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Crisi Ucraina: telefonata Obama-Putin, si incontreranno a Ginevra. A Est cresce la tensione

Su richiesta di Mosca – precisa la Casa Bianca – Barack Obama ha avuto un colloquio telefonico con Vladimir Putin, che gli ha chiesto di usare la sua influenza su Kiev “per evitare l’uso della forza e lo spargimento di sangue”. Al centro della telefonata l’escalation nell’est russofono, dove i miliziani filorussi hanno occupato i palazzi governativi, una protesta che il Cremlino definisce come una conseguenza “dell’incapacità del regime di Kiev di considerare gli interessi dei russi e dei russofoni". Dall’altro capo del telefono Obama ha invitato di nuovo la Russia a ritirare le truppe al confine con l’Ucraina. Entrambi concordano: bisogna trovare una soluzione diplomatica, si incontreranno il 17 a Ginevra.

Dal Lussemburgo i ministri degli Esteri dell’Unione Europea hanno deciso di allungare l’elenco di personalità russe – fino ad oggi erano 33 tra funzionari, politici e imprenditori - che verranno colpite dalle sanzioni per il loro ruolo nella crisi ucraina, iniziata a piazza Maidan e approdata nell’est del Paese dopo la secessione della Crimea. A dirlo, il capo della diplomazia europea, Catherine Ashton. Frena invece la responsabile della Farnesina, Federica Mogherini: “Non è in questione il passaggio dalla fase 2 alla fase 3 delle sanzioni – ha spiegato – è in corso un ragionamento sull’estensione della lista che avverrà nei prossimi giorni o la prossima settimana”. In un colloquio con il presidente Hollande, anche Obama torna a parlare dei “significativi e ulteriori costi” che la Russia si troverà ad affrontare “se continuerà con questo atteggiamento”.

Mentre l’Occidente dibatte sulle sanzioni, in Ucraina la tensione è sempre più alta. Un caccia russo ha sorvolato, più volte e da molto vicino, una nave da guerra statunitense nel Mar Nero. Non c’è stato alcun incidente ma per gli ufficiali al comando della Donald Cook è stata un provocazione che viola i trattati internazionali e che ha costretto l’equipaggio a lanciare diversi avvertimenti via radio.

Nelle regioni orientali di Donetsk i filorussi hanno ignorato l’ultimatum lanciato da Kiev e, anzi, hanno occupato due commissariati a Horlivka e Turchynov ha deciso di inviare l'esercito. Ancora: i russofoni ucraini si sono rivolti a Putin per chiedere l’intervento di Mosca perché li protegga dal “genocidio”. E la risposta del Cremlino non si è fatta attendere nelle parole del portavoce di Putin, Dmitry Peskov: “Purtroppo, stiamo ricevendo molte richieste dalle regioni orientali dell'Ucraina, rivolte personalmente a Putin, in cui si domanda di intervenire in qualche modo".

L’appello del presidente ucraino, invece, è arrivato al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, cui ha chiesto di controllare l'operazione antiterrorismo nell'est" dell'Ucraina, "con professionisti e osservatori che potrebbero verificare la legittimità delle nostre azioni".

"Non stiamo attivamente valutando la possibilità di inviare aiuti letali" a Kiev, ha detto il portavoce Jay Carney, dopo che un consigliere del segretario di Stato John Kerry, Thomas Shannon, aveva rivelato che gli Usa guardano a questa eventualità. Washington conferma invece la visita a Kiev del numero uno della Cia, John Brennan, definendola una visita di routine e respingendo qualsiasi illazione come “assurda”. Lapidario il ministro degli Esteri Lavrov: “Non è una spiegazione ragionevole”.