Istituire una rete di controlli sanitari nei porti e negli aeroporti per impedire l’ingresso di merci che possono fare da veicolo per l’introduzione nell’Isola di malattie infettive endemiche come la ‘blue tongue’ e per tutelare la biodiversità minacciata dal massiccio ricorso all’importazione di piante e animali destinati all’alimentazione: lo prevede una proposta di legge presentata dal capogruppo dei Riformatori Sardi – Liberaldemocratici in Consiglio regionale, Attilio Dedoni, circa due mesi fa.
A seguito delle preoccupanti notizie sull’associazione a delinquere che avrebbe contribuito a diffondere il morbo in Sardegna attraverso l’imposizione di un vaccino attivo non precedentemente testato, Dedoni ha chiesto ieri in Conferenza dei Capigruppo che la sua proposta sia messa in discussione con la massima urgenza. L’argomento sarà ripreso in una delle prossime riunioni della Conferenza.
La proposta di legge è già stata presentata nella scorsa legislatura; licenziata con voto unanime dalla Commissione consiliare competente, non è mai arrivata in Aula. Da qui l’idea di riproporla e, alla luce dei recenti fatti di cronaca, di chiedere che il nuovo iter venga avviato senza ulteriori indugi. Molte merci provenienti da paesi lontani, compresi gli animali destinati alla macellazione o all’allevamento, vengono infatti immesse nel mercato sardo senza le necessarie autorizzazioni e gli opportuni controlli sanitari. Tali merci necessitano di controlli sofisticati e certi già prima del loro invio dal paese di origine, ma in alcuni stati esteri questo non accade.
La Sardegna, essendo un’isola, soffre di diversi problemi legati a fattori endemici e ha già, inoltre, dovuto subire malattie come la ‘blue tongue’, la ‘scrapie’ e le varie virosi del pomodoro. Il pesante ricorso all’importazione sta creando danni tali da minacciare la sopravvivenza del nostro comparto agro-alimentare. Presso i porti e gli aeroporti sardi vengono eseguiti controlli a campione e, ove previsto dalla legge, si esegue un controllo a inizio sbarco con l’ausilio di veterinari non collocati in tutti i porti (Cagliari, ad esempio, ne è priva). In particolare i controlli, superficiali per le navi, sono del tutto assenti per i mezzi gommati che escono dalle aree portuali senza alcuna verifica. Appare pertanto necessaria e urgente un’azione di controllo, verifica e analisi, anche con stazionamenti in quarantena, di tutte le merci prima della loro immissione sul mercato.
La proposta di legge prevede che i controlli siano diretti e coordinati dal Servizio prevenzione dell’Assessorato regionale alla Sanità e che, nei porti e negli aeroporti, siano istituiti presidi di sanità marittima e aerea deputati ad ispezionare le merci secondo le direttive impartite dalle Asl competenti per territorio, avvalendosi del personale delle stesse Asl, dell’Arpa, dell’Istituto zooprofilattico e dell’Ufficio veterinario per gli adempimenti comunitari.