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Omicidio albanese: raffica di perquisizioni e interrogatori dei carabinieri di Budoni, in collaborazione con la Polizia brasiliana, a Roma e nel Lazio.

Hanno agito nella riservatezza più assoluta ma le indagini dei carabinieri di Budoni, coadiuvati dai colleghi di Siniscola e con l’ausilio della polizia brasiliana, per l’omicidio di Enzo Albanese, sono continuate in maniera serrata. Infatti, le scorse settimane hanno fatto registrare una intensa attività investigativa. A fine giugno è arrivato in Italia il dottor Raimundo Rolim de Albuquerque Filho, funzionario responsabile della “Delegacia Especializada” in omicidi di Natal, la città brasiliana dove l’italiano è stato freddato con sei colpi di pistola lo scorso 2 maggio, che sta portando avanti una indagine parallela a quella italiana. E proprio in corrispondenza della presenza del funzionario brasiliano, i militari di Budoni e Siniscola hanno effettuato, nella capitale e nell’hinterland, la scorsa settimana, una raffica di perquisizioni, undici in tutto, presso le abitazioni e gli uffici di persone considerate vicine a Pietro Ladogana. Tutti suoi ex e attuali soci nelle società brasiliane i cui affari sono al centro del mirino degli investigatori dell’Arma e della Procura della Repubblica di Nuoro, nelle cui vicende gli investigatori sono convinti aver trovato il movente dell’omicidio, del quale Pietro Ladogana è ritenuto il presunto mandante.

Un lavoro di sponda, quello dei carabinieri di Budoni e della polizia di Natal, che ha consentito anche l’individuazione e l’arresto dell’agente di Polizia Douglas Alexandre, considerato l’esecutore materiale dell’uccisione di Albanese. Ma anche di Tamara Ladogana, ex moglie dell’imprenditore italo brasiliano, nel corso dei serrati interrogatori, avrebbe anche confessato di aver accompagnato l’ex marito, appena qualche giorno prima dell’omicidio, ad un sopralluogo per localizzare l’abitazione di Enzo Albanese, dove poi in effetti è stato ucciso mentre rincasava. Non solo: Tamara Ladogana avrebbe riferito agli inquirenti brasiliani, che hanno prodotto all’autorità giudiziaria italiana i relativi documenti, che l’ex marito aveva commissionato anche il reiterato tentato omicidio di un funzionario del fisco brasiliano, colpevole di aver scoperto consistenti evasioni delle società di Ladogana e dei suoi soci italiani. Ma la settimana romana dei carabinieri di Budoni e Siniscola e del Pubblico Ministero Andrea Vacca, è stata davvero intensa: se le perquisizioni pare abbiano permesso di trovare materiale interessante, tra cui un video che ritrae proprio l’indagato durante l’ultimo suo viaggio d’affari in Italia, appena un mese prima di essere arrestato, tutte le persone coinvolte in questo giallo internazionale sono state interrogate. Così come anche lo stesso Pietro Ladogana, ancora detenuto nel carcere di Civitavecchia, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Nel frattempo sulla complessa vicenda dagli intrecci giudiziari internazionali si è pronunciato il 3 luglio scorso anche il Tribunale del riesame di Sassari, rigettando il ricorso della difesa di Pietro Ladogana, dopo che la procura di Nuoro aveva richiesto ed ottenuto una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere perché i giudici sassaresi hanno ritenuto validi e sussistenti i gravi indizi di colpevolezza raccolti sull’asse Budoni-Natal sul conto di Pietro Ladogana, rigettando il ricorso anche in ordine al tentativo di far spostare la competenza da Nuoro a Roma.  

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