Press "Enter" to skip to content

Cisl Sardegna – La regione si prende le dighe ma si fa carico anche dei costi?

Anziché aprire alla collaborazione e agli accordi, la Regione sceglie di andare alla guerra. Il paradosso è che questa strategia la Giunta regionale la mette in campo non con le aziende inadempienti, ma con quelle più serie e affidabili, come l’Enel. Una guerra dichiarata senza calcolare effetti e conseguenze sulla pelle dei lavoratori sardi.

Sorprende e preoccupa, infatti, l’iniziativa della Regione Sardegna di acquisire a colpi di delibere le concessioni oggi in capo all’Enel nelle dighe del Coghinas, del Flumendosa e del Taloro. La Regione, cioè, ancora una volta, tenta di usare esclusivamente la “forza” giuridica per affrontare temi complessi come quello della gestione delle acque sarde per usi irrigui, potabili e di produzione di energia.

Le esperienze del passato, per la Sardegna, nell’uso di questi metodi sono disastrose, e lo sono in particolare per gli interessi dei Sardi che non hanno visto benefici concreti (riduzione di costi, miglioramento del servizio, maggiore sviluppo e nuovi posti di lavoro).

Le cifre che vengono divulgate sono incomplete e usate inopportunamente per proporre soluzioni che tutti sanno essere impraticabili. Con i 54 milioni di ricavi annui, che la Giunta intende riportare dentro il bilancio regionale, l’Enel paga gli stipendi a 105 lavoratori sardi, l’Imu ai comuni interessati, i diritti di concessione alla Regione, le tasse statali. I ricavi di una attività economica non corrispondono certo agli utili, dato che con quei soldi si devono pagare stipendi, fornitori esterni, imposte, opere di manutenzione e finanziare gli vestimenti necessari.

Da anni la Flaei (sindacato lavoratori elettrici) e la Cisl Sarda propongono alle istituzioni regionali di affrontare i temi dell’energia, compreso quello delle fonti rinnovabili, cercando di fare sinergia fra produttori e consumatori, coinvolgendo i soggetti economici più importanti, facendo sistema, interessando il Governo Nazionale. Perché, secondo Flaei e Cisl, solo raggiungendo accordi dai quali tutti hanno vantaggi, si ottengono soluzioni positive per i tanti problemi che ruotano attorno ai temi dell’energia, a partire dalla terribile crisi industriale che sta facendo chiudere tutte le fabbriche sarde.

Per questo Cisl e Flaei chiedono il confronto tra la Regione e tutti i soggetti per ricercare le soluzioni migliori per rilanciare lavoro e occupazione. Com

More from ARCHIVIOMore posts in ARCHIVIO »