Ancora una tragedia al largo delle coste libiche. Un barcone carico di migranti è naufragato a circa un centinaio di miglia a sud dell'isola di Lampedusa. Le motovedette della Guardia Costiera e le navi della Marina Militare hanno salvato 240 persone e recuperato per ora 14 cadaveri. È il secondo episodio in pochi giorni: domenica è arrivata la notizia di un'altra imbarcazione affondata sempre al largo delle coste della Libia, vicino Tripoli. Nell'incidente sarebbero morte almeno 40 persone.
L'episodio, l'ennesimo, ha immediatamente riaperto il dibattito sulla gestione delle frontiere. Il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha affrontato il problema con i colleghi dei 28 paesi. "C'è consapevolezza che non è una questione che riguarda solo l'Italia o solo i paesi del sud del mediterraneo" fa sapere, aggiungendo che "è un dovere morale di tutti, in quanto esseri umani, farsi carico del fatto che non muoiano persone nel Mediterraneo". Interviene anche il presidente del Parlamento Europeo che si dice scioccato dall'accaduto. "L'Europa deve urgentemente prendersi le sue responsabilità per mettere fine a questa catastrofe - ha detto Schulz - Non possiamo continuare a girarci dall'altro lato lasciando l'Italia, la Spagna, la Grecia o Malta affrontare da sole queste situazioni drammatiche".
Le autorità marittime italiane sono state informate dall'equipaggio di un rimorchiatore al servizio di alcune piattaforme petrolifere. Secondo la segnalazione, l'imbarcazione - sulla quale c'erano circa 400 persone - si sarebbe rovesciata. Sul luogo dell'incidente sono intervenuti, oltre ai mezzi della Marina Militare e delle Capitanerie di Porto impegnate nell'operazione Mare Nostrum, anche alcuni mercantili che sono stati dirottati in zona per le operazioni di soccorso.