintesi non importa nulla di darsi una vera strategia nazionale sul futuro industriale del paese, in particolare per le aziende del settore alluminio – non hanno ancora prodotto le due risposte fondamentali che si attende un investitore/acquirente di uno stabilimento per la produzione di alluminio primario: 1) quanto costerà l’energia elettrica per la produzione in questo settore? Per quanto tempo il governo nazionale si impegna a conservare quel prezzo che deve essere per forza competitivo sul mercato internazionale?.
Tutto il resto è contorno, accidenti, non sostanza.
Manca solo questa risposta per convincere Glencore ad entrare in possesso dello stabilimento. Il Governo deve decidersi e la Regione deve avere la forza politica per costringere il Governo a indicare il costo dell’energia elettrica.
Alcoa, dunque, ha portato fino alle ultime conseguenze la sua strategia decisa da tempo. Governo e Regione non sono stati pronti a trovare le contromisure necessarie. In mezzo, come sempre, ci sono i lavoratori.
Credo ancora che con un colpo di reni, di quelli rapportati all’urgenza e alla gravità della situazione, si possa tenere in produzione lo stabilimento Alcoa. In caso contrario il sindacato sa pienamente di chi è la colpa di un’altra ciminiera che si chiude nel Sulcis e in Sardegna”. com-red