La notizia che la Regione anticiperà 52 milioni di euro per pagare, fino a giugno 2013, gli oltre 10.000 lavoratori in ammortizzatori sociali che attendono da 15 mesi il previsto assegno INPS, rappresenta solamente un atteso e importante atto di buona volontà da parte della Giunta, che il sindacato apprezza. Ma non è la soluzione del problema. Per garantire la copertura economica per tutto il 2013 mancano all’appello altri 70 milioni.
Quasi tutte da definire le 14.700 domande presentate dai lavoratori per gli ammortizzatori sociali relativamente a quest’anno. Si stima che il fabbisogno finanziario per gli ammortizzatori 2014 si aggiri intorno a 160 milioni di euro. Risorse tutte in capo allo Stato che al momento ha stanziato 1,070 miliardi di euro, di cui alla Sardegna dovrebbe andare la quota-parte del 5,93%, poco più di 70 milioni di euro, circa la metà di quanto necessario per mettere in sicurezza tutti i lavoratori per l’intero 2014.
La situazione ammortizzatori sociali è il regno dell’incertezza. Non si sa, infatti, se il Governo proseguirà – e per quanto tempo - in questa forma straordinaria di assistenza per lavoratori coinvolti in crisi aziendali create dalla congiuntura internazionale; se Palazzo Chigi ha un piano di politiche attive per il lavoro da integrare eventualmente con quelle della regione Sardegna.
La Cisl sarda ricorda che obiettivo della lotta sindacale è il lavoro non la difesa degli assegni sociali.
Domani mattina, 9 maggio, nei locali della Cisl via Ancona 11 (ore 9,30), la segreteria regionale e i responsabili delle federazioni di categoria metteranno a punto la strategia per ottenere da Regione e Governo impegni concreti sul pagamento degli ammortizzatori sociali oppure piani del lavoro che riportino operai e impiegati dentro gli stabilimenti. Com