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Ucraina, si combatte a nella città di Kramatorsk: morti 6 soldati di Kiev

Ancora sangue in Ucraina. Si combatte nella città di Kramatorsk, nella regione di Donetsk, dove 6 militari ucraini sono rimasti uccisi in un'imboscata dei miliziani filorussi. Lo afferma il ministero della Difesa ucraino. Secondo fonti degli insorti, nello scontro di Kramatorsk le vittime sarebbero addirittura una ventina.

Alcuni aggressori non identificati hanno sparato contro l'auto sulla quale viaggiava il leader separatista Valery Bolotov della regione di Luhansk, nell'est dell'Ucraina. L'uomo è rimasto ferito ma non è in pericolo di vita. Lo riferiscono alcuni filorussi. Bolotov è il leader che ieri ha annunciato l'indipendenza della regione di Luhansk.

Resta tesa dunque la situazione nell'Ucraina orientale. Mosca avverte: se il governo di Kiev ritirerà le proprie truppe dal sud-est del Paese, nel rispetto della road map stilata dall'Osce, anche "i leader delle 'forze di autodifesa'" di Donetsk e di Lugansk dovranno "reagire in modo adeguato". Lo scrive in una nota il ministero degli Esteri russo.

Intanto le autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, nell'est dell'Ucraina, che nel controverso referendum di domenica hanno scelto l'indipendenza da Kiev, hanno avviato colloqui per la loro unione. Lo ha reso noto il servizio stampa della Repubblica popolare di Donetsk, ripreso dall'agenzia russa Ria Novosti. La nuova entità statale, secondo alcuni, potrebbe chiamarsi Novorossia, il termine storico con cui durante l'impero zarista ci si riferiva all'attuale sud-est ucraino e a cui ha fatto di recente riferimento anche Vladimir Putin.

Una proposta per cercare di porre fine al braccio di ferro tra il governo ucraino e le regioni dell'est arriva dal governatore della regione di Donetsk, nominato da Kiev, Serhiy Taruta, che ha invitato il Parlamento ucraino ad autorizzare un referendum da tenersi il 15 giugno per dare alle regioni maggiori poteri pur restando parte dell'Ucraina. Taruta ha liquidato il referendum di domenica nelle regioni di Donetsk e Lugansk, sull'autonomia da Kiev, definendolo un "sondaggio di opinione" che manca di conseguenze legali.

Lo aveva annunciato e così ha fatto: la Russia ha presentato all'Ucraina il conto anticipato per le forniture di gas del mese di giugno: 1,66 miliardi di dollari, tenendo conto del nuovo prezzo di 485 dollari per mille metri cubi. Lo ha reso noto il portavoce di Gazprom Sergei Kuprianov ricordando che se l'Ucraina non pagherà il conto in anticipo, ovvero entro il 2 giugno - considerato che 1° è domenica - il 3 giugno il flusso verrà interrotto. "Il debito complessivo dell'Ucraina ha raggiunto i 3,505 miliardi di dollari e nessuno può mettere in dubbio che questa sia una ragione oggettiva per chiedere il pagamento anticipato" ha aggiunto Kuprianov precisando che il conto di giugno si basa su un volume di 114 milioni di metri cubi al giorno previsto dal contratto.

Il pacchetto di assistenza macrofinanziaria da un miliardo di euro concesso dalla Ue al governo di Kiev, firmato oggi a Bruxelles, in occasione della visita di una delegazione di ministri guidata dal premier ucraino Arseny Yatseniuk, può essere utilizzato per il pagamento del gas russo. Lo ha detto Simon O'Connor, portavoce del Commissario Ue per gli affari economici.

"In dieci giorni siamo in grado di pagare quanto dovuto per il gas russo al prezzo di mercato, ma è necessario che sia firmato un accordo complessivo". Così il primo ministro ucraino Arseny Yatsenyuk alla conferenza stampa al termine dell'incontro con la Commissione europea. "In ogni caso - ha aggiunto Yatsenyuk - se la Russia non applicherà prezzi di mercato, l'Ucraina intende denunciare la Russia alla Corte di Stoccolma" (si tratta dell'Arbitration Institute of the Stockholm Chamber of Commerce).