La breve crociera verso le Grotte del Bue Marino ha cullato curiosi e assidui avventori del Cala Gonone Jazz Festival in un viaggio lieto per assistere al concerto del duo Interiors.
La coppia, composta da Valerio Corzani e Erica Scherl, ha proposto diverse chiavi interpretative della musica illustrando prima di ogni pezzo, le peculiarità di ogni brano spesso accompagnato dallo storytelling di Corzani .
Prendendo spunto dalle radici popolari presenti in tutto il mondo (Romagna compresa) il duo ha creato uno strumento con la funzione di un basso che prevede l’uso di un’unica corda sostituita egregiamente da una “gloriosa cima da barca”, una vecchia tinozza come cassa e un bastone ricurvo per tenderla.
I veri protagonisti di questa inusuale performance non sono solo gli strumenti a corda; l’ausilio del digitale, sostenuto dal violino elettrico della Scherl -stridente, armonico, melodioso e amabile- ha consentito a centinaia di culture, ritmi e suoni di convogliarsi nei medium elettronici ed esplodere in una creazione artistica capace di trasportare l’ascoltatore attraverso le atmosfere cupe e magiche delle foreste orientali; nelle misteriose profondità marine o in distorti e inquietanti scenari fantascientifici.
La sera all’Acquario il trio di Zappareddu ha risvegliato l’animo dei nostalgici offrendosi come devoti al fusion jazz per puristi e al rock dal gusto vintage. Marcello Zappareddu, Alfideo Farina e Alessandro Canu hanno l’ambizione e le ispirazione giuste per proseguire questo cammino affermandosi in questo campo, i tre hanno eseguito alcuni brani originali e altri dei numero uno del jazz tra cui Pat Metheny, Miles Davis e un brano di Bruno Martino dedicato al compianto Isio Saba, pioniere del jazz in Sardegna e in Italia. Alla fine del concerto, lo spazio si è prestato alla degustazione di vini e formaggi di Dorgali.
Al teatro di Cala Gonone un elemento inatteso ha segnato il maniera indelebile il cuore del pubblico durante il concerto della sera del 1 agosto, Leszek Mozdzer ha calcato nuovamente il palco del festival unendosi al duo di chitarristi Stochelo Rosenberg e Battista Giordano. Ritrovatisi sulla stessa scena, un’incredibile sintonia ha trascinato gli artisti in composizioni sorprendenti infondendo nel pubblico lo spirito puro del musicista in un’improvvisazione che segna l’adattabilità dell’artista fuori dagli schemi, dediti alla spasmodica ricerca di commistioni fresche e imprevedibili.
La serata ha concesso al pianista polacco di esibirsi anche in assolo utilizzando al meglio tutte le potenzialità del suo strumento in un momento di assoluta esplorazione dello stesso. Rosenberg e Giordano hanno poi proseguito con alcuni pezzi composti a quattro mani, già presentati in occasione del festival Animanera Mediterranea, integrando diversi brani di precedenti esperienze artistiche e una singolare reinterpretazione della musica tradizionale sarda.