"Abbiamo preparato del materiale, da lunedì ci facciamo sentire in Europa. Per qualcuno lunedì è finita, tornano in ferie o in villa, invece per noi comincia la partita vera". Matteo Renzi a 'Porta a Porta' insiste sulla sua intenzione di correggere la rotta dell'austerity europea e conferma di avere i dossier pronti per farlo. Perché per il segretario del Pd, l'Italia deve riprendersi il ruolo da protagonista in Europa e deve "smetterla con la cultura del piagnisteo". Per Renzi, infatti, "Questa è un'occasione storica per l'Italia: o guidiamo il cambiamento, ci facciamo sentire dai burocrati europei, andiamo ai tavoli internazionali a farci promotori di un'operazione di cambiamento vero, oppure sbagliamo il calcio di rigore della vita".
Matteo Renzi continua a chiedere il voto per il Pd "affinché l'Italia conti. In questi anni siamo diventati gli zimbelli d'Europa - dice intervistato da Bruno Vespa - Noi andiamo in Europa per cambiare le cose, non mandiamo gli europarlamentari del Pd sul tetto a fare degli show, ma per portare l'Italia nella condizione di contare". E il segretario del Pd rivendica nuovamente l'intenzione di chiedere il voto anche ai delusi del m5s, della destra e anche della Lega. E dopo essersi chiesto in quale gruppo confluiranno i parlamentari eletti dal Movimento 5 Stelle rivolge agli italiani parole pragmatiche: "Votate per chi vi pare alle altre elezioni, ma alle europee in cui si tratta di ridare dignità all'Italia votate per il Pd. E - aggiunge - chi non va a votare rafforza chi urla e non cambia".
Alla domanda di Vespa su qual è l'asticella del partito democratico alle europee Renzi risponde: "Riuscire a conquistare 25-26 deputati è un ottimo risultato per il Pd. Ma, se così non fosse - spiega - ricordo che in Francia il partito al governo oggi è il terzo".
Renzi torna a parlare anche del clima della campagna elettorale: "L'inquietudine dei mercati non è immotivata, qualcuno ha giocato tutta la campagna elettorale sulla paura. La peste rossa, la lupara bianca, se fossi Conti direi la luna nera, hanno dato un messaggio di terrore. Forse così si prendono i voti ma per me la politica è speranza". Secondo il segretario del Pd, infatti, "la politica è un'occasione per offrire ai figli l'occasione di vivere in un Paese più bello. Questo è un ballottaggio fra chi scommette sulla paura e chi scommette sul coraggio".
Renzi, sicuro di riuscire a portare avanti le riforme, si rivolge anche al leader di Forza Italia: "Berlusconi decida se starci o no, io sono convinto che faremo la riforma elettorale, quella del Senato, il Titolo V, la riforma della giustizia e della burocrazia. Io non mollo di mezzo centimetro, mi sto giocando la carriera. Preferisco andare a casa piuttosto che diventare come chi a forza di fare politica ha perso smalto". E continua: "Se Berlusconi avesse cavalcato le riforme, avrebbe avuto più voti. Ha fatto una scelta di un giorno approvare le riforme, un giorno essere contrario. È un atteggiamento che secondo me gli ha fatto male".
Sull'argomento conferma i tagli e attacca Grillo: "Quello che diceva che la Rai era la madre di tutti gli sprechi e non pagava il canone ora va a braccetto con l'Usigrai. Trattare con rispetto un'azienda come la Rai significa evitare gli sprechi, tutti contribuiscono, dai manager ai magistrati, e quindi anche la Rai. In un paese in cui la legge quasi mai è uguale per tutti, per me è uguale per tutti".
Renzi poi passa a parlare della Tasi e degli 80 euro del decreto Irpef: "Dire che la Tasi neutralizza gli 80 euro è una barzelletta. Gli 80 euro sono mensili e per sempre, è una misura strutturale". Renzi spiega anche che "La vicenda Tasi nasce dall'incredibile pasticcio dell'Imu. I singoli Comuni hanno il diritto di decidere le aliquote, e i cittadini hanno il diritto di giudicare l'operato delle amministrazioni. Non possiamo fare le tasse comunali e deciderle a Roma".
Il presidente del Consiglio poi annuncia anche una buona notizia sulle accise sulla benzina:"Non solo non aumenteranno, ma entro la fine dell'anno elimineremo tutte le voci ridicole come quella dell'accise sulla benzina che abbiamo ancora per la guerra d'Etiopia".
Poi Renzi affronta anche la nomina per il successore di Befera: "Non è slittata ma non c'era Padoan che era in Africa per un impegno internazionale. Non credo che alla guida dell'Agenzia delle Entrate ci sarà un magistrato ma, siccome ho un ottimo rapporto con Padoan e la nomina spetta al Mef, è giusto che lo annunci lui".