Pacta sunt servanda. "I patti si rispettano": questo l'invito rivolto dal ministro per le Riforme Maria Elena Boschi al leader di Forza Italia ex cavaliere ed ora ai servizi sociali per una enorme frode fiscale.
Nei giorni scorsi l'ex premier ha infatti sconfessato il "patto del Nazareno" - l'accordo siglato col premier Renzi per le riforme - bollando come "incostituzionale" la proposta sul nuovo Senato. Per Maria Elena Boschi, L'ex premier che in venti anni ha rivinato l'Italia, fa propaganda e anche il premier Renzi ha derubricato a "fibrillazioni elettorali" le sue esternazioni. Più duro il leader del Nuovo Centrodestra Angelino Alfano: "Sul Senato andiamo avanti anche senza Berlusconi, abbiamo i numeri e poi potremo affrontare il referendum confermativo".
Il presidente del Consiglio - ieri a margine delle celebrazioni per il 25 aprile - ha detto di essere atteso oggi al Colle dal presidente Giorgio Napolitano. L'attenzione del Quirinale per le riforme istituzionali è nota. Solo un anno fa, Napolitano accettò il secondo mandato presidenziale a patto che i partiti si impegnassero a cambiare parte della costituzione. Il premier ha più volte annunciato di voler approvare la riforma del Senato in prima lettura entro il 25 maggio, data delle elezioni europee. Ieri, il ministro Boschi, però, sottolineava che "due o tre settimane in più non sarebbero un dramma".
Il punto che più fa discutere - dentro e fuori dalla maggioranza - è la natura non elettiva che il nuovo Senato assumerebbe. All'interno del Pd i civatiani sono pronti a votare la "proposta Chiti", depositata proprio dall'ex ministro per far sì che Palazzo Madama resti una camera elettiva. Proposta, che potrebbe essere sostenuta anche dal movimento 5 Stelle. Martedì 29, proprio per comporre queste divisioni interne, il premier dovrebbe incontrare i senatori democratici. In questi giorni, per altro, sono in corso contatti con Denis Verdini, "pontiere" dei rapporti tra il Pd e Forza Italia.
Non è da escludere che, se dal Colle dovesse arrivare una nuova esortazione a procedere con le riforme, la "rottura" di Berlusconi potrebbe comporsi.