"Chi ruba va fermato, ma non si fermano le opere. Non è accettabile che ci sia chi oggi in una logica disfattista dica 'fermiamo l’Expo'. Di fronte al malaffare non si fermano i lavori pubblici. Lo Stato è più grande e forte dei ladri". Così il premier Matteo Renzi si è rivolto nel suo intervento alla Camera di Commercio di Milano dopo il vertice tenutosi questa mattina con i vertici dell’Expo e con gli amministratori locali. L'Esposizione universale, ha aggiunto il premier, è una "occasione straordinaria per rimettere in moto la speranza e la ricchezza". "Siamo assolutamente certi – ha continuato l’ex sindaco - che Expo sia una strepitosa opportunità. Possiamo perdere, forse un punto o due" per le Europee, "ma non possiamo perdere l'occasione straordinaria di rimettere in moto la speranza e la ricchezza". "Milano – ha aggiunto Renzi -è per l'Italia un punto di riferimento, siamo ad un passaggio delicato ma chiave e strategico. Se vinciamo la sfida facciamo l'Italia, se ci tiriamo indietro non siamo l'Italietta ma non siamo coerenti con la nostra tradizione, i nostri valori e la nostra idea di futuro".
Per l'Expo, ha ribadito il premier, c'è l'impegno da parte del governo a essere "operativi nel rispetto di tutte le scadenze, come l'Italia sa fare quando è sotto pressione", con "coraggio e grazia". "Il governo farà la sua parte, non molleremo questa sfida e tra un anno - ha assicurato il premier - Milano sarà in grado di vincere questa sfida". Il governo, ha spiegato, "darà una mano al lavoro del dottor Sala", commissario all'Expo, nella convinzione di poter "incoraggiare e sostenere questa iniziativa con molteplici strumenti". E tra gli strumenti il presidente del Consiglio indica "la semplificazione amministrativa e burocratica all'interno di palazzo Chigi per vincere il 'mare magnum'" della burocrazia.
Premier che ha poi rivolto un appello agli imprenditori milanesi: “Chiedo una mano – ha detto Renzi - al tessuto produttivo milanese, serve uno sforzo in più. Perché cambi il clima nel nostro paese e torni la speranza, non c'è dubbio che il governo centrale deve intervenire con sempre maggiore presenza ma chiedo una mano a voi".
L’ex rottamatore ha quindi rinnovato l’impegno ad aprire, nei prossimi mesi, “diecimila cantieri nelle scuole”.
E’ durato poco più di un’ora l’incontro del premier con i vertici dell’Expo. Riunione cui hanno partecipato anche il commissario unico Giuseppe Sala, i ministri Maurizio Martina e Maurizio Lupi, il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, il governatore, Roberto Maroni, il presidente dell'autorità anticorruzione Raffaele Cantone e il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca. E Cantone, al termine della riunione, ha confermato di aver accettato l'incarico di capo dell'Autorita anti-corruzione per Expo.
“Metteremo una regola in base alla quale chi è nato in Italia, dopo un ciclo scolastico, acquisirà la cittadinanza italiana”. Lo ha promesso Matteo Renzi ai ragazzi della scuola elementare di via Massaua di Milano durante l’incontro di questa mattina. A porre la questione proprio uno degli studenti. "Metteremo una regola per cui - ha risposto Renzi- quando hai finito un ciclo scolastico diventi italiano. Per non ripetere più casi come quello di Balotelli che a 18 anni non era ancora italiano e non ha potuto partecipare alle Olimpiadi". Se, invece, si è nati all'estero "ci sarà un percorso diverso, ma comunque - ha assicurato Renzi - una soluzione la troveremo".
E a poche ore dalla visita, proprio insieme a Renzi, ai cantieri dell'Expo, il presidente dell’autorità anticorruzione Raffaele Cantone ha sottolineato la necessità di reintrodurre reati come il falso in bilancio e rivedere i tempi della prescrizione: "Sarebbe utilissimo, così come credo sarebbe opportuno qualche ritocco alla legge Severino, soprattutto per dare maggiori poteri all'Autorità anti-corruzione". Anche lauto riciclaggio è, secondo l’ex pm, “un reato senz'altro da introdurre, anche se ad onor del vero - ha concluso - credo che abbia un'incidenza più limitata nella lotta alla corruzione".
Il premier è stato oggetto di una contestazione da parte di un gruppo di attivisti dei comitati per la casa a Milano, a poche decine di metri dalla sede dell'Expo. Il gruppo - in tutto una trentina di persone - si è avvicinato alle transenne, bloccato dagli agenti in tenuta anti-sommossa, ed ha srotolato uno striscione con scritto “Sgomberiamo Renzi” e “Stop sfratti sgomberi e pignoramenti”.
Renzi: "Su Expo ci metto la faccia, avanti con Sala"
"Expo è una grandissima opportunità per l'Italia, ma dobbiamo fermare i delinquenti e non i lavori". Dopo aver espresso "assoluta fiducia" nei confronti del commissario unico Giuseppe Sala, il premier Matteo Renzi ribadisce l'impegno del governo per l'Esposizione universale del 2015: "Io preferisco perdere qualche punto nei sondaggi piuttosto che fermare questa occasione di investimenti per l'Italia", dice Renzi. Tra poche ore il premier sarà a Milano per incontrare gli imprenditori e discutere insieme il dossier Expo. Sul banco, anche la short list per la nomina del nuovo direttore generale, in mano al commissario unico Giuseppe Sala.
"Mi fidavo di Angelo Paris, non ho mai assunto raccomandati e non ho mai visto Primo Greganti e gli altri finiti nell'inchiesta" ha affermato il commissario unico Giuseppe Sala in audizione alla commissione antimafia. All'organo presieduto da Rosy Bindi, Sala assicura "Non ho mai parlato in vita mia con questi personaggi: sarebbe perlomeno un' ingenuità parlare con persone tristemente note sul territorio lombardo e non solo".
Ammette poi che per alcune attività considerate "non sensibili" sono stati allentati i controlli antimafia: "si è ritenuto che alcuni appalti non rientrassero tra le attività sensibili e che fosse necessario semplificare le procedure amministrative. I contratti per gli allestimenti ad una cifra inferiore di 100mila euro sono quindi esentati dalle verifiche antimafia, così come quelli inferiori a 150mila euro per l'organizzazione di eventi". E lamenta: "non sono riuscito ad assegnare una gara al prezzo più economicamente vantaggioso senza avere un ricorso". Una decisione che non piace alla presidente della commissione antimafia Rosy Bindi "simo preoccupati dal fatto che per accelerare i lavori si possano abbassare i controlli contro il rischio di infiltrazioni criminali. Siamo invece convinti della necessità di rafforzare i controlli sui cantieri e sullo svolgimento delle gare, con la presenza di persone qualificate".
"Non abbiamo avuto indicazioni dalla procura di Milano di fermare o rivedere alcune gare tra quelle già assegnate''. Expo va dunque avanti, secondo quanto afferma il commissario unico alla commissione parlamentare antimafia. "Sto a quello che dice la Procura - rimarca Sala - ad oggi le gare apparentemente non sono state condizionate, ma l'attenzione è alta". Sala fornisce poi le cifre di Expo "mette a bilancio 1 miliardo e 350 milioni di euro". Nello specifico, quasi 400 milioni dalla aziende partner ed un miliardo dai paesi partecipanti. Questi i numeri di Expo, una manifestazione per la quale si attendono "oltre 20 milioni di visitatori" aggiunge il commissario unico.
Maltauro fa ammissioni parziali Negli atti, i magistrati definiscono gli incontri e i contatti tra l'imprenditore Enrico Maltauro e Sergio Cattozzo simili a "consuetudini di organizzazioni criminali". Il primo è accusato di aver pagato una tangente a quest'ultimo (ex segretario Udc ligure) in cambio di una "corsia preferenziale" nell'aggiudicazione di appalti Expo. Cattozzo, nell'interrogatorio, si è difeso: "Ho solo agito come un lobbista all'americana". Salvo poi fare delle ammissioni abbastanza chiare. "I biglietti che ho cercato di nascondere erano quelli su cui ho annotato la contabilta' delle tangenti". E' quanto ha spiegato Sergio Cattozzo al gip, durante l'interrogatorio di garanzia, in relazione ad alcuni fogli che, giovedì scorso, ha tentato di nascondere ma poi ha consegnato ai finanzieri che erano entrati nella sua abitazione per arrestarlo.
Da quanto emerge, l'imprenditore vicentino Maltauro avrebbe fatto parziali ammissioni. L'interrogatorio è durato un'ora e mezza e l'imprenditore avrebbe ammesso i fatti "nella loro materialità" così come sono stati contestati, ma si sarebbe riservato di chiarire la sua posizione in un interrogatorio davanti ai pm che avverrà nei prossimi giorni.
L'ex direttore generale di Expo Angelo Paris, nel corso dell'interrogatorio si è dichiarato totalmente estraneo alla 'cupola degli appalti'. Secondo quanto riferito dal suo legale, però, Paris ha ammesso di avere commesso degli errori e di avere delle responsabilità giudiziarie e ha chiesto al gip Antezza l'autorizzazione ad inviare alla società per cui lavora una lettera di dimissioni.
Interrogato dal Gip di Milano Primo Greganti ha negato di aver ''preso soldi e di aver interferito in maniera illecita negli appalti''. L'attività dell'ex funzionario del Pci, come ha spiegato il suo legale, è quella di ''cercare imprenditori interessati alla realizzazione di immobili in legno e di seguire tutta questa filiera, dalla lavorazione del legno alla fabbricazione degli immobili, tenendo conto che anche per l'Expo ci saranno padiglioni così realizzati''.
Mazzette scritte nere su bianco su dei post-it. Sergio Cattozzo, esponente ligure dell'Udc avrebbe confessato di aver avuto la "contabilità" delle tangenti versate dagli imprenditori alla "cupola" per ottenere appalti per i lavori di Expo, di Sogin e nel mondo della sanità lombarda. Il politico avrebbe spiegato ai pm di aver fatto "un lavoro di lobbismo all'americana, procacciando lavori per le imprese in particolare private". Racconta che c'era una sorta di "manuale del corteggiamento" che i componenti della cosiddetta ''cupola degli appalti'' utilizzavano per agganciare i manager delle società pubbliche, affinché questi ultimi indirizzassero poi gli appalti a favore delle imprese e delle cooperative vicine a tutti gli schieramenti politici e disponibili a versare tangenti. I pubblici ufficiali andavano, infatti, ''coccolati' come le ''belle donne", anche per ''due anni di seguito tra cene e aperitivi, prima di riuscire ad ottenere la loro fiducia e il loro asservimento''.