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Peschereccio con 30 cadaveri nel Canale di Sicilia

Un peschereccio carico di migranti con a bordo trenta cadaveri è stato soccorso da mezzi della marina militare nel Canale di Sicilia. L'imbarcazione è stata presa a rimorchio e arriverà stamattina nel porto di Pozzallo, nel Ragusano.

Secondo le fonti, i migranti potrebbero essere morti per asfissia, anche se non ci sono ancora certezze. I cadaveri si trovano in una parte angusta dell'imbarcazione, per cui il recupero verrà fatto in porto. Proprio la posizione in cui si trovano i corpi ha impedito il loro immediato recupero: solo un paio di cadaveri sono stati portati a bordo della nave militare. A bordo del barcone, soccorso dalla nave 'Grecale' del dispositivo 'Mare nostrum', ci sono centinaia di persone: circa 590 le persone soccorse. Tra loro due donne incinte.

Con l'arrivo del peschereccio sale a oltre 2000 il numero dei migranti salvati tra sabato e domenica. Continuano gli sbarchi nelle coste italiane, sono sempre di più le persone, in fuga dalla povertà e dalle guerre, che vengono soccorse al largo del Canale di Sicilia.

Dall'inizio dell'anno sono già oltre 60mila gli uomini, le donne e i bambini salvati  e sembra ormai evidente non solo che verrà superato il "record" del 2011 -63 mila persone-  ma anche che è sempre più realistica la previsione dei tecnici che non escludono la possibilità che si arrivi a 100mila persone a fine anno.

E con gli ultimi soccorsi della Marina Militare e della Guardia Costiere riemergono i problemi dell'accoglienza e dell'operazione Mare Nostrum.
Il ministro dell'Interno Angelino Alfano, qualche giorno fa al vertice del G6 a Barcellona, ha ribadito che Mare Nostrum "deve diventare un'operazione europea", con Bruxelles che deve farsi carico "di questo peso" e mostrare "una strategia chiara".

Parole che però non sembrano essere state tradotte come l'Italia sperava. Se infatti al vertice europeo sono state poste le basi per un rafforzamento di Frontex - che per il 2014 ha un budget di soli 90 milioni di euro, vale a dire l'equivalente del costo di 10 mesi della missione Mare Nostrum - è saltato dall'accordo finale il "mutuo riconoscimento" delle decisioni sull'asilo. Un nodo su cui l'Italia puntava con la speranza di superare Dublino 3, il regolamento dell'Ue che costringe i migranti a fare richiesta d'asilo nel paese in cui sbarcano.

C'è poi il problema delle strutture, il gran numero di arrivi sta infatti mettendo a dura prova il sistema di accoglienza nei Comuni. Antonio Satta, componente dell'ufficio di presidenza dell'Anci, è tornato a chiedere un intervento del governo: "bisogna mettere a punto - dice - nuove misure per sostenere più da vicino i Comuni che in queste settimane stanno affrontando l'arrivo di immigrati. Serve un più stretto raccordo tra Governo, Prefetture e Comuni. Ad oggi, l'iniziativa, non di rado, è stata lasciata a questo o quell'amministratore locale. Non possiamo pensare che tutto sia affidato alla buona volontà dei Comuni".