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Confcommercio, consumi fermi al palo e 12mila imprese “morte” nei primi tre mesi del 2014

La ripresa economica sia allontana e si conferma più debole del previsto. La cattiva notizia arriva dall’Ufficio studi di Confcommercio in occasione dell’assemblea annuale. Pil Il Pil crescerà solo dello 0,5% nel 2014 e dello 0,9% nel 2015. "L'uscita dalla recessione - scrive Confindustria -  sarà molto graduale". Parallelamente ''Cresce la fiducia  ma consumi e investimenti mostrano l'altra faccia del Paese, quella di un'economia reale drammaticamente ferma al palo''.

Nei primi tre mesi del 2014 hanno chiuso 12.000 imprese. Il settore più penalizzato (80% del totale) è quello dell’abbigliamento. E lo scorso anno non è andata meglio. "Un pesante riflesso della profonda crisi - si sottolinea nel rapporto "Le economie regionali" - è rappresentato dall'elevato numero di cessazioni di imprese rispetto alle nuove iscrizioni, fenomeno che ha determinato nel 2013 -29.492 imprese e nei servizi di alloggio e ristorazione -16.458 imprese".

La crisi aumenta anche il divario tra il nord e il sud del Paese.

Confindustria stima, infatti, che per tornare ai livelli precrisi del 2007, al Nord servirebbero 11 anni, mentre al sud 13,5. Nelle regioni meridionali – scrive Confindustria – il prossimo anno sarà addirittura peggiore: nel 2015 il prodotto pro capite toccherà i livelli più bassi da vent’anni. Nel 1994 era 12.194 euro, mentre il prossimo anno sarà di soli 12.160 euro. In tutto il Paese, tra il 2007 e il 2013, il prodotto pro capite si è ridotto di oltre 3.100 euro a testa (-10,7%) e nel 2015 gli eventuali recuperi "sarebbero assolutamente insignificanti".

Valle d'Aosta, Lombardia e Trentino Alto Adige si confermano le regioni con il Pil pro capite più alto e pari a 34mila euro; Campania, Calabria e Sicilia, con circa 17mila euro pro capite, sono quelle con il Pil pro capite più basso". Il Pil pro capite del Sud "era pari al 57% di quello del Nord-Ovest nel 2007: nel 2013 scende al 55,2% e nel 2015 sarà sotto il 55%.

"Nessun segnale di ripartenza - scrive Confindustria - per i consumi in aprile”. L'indicatore della Confcommercio registra un calo dello 0,3% rispetto a marzo, con un aumento dello 0,2% su base annua. Le flessioni più significative ci sono state nell'abbigliamento (-2,4%) e nelle spese per la casa (-1,8%). Considerando l'andamento della cassa integrazione di aprile - stimano gli economisti del centro studi - "è presumibile che la fase di accentuata difficoltà del mercato del lavoro si protragga fino all'autunno".

Sul fronte dell'inflazione, a giugno si prevede un aumento dello 0,2% a giugno e dello 0,4% su anno.