È salito durante la notte il bilancio della tragica esplosione avvenuta in una miniera di carbone a Soma, 120 km da Smirne nella provincia di Manisa, nell' ovest della Turchia. Sono 201 i morti e ancora centinaia i minatori sotto terra. I decessi sono stati causati da avvelenamento per monossido di carbonio, spiega il ministro dell'Energia turco Taner Yildiz e il numero potrebbe aumentare ancora. Le operazioni di soccorso infatti - spiega lo stesso Yildiz - sono ad un punto critico.
I soccorritori continuano a portare ossigeno alle persone intrappolate perché le maschere antigas dei minatori hanno autonomia limitata. Il premier Erdogan ha annullato la visita in Albania, si recherà in giornata a Soma. Al momento del crollo sotto terra c'erano 787 persone, di queste circa 400 sono state tratte in salvo. Sono ottanta i minatori rimasti feriti, di questi quattro in modo grave.
L'incidente è avvenuto durante un cambio di turno. L'esplosione che ha fatto crollare parte della struttura, raccontano i media locali, è avvenuta a due chilometri di profondità e sarebbe stata provocata da un cortocircuito. Le gallerie sono state invase da fiamme e fumo spesso. La sicurezza nelle miniere turche.
Nel novembre scorso 300 minatori si erano rinchiusi in fondo alla miniera di Zanguldak, nella regione del Mar Nero, per protestare contro le insufficienti misure di sicurezza dell'impianto. L'anno scorso inoltre il principale partito di opposizione, il Chp di Kemal Kilicdaroglu, aveva chiesto in parlamento un'inchiesta sulla sicurezza nella miniera di Soma. La proposta era stata bocciata dall'Akp, che ha la maggioranza assoluta nella Grande Assemblea di Ankara.