L'evento della 31a giornata è la seconda sconfitta (meritata) della Juve in questo campionato dopo il ko di Firenze (4-2) dello scorso 20 ottobre. Al San Paolo i bianconeri alzano bandiera bianca (2-0) di fronte ad un super Napoli, protagonista di un match di altissimo profilo. Capitolo scudetto non ancora chiuso (Roma a -11 ma con una gara da recuperare, mercoledì prossimo all'Olimpico col Parma, e con lo scontro diretto alla penultima giornata da disputare in casa), questione secondo posto (Champions senza preliminari) tutt'altro che archiviata, con gli azzurri di Benitez a -6 dai giallorossi. Copioni, intendiamoci, difficili da stravolgere, ma finché c'è la matematica... c'è anche speranza (per chi insegue). Squadra di Garcia che comunque se la gode dopo il colpo di Reggio Emilia contro il disperato Sassuolo: a 7 turni dalla fine, qualcosa potrebbe ancora succedere. E non è poco, visto il ritmo-schiacciasassi tenuto dalla Signora in questa stagione.
Primo tempo tambureggiante dei partenopei, che costringono per lunghi tratti gli ospiti nella loro metà campo e creano quattro nitide palle-gol. Di fronte, però, c'è un monumentale Buffon che para di tutto di più. Primo miracolo al 6' su tocco ravvicinato di Callejon. A ruota altro grande intervento su Higuain, Hamsik segna sulla ribattuta ma Orsato annulla per fuorigioco (decisione giusta). Servito da Henrique, al 10' ci prova ancora Hamsik, ma il n.1 bianconero risponde da campione alzando sopra la traversa lo splendido sinistro dello slovacco. La partita-monstre prosegue al 29': potente diagonale di Callejon, Buffon salva con i pugni. Tira e ritira, alla fine il Napoli passa meritatamente (37'): cross Insigne, Callejon firma il vantaggio anticipando Asamoah. Per lo spagnolo è la dodicesima rete stagionale. Juve in evidente difficoltà e mai incisiva davanti, a parte un sinistro innocuo di Lichtsteiner che non spaventa Reina. L'assenza di Tevez, squalificato, pesa e non poco.
Si riparte e Buffon si esibisce nell'ennesimo volo deviando sulla traversa una velenosa punizione di Ghoulam (56'). I cambi di Conte (Marchisio per Pogba, Vucinic per Osvaldo) non scuotono la Juve, mai pericolosa. Dirompente invece la sostituzione di Rafa Benitez (79'): fuori Hamsik, dentro Mertens. L'attaccante belga ci mette due minuti per mettere un punto sulla sfida (81'): contropiede fuliminante, evitati Marchisio e Lichtsteiner, e botta incrociata su cui la saracinesca Buffon stavolta non può arrivare. Canta il San Paolo, fa festa il Napoli: la notte è di quelle da cerchiare in rosso.
A Reggio Emilia la Roma passa 2-0 sui neroverdi. Consueto 4-3-3 per Di Francesco, col reparto offensivo formato da Berardi, Floccari e Nicola Sansone. Maicon e Totti (entrerà al 79’) risparmiati da Garcia in vista del recupero col Parma di mercoledì, in difesa gioca Torosidis a destra, nel tridente d’attacco c’è Destro con Florenzi e Gervinho. La Roma fa possesso palla e tiene il campo. Il Sassuolo ha difficoltà a salire. In disimpegno, Chibsah mette in difficoltà Missiroli con un appoggio azzardato, Nainggolan recupera palla e manda in porta Destro che con un tocco sotto scavalca Pegolo: decimo gol in campionato per il giovane bomber (16’). Nel finale l’arbitro Rizzoli (scelto per i Mondiali in Brasile) protagonista in negativo: nell’area romanista c’è un contatto tra Sansone e Benatia, il direttore di gara sorvola, ma richiamato dall’arbitro d’area Peruzzo concede il rigore; dopo le proteste dei giocatori della Roma, Rizzoli consulta di nuovo il collaboratore e decide di riprendere il gioco con un calcio di punizione per i giallorossi, questa volta tra le rimostranze del Sassuolo. Nella ripresa la Roma non ha problemi a controllare la gara. Il raddoppio arriva all'ultimo dei 6' di recupero: Totti ruba palla allo svagato Mendes e la offre a Bastos che segna il suo primo gol italiano. I neroverdi, che hanno incassato 61 gol, restano a -5 dalla quart'ultima.
La Fiorentina resta quarta con la politica dei piccoli passi. A Marassi, contro la Sampdoria, finisce a reti bianche. Montella ripropone Cuadrado terzino destro, centrocampo a tre e Matri davanti a Wolski e Ilicic.
Mihajlovic dà fiducia a Maxi Lopez, piazzandogli alle spalle Gabbiadini, Soriano ed Eder. Ne viene fuori una gara combattuta anche se a tratti confusa. Subito un'occasione per Eder (girata sbagliata), poi un paio di conclusioni di Borja Valero. A fine frazione Neto risponde a una punizione di Gabbiadini, quindi Mati mette a lato da buona posizione. La ripresa si apre con Maxi Lopez che impegna in diagonale Da Costa. Risposta viola con un'azione insistita conclusa da tiro, murato, di Borja Valero. Palombo ci prova da lontano, fuori di pochissimo. Al 78' solita bordata di Vargas, stavolata su punizione, e palla che sbatte sull'incrocio e rimbalza in campo. Sicuramente l'occasione più nitida del match. In pieno recupero perde la testa Mihajlovic che viene espulso mentre inveisce contro il direttore di gara.
Sofferta vittoria della Lazio, 3-2 sul Parma. Klose punta unica per Reja, con Candreva, Mauri e Lulic alle sue spalle. Donadoni schiera Schelotto, Cassano e Biabiany nel tridente (Amauri è squalificato). Padroni di casa in vantaggio al 15' con Lulic pronto a mettere a fil di palo di piatto il cross di Konko. La reazione ospite si concretizza al 26': botta di Cassano, Marchetti respinge addosso a Biabiany che controlla, salta il portiere e deposita in rete. Nella ripresa altalena di emozioni. Cassano giostra palloni per i compagni senza trovare lo spunto vincente. Che invece trova Klose (67') servito da un bellissimo filtrante dell'ispirato Lulic. La Lazio lascia l'iniziativa agli ospiti che prendono campo e trovano il pari all'81' su un incredibile autogol di Ciani, anche se il demerito è di Marchetti. Il difensore, infatti, tocca precipitosamente all'indietro per anticipare Palladino, ma il portiere si fa passare fra le gambe un pallone non irresistibile. Sul 2-2 in campo saltano le distanze fra i reparti. Il Parma ha un paio di opportunità, un paio ne ha pure la Lazio. Che passa al 93': cross rasoterra di Keita e anticipo di Candreva che mette sotto la traversa. Per i ducali è la seconda sconfitta consecutiva dopo la serie utile di 17 partite.
Il Verona regola 3-0 un Genoa troppo impreciso. I gialloblù vogliono interrompere la serie di quattro sconfitte di fila e partono a testa bassa.
Marquinho, Toni e Iturbe danno vivacità alla fase offensiva, dall'altra parte Gilardino è sempre pericoloso. L'equilibrio lo spezza Donadel (35') con una stoccata a pelo d'erba da fuori area che accarezza il palo interno, oltre le possibilità di allungo di Perin. Iturbe manca una chance di raddoppio, poi, proprio al 45' Albertazzi riceve la seconda ammonizione e lascia il Verona in dieci per l'intera ripresa. Dove però è il Verona a confezionare le opportunità migliori. Iturbe serve Toni che calcia di poco a lato, Cacciatore impegna Perin, toni e Iturbe non riescono a chiudere un contropiede, toni non trova la porta di testa. Genoa molto impreciso sulla trequarti, la squadra si sfilaccia col passare dei minuti. All'88' Marquinho va in fuga in contropiede e generosamente serve a Toni il facile 2-0. Al 94' doppietta per Toni che finalizza un altro contropiede.
Torino a quota 42 punti grazie al successo interno 2-1 sul Cagliari. Sardi guardinghi, i granata cominciano subito l'assedio senza trovare però veri spunti. Una disattenzione di Glik quasi regala il vantaggio al Cagliari: Pisano ruba palla al polacco e la crossa per Nené, che non arriva alla deviazione. Il torino si scuote e stringe i tempi. Meggiorini in scivolata manca di un soffio il bersaglio, Bovo da fuori trova pronto Avramov. Al 45' Cerci trova lo spazio per il cross fra due difensori ed El Kaddouri ringrazia. Lopez comincia la ripresa inserendo Ibarbo per Cabrera, ma il Cagliari non cambia l'atteggiamento attendista. Viene fuori così il Torino. Meggiorini, schierato per lo squalificato Immobile, impegna severamente Avramov. El Kaddouri non finalizza una bella azione corale. Conti potrebbe gelare i tifosi granata, ma sbaglia il colpo di testa mentre era tutto solo in mezzo all'area. Il Cagliari restituisce subito il favore, Basha tutto solo non trova la deviazione vincente. Il raddoppio lo trova Cerci (12° gol) lanciato da Vives in campo aperto al 71'. Ma la partita non va in ghiaccio perché al 77' la poderosa girata di testa di Nenè riapre i giochi. E' però il Torino ad andare più vicino al gol nei minuti finali: errore di Avramov che consegna la palla a Cerci il quale pecca di egoismo e si fa chiudere.
Il 31° turno si concluderà con il doppio posticipo del lunedì sera. Prima Udinese-Catania, con gli etnei che cercano punti salvezza sul campo di una squadra ormai tranquilla. Infine Livorno-Inter, che vale per i labronici la possibilità di lasciare il terz'ultimo posto di fronte ai nerazzurri che vogliono mettere carburante per l'inseguimento al quarto posto.