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Mosca contro Kiev: “Viola gli accordi”. E Putin apre alla cittadinanza per i russofoni

Arriverà oggi a Kiev il vicepresidente americano Joe Biden per una serie di "incontri con i leader governativi e membri della società civile" ucraina in vista delle elezioni in programma il 25 maggio. Intanto, nelle regioni orientali dell’Ucraina, non regge la tregua pasquale e, anche ieri, si sono contati nuovi morti negli scontri tra filorussi e uomini fedeli al governo centrale, con il ministro degli esteri russo che accusa Kiev e avverte gli Usa: "Prima di lanciare ultimatum, vorremmo invitare la controparte americana a capire la responsabilità di quelli che ha portato al potere". Anche Papa Francesco, nel messaggio Urbi et Orbi, ha voluto lanciare un appello affinché cessi la violenza in Ucraina. Nel frattempo, a Mosca, il presidente Vladimir Putin ha promulgato la legge che  facilita l'iter burocratico per tutti i russofoni degli stati dell'ex Urss che chiedono di avere un passaporto russo.

E dall'Ucraina arriva la notizia secondo cui tre giornalisti, di cui almeno uno italiano, sarebbero stati fermati dai filorussi e gli sarebbe stata sequestrata l'attrezzatura. A dare la notizia è un'agenzia di stampa ucraina citata dall'inviata di RaiNews Lucia Goracci. I tre giornalisti sarebbero, secondo le indiscrezioni ancora non confermate dalla Farnesina che sta indagando, un italiano, un bielorusso e un terzo di nazionalità non specificata ma con un nome che potrebbe essere italiano o di origine italiana.

Putin lo aveva promesso e, nel pieno della campagna ucraina, ha promulgato la legge destinata a tutti i russofoni sparsi negli stati dell'ex Unione Sovietica che chiedono di avere un passaporto russo. II sito del Cremlino ha annunciato, appunto, la promulgazione di una legge che facilita l'iter burocratico per ottenerlo. La legge rende più facile e veloce ottenere la cittadinanza per i madrelingua russi i cui ascendenti diretti vivono o abbiano vissuto in Russia, o in un territorio che faceva parte dell'impero russo o dell'Urss. La legge riduce i tempi e le difficoltà dell'iter, stabilendo che ogni richiesta deve essere valutata entro tre mesi.

Una nuova sfida politica dal momento che già ora è possibile avanzare questa richiesta, ma comunque anche una mossa che sicuramente faciliterà la concessione della cittadinanza russa per la quale oggi bisogna percorrere un iter di qualche anno: la legge infatti stabilisce che ogni richiesta deve essere valutata entro tre mesi. Quella dei cittadini russofoni disseminati negli stati dell'ex Urss è un tema che Putin ha sollevato più volte durante la crisi ucraina. Sono già milioni i cittadini dell'ex Unione Sovietica che hanno la doppia cittadinanza. E' così, ad esempio, per quasi la metà della popolazione del Kazakistan - per dare un idea delle dimensioni del fenomeno -, e così era per una buona fetta della Crimea.

Da Mosca arrivano le parole del ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov che accusa Kiev di non fare nulla per eliminare le cause della profonda crisi ucraina, violando così grossolanamente gli accordi di Ginevra. "Gli accordi di Ginevra non specificano l'arco temporale – ha detto Lavrov - ma le misure devono essere prese urgentemente". Secondo il ministro russo poi la sparatoria di Pasqua vicino a Sloviansk è "oltre ogni limite" e dimostra l'incapacità o la riluttanza delle autorità di Kiev a controllare gli estremisti. Lavrov ha poi definito “inaccettabile” la dichiarazione di Kiev secondo cui il Maidan si può mantenere occupato. I tentativi di isolare la Russia dal resto del mondo, ha spiegato il ministro, sono senza prospettive perché è semplicemente impossibile farlo.

L'isolamento non ha mai portato a nulla. Chi ha provato a farlo con diversi paesi e governi è alla fine stato costretto a parlare con chi si voleva isolare". Lavrov si è quindi rivolto direttamente agli americani: "Prima di lanciare ultimatum, vorremmo invitare la controparte americana a capire la responsabilità di quelli che ha portato al potere". “La Russia – ha concluso il ministro - metterà fine a qualsiasi tentativo di scatenare una guerra civile in Ucraina".

Mentre due membri della commissione affari esteri del Senato Usa, il repubblicano Bob Corker e il democratico Chris Murphy, chiedono sanzioni più forti contro la Russia, oggi è atteso a Kiev il vicepresidente americano Biden. Una visita legata alle prossime elezioni che si terranno in Ucraina a fine maggio. Biden avrà nei prossimi giorni una serie di incontri con  i leader governativi e i membri della società civile. A Washington, i due senatori che chiedono sanzioni più dure hanno affermato che Mosca sinora ha ignorato gli sforzi degli Usa e delle nazioni europee per persuaderla a ritirarsi dal confronto. Il prossimo obiettivo delle sanzioni, ha detto Murphy, potrebbero essere le compagnie petrolchimiche e le banche di Mosca. L'amministrazione Obama si è detta preparata a intraprendere ulteriori azioni contro Mosca, se gli sforzi diplomatici falliranno.

Nel suo appello per la pace nel mondo e per la fine di ogni conflitto Papa Francesco, nel messaggio Urbi et Orbi pronunciato dalla loggia centrale di San Pietro dinanzi a una folla di quasi duecentomila persone, ha voluto citare anche l’Ucraina. La concomitanza della Pasqua cattolica e di quella ortodossa ha dato lo spunto ecumenico alla preghiera di "illuminare e ispirare iniziative di pacificazione in Ucraina", perché - ha affermato il Pontefice - "tutte le parti interessate, sostenute dalla comunità internazionale, intraprendano ogni sforzo per impedire la violenza e costruire,  in uno spirito di unità e di dialogo, il futuro del Paese".

Intanto l’autoproclamato sindaco di Sloviansk, la cittadina dell’est ucraino teatro degli scontri che hanno segnato la fine della tregua pasquale, scontri di cui le parti si accusano a vicenda, ha chiesto alla Russia l’invio di peacekeeper ed ha imposto il coprifuoco. Vyacheslav Ponomaryov ha fatto appello a Mosca perché mandi le sue truppe nell'est dell'Ucraina per il mantenimento della pace. "Stanno uccidendo i nostri fratelli", ha dichiarato durante una conferenza stampa alla televisione di Stato russa.

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