La pressione fiscale in Italia è quattro volte più alta della media europea e l’economia sommersa valeva nel 2013 oltre un quinto del Pil. Sono i dati sull’economia italiana contenuti nel rapporto 2014 sulla finanza pubblica della Corte dei Conti.
"Il sistema tributario italiano - scrive la Corte dei Conti - è caratterizzato da un livello di prelievo eccessivo e maldistribuito”. Nel 2013 la pressione fiscale era pari al 43,8% del Pil, quasi 3 punti in più rispetto al 2000 e 4 rispetto alla media europea. "L'eccesso di prelievo gravante sul fattore lavoro - rileva la Corte - trova conferma nei dati dell'Ocse, che evidenziano un cuneo fiscale pari al 47,8% in Italia rispetto a una media Ue del 42%".
L'economia sommersa valeva nel 2013 oltre un quinto del Pil, ovvero il 21,1%. Mentre l’evasione per Iva e Irap, stimata per il 2011, è di oltre 50 miliardi. Il fenomeno dell'erosione fiscale (la perdita del potere d'acquisto) presenterebbe poi "dimensioni anche superiori a quelle dell'evasione".
La Corte dei Conti ha definito il bonus di 80 euro solo "un surrogato" che non si sostituisce alla necessità di una revisione complessiva dell’imposta. "L'Irpef - sostiene la magistratura tributaria - presenta ormai dei limiti specifici e andrebbe riformata per garantire una effettiva progressività e redistribuzione dell'imposta".
"La condotta di finanza pubblica - ha sottolineato il presidente della Corte Raffaele Squitieri - richiede ancora molta accortezza e grande disciplina perché preoccupa in particolare la tendenza del debito pubblico". Squitieri ha evidenziato però che dopo quattro anni di rigore con inasprimento del carico fiscale, riduzione della spesa pubblica e forte sacrificio degli investimenti pubblici, "uno sforzo eccezionale non può realisticamente essere protratto troppo oltre in assenza di crescita economica".