Non c'è pace per la riforma del Senato voluta dal governo Renzi. Il ddl Boschi resta impantanato tra le polemiche sull'immunità parlamentare, alla vigilia dall'atteso confronto Pd-M5S sulla legge elettorale. Mercoledì, termine stabilito per la presentazione dei sub-emendamenti alle proposte depositate venerdì scorso dai relatori Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli: non sono stati sciolti tutti i nodi, alcuni dei quali riguardano le richieste di Forza Italia.
Quella sull'immunità dei senatori è una grana che a palazzo Chigi non si aspettavano e, sotto sotto, c'è anche il sospetto che qualcuno abbia voluto preparare una trappola per il governo. La vicenda ha fatto infuriare Matteo Renzi, tanto che la prima reazione di Maria Elena Boschi è stata quella di ricordare che l'emendamento non è stato un'idea del governo. Ma dalle parti dell'esecutivo c'è anche la consapevolezza di avere perlomeno peccato di ingenuità, non calcolando l'impatto mediato che la norma a firma Finocchiaro-Calderoli avrebbe avuto dal momento che, come ha ricordato stizzita la presidente della commissione affari costituzionali del Senato, il governo era stato comunque informato di tutti gli emendamenti messi a punto dai relatori, compreso quello contestato. Per questo, secondo quanto si apprende, a questo punto la linea del premier è la 'riduzione del danno', ovvero la messa in sicurezza della riforma del Senato, anche a costo di accollarsi l'impopolarità del ripristino dell'autorizzazione a procedere per i senatori.
L'importante, ha spiegato il premier ai suoi, è evitare che la riforma del Senato venga bloccata. Se si potrà ottenere questo risultato eliminando l'immunità, bene; altrimenti si vada avanti comunque. "La riforma del Senato - ha spiegato il renziano Andrea Marcucci - non può essere fermata per l'emendamento che prevede 'immunità. Sul tema è sovrana l'aula, che potrà sostenerlo o votare contro". Appunto, un po' come dire: fate come volete, l'importante è che la riforma venga votata. Il governo cerca di lavarsene le mani, rimettendo la questione alla "sovranità" dell'aula e evitando di prendere una posizione chiara al riguardo. Lo stesso, del resto, ha detto la Boschi: "Dell'immunità si può discutere, ma il punto non è centrale".
Molto dipenderà dalla posizione che assumeranno gli altri partiti, a questo punto. "Vediamo - è il ragionamento che fa un senatore Pd - quali sub-emendamenti verranno presentati, che linea terranno gli altri partiti". La Finocchiaro potrebbe anche riproporre l'idea di affidare il giudizio alla Corte costituzionale, ma la decisione verrà presa solo nelle prossime ore. L'idea era stata buttata lì più che altro come reazione allo "scaricabarile" che la relatrice rimprovera al governo. Di sicuro la polemica ha offerto un pretesto a chi contesta l'impianto della riforma pensata da Renzi, con consiglieri regionali e sindaci chiamati ad un 'doppio lavoro'. Per questo, una delle ipotesi su cui si lavora adesso è quella di un'immunità limitata agli atti compiuti come senatori.