L'ex parlamentare Nicola Cosentino torna in carcere. E' stato arrestato dai carabinieri di Caserta insieme con i fratelli Giovanni e Antonio nell'ambito di un'inchiesta sulla vendita di carburanti in provincia di Caserta. Le accuse sono di estorsione e concorrenza sleale aggravata dalla finalità camorristica.
Cosentino, ex coordinatore regionale del Pdl, fu arrestato una prima volta il 15 marzo del 2013. Scelse per costituirsi il carcere napoletano di Secondigliano. Entrò in cella "da persona innocente", disse. Alla fine di "un calvario di cui non riesco a comprendere la necessità". Condannò "la camorra" come la "forma più nefasta di illegalità". Nel novembre 2013, era tornato in libertà poiché erano cessate le esigenze cautelari: era imputato per il reimpiego di capitali illeciti, aggravati dall'accusa di aver agevolato il clan dei Casalesi per la costruzione, non avvenuta, di un centro commerciale a Casal di Principe.
L'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Cosentino, emessa dal gip di Napoli ed eseguita dai carabinieri di Caserta, fa parte di un insieme di 13 misure cautelari nei confronti di altrettante persone, tra cui Pasquale e Antonio Zagaria, fratelli di Michele, boss del clan dei Casalesi.
La famiglia Cosentino, proprietaria di vari distributori di carburante, avrebbe agito con pratiche commerciali lesive della concorrenza. Secondo il Pm di Napoli i fratelli Cosentino, in concorso con dirigenti pubblici, funzionario della Regione e del Comune di Casal di Principe, e complicità di funzionari della Q8, hanno ottenuto rapidamente il rilascio di permessi e licenze per costruire impianti, anche quando c'erano cause ostative. Inoltre avrebbero costretto amministratori e funzionari pubblici locali a impedire o rallentare la costruzione di impianti di aziende concorrenti anche con atti amministrativi illegittimi.
Nella ricostruzione dei magistrati napoletani ha contribuito il titolare di una stazione di servizio in corso di costruzione a Villa Briano, Luigi Gallo, il cui racconto ha trovato riscontri nelle indagini. All'indagine hanno contribuito anche collaboratori di giustizia e l'acquisizione di documentazione sull'apertura di due impianti di distribuzione di idrocarburi al Comune di Casal di Principe e in quello di Villa di Briano.