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Caso Scajola, la Dia sequestra il suo archivio

La Dia di Reggio Calabria ha sequestrato decine di raccoglitori e dossier riservati che Claudio Scajola custodiva nei propri studi di Roma, Imperia e Diano Calderina. Non solo. A venire sequestrati sono stati anche migliaia di documenti che gli investigatori hanno trovato nella cantina della segretaria di Amedeo Matacena, l'ex deputato di Forza Italia ora latitante a Dubai. Lo riporta il Corriere della Sera. Tutto questo materiale sarà preziosissimo per l'inchiesta che ha portato in carcere Scajola e tutte le persone che negli ultimi mesi hanno protetto e agevolato - secondo l'accusa - la latitanza di Matacena. Le ricerche si concentrano sulle movimentazioni bancarie per ricostruire i flussi di denaro che avrebbero permesso a Scajola e a gli altri di creare il sistema criminoso come lo hanno definito i magistrati dell'inchiesta. Tra i movimenti sospetti, alcuni trasferimenti effettuati da Chiara Rizzo, arrestata ieri all'aeroporto di Nizza, in Francia. I documenti conservati da Scajola sono su politici, imprenditori, personaggi con cui l'ex ministro ha avuto a che fare nella sua lunga attività. Per i pm il politico è 'socialmente pericoloso'.

La moglie di Matacena aveva fatto sapere che si sarebbe presentata spontaneamente in serata, arrivando in aereo prima a Roma e poi a Reggio Calabria per mettersi a disposizione dei magistrati. Ma la polizia francese, insieme alla Dia, ha anticipato i tempi, forse sospettando una tattica dilatoria, e l'ha attesa all'aeroporto di Nizza. Il marito attualmente è latitante a Dubai, libero ma senza passaporto, dove si è rifugiato per sfuggire alla condanna a cinque anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. E proprio da Dubai rientrava Chiara Rizzo. In abbigliamento sportivo, è rimasta sorpresa quando è scesa dalla scaletta e ha visto gli agenti che le si facevano incontro per notificarle il mandato di arresto europeo del gip di Reggio nell'ambito dell'inchiesta che ha portato in carcere anche l'ex ministro Claudio Scajola.

La donna è accusata di essere stata al centro di una serie di manovre economiche che per l'accusa avevano il solo scopo di occultare le reali disponibilità di Matacena e della sua famiglia, celando la titolarità delle società dietro nomi di comodo e con società di diritto estero. Una strategia che avrebbe previsto anche l'"apparente" separazione dei coniugi. Una circostanza emersa da una telefonata intercettata nel corso della quale la donna dice a un'amica che le fa i complimenti per la scelta che "non si tratta di una separazione". E dopo, parlando con un altro arrestato, dice: "Tu lo sai per quali motivi...ma poi non hanno capito della gravità se questa cosa si sa in giro!?'". Matacena, da Dubai, si è detto devastato dalla notizia dell'arresto della moglie. Ha voluto sottolineare, però, che "non si tratta di un arresto. E' voluta tornare spontaneamente in Italia".

Inserita nel 2010 in un book fotografico sulle più belle donne del Principato di Monaco, dove risiede, la Rizzo era anche colei che teneva i contatti con Scajola che, a giudizio del gip, era completamente "asservito" a lei. Ed erano loro che parlavano, con un linguaggio criptico che gli investigatori pensano di avere disvelato, di Beirut e di come trasferirvi Matacena. L'aiuto di Scajola, però, per i pm della Dda, non nasceva solo da rapporti di amicizia. L'ex ministro, infatti, è indagato in stato di libertà, insieme agli altri arrestati e con Vincenzo Speziali, nipote omonimo dell'ex senatore del Pdl, per concorso esterno in associazione mafiosa. Accusa che nasce dal convincimento dei pm che tutti abbiano preso parte "a un'associazione segreta collegata alla 'ndrangheta" che ha fornito un "qualificato contributo" al sistema criminale della 'ndrangheta, diventando "terminale di un complesso sistema criminale".

Non è escluso che anche questi argomenti, ipotizzati in un decreto di perquisizione ma non contestati nell'ordinanza di custodia cautelare, possano essere oggetto dei prossimi interrogatori della Rizzo. Che prima, però, dovrà essere estradata in Italia. Una procedura che richiederà alcuni giorni. Lunedì è in programma l'udienza di convalida davanti al giudice francese. Una scelta, quella dell'arresto a Nizza, criticata da uno dei legali della donna, l'avvocato Bonaventura Candido, che ha voluto sottolineare che "a fronte di un biglietto pagato dalla signora, adesso il trasferimento sarà a carico dello Stato e inoltre si allungheranno i tempi". Ma, forse, i magistrati non hanno fretta.