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Ammortizzatori sociali in deroga: la Cisl Sardegna prepara la mobilitazione

La situazione dei lavoratori in ammortizzatori oscilla continuamente tra promesse di risorse ministeriali stanziate e in arrivo, impegni e lettere della Giunta, contrattempi burocratici. L’unica vera realtà è che sono sempre i lavoratori a subire gli effetti, prevalentemente negativi, di questi interessamenti sempre annunciati e quasi mai coronati da successo. La maggior parte di questi lavoratori non vede un euro da molti mesi.

La Cisl sarda è stanca di una situazione insostenibile per tutti – soprattutto per le famiglie degli oltre 10 mila lavoratori che da gennaio 2013 attendono la liquidazione del sussidio – che mina indirettamente anche la credibilità del sindacato. E’ un diritto dei lavoratori in ammortizzatori sociali avere in tempi ragionevoli, compatibili con esigenze familiari, quanto loro promesso e, soprattutto, dovuto.

Da quasi due anni, nonostante le mobilitazioni dei lavoratori, le interlocuzioni con la Regione hanno per oggetto quasi esclusivamente durata della Cig, assegni agli operai e impiegati in mobilità in deroga, cioè le pur necessarie e vitali politiche passive del lavoro. L’opera di tutela dell’occupazione – caratteristica del sindacato – deve, invece, esplicarsi soprattutto in azioni per il recupero dei posti di lavoro, individuazione e promozione, unitamente alle forze imprenditoriali e politiche, di iniziative per sviluppo e lavoro.

Ma su questo fronte la vecchia Giunta regionale ha ottenuto ben poco. Dalla nuova Giunta e dal Presidente Pigliaru si attendono iniziative concrete per non condannare i lavoratori a un destino di cassintegrazione, mobilità in deroga e ammortizzatori sociali. C’è bisogno che l’attuale Esecutivo dia segnali concreti di voler passare dall’ordinaria amministrazione a una politica di aggressione delle vere emergenze. E’ così difficile partorire un piano straordinario per il lavoro accompagnato dalla necessaria copertura finanziaria?

In assenza di risposte, la Cisl metterà in campo iniziative adeguate per far sentire la voce dei lavoratori sia in viale Trento sia a Roma. Com