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Bersani torna in tv: “Lealtà a Renzi ma non gli consegno il cervello. Legge elettorale va cambiata”

Pier Luigi Bersani torna, per la prima volta dopo il malore avuto ad inizio gennaio 2014, in uno studio televisivo per parlare del dibattito interno al suo partito, mentre il governo Renzi muove i suoi primi passi. Ospite alla trasmissione "Che tempo che fa" di Fabio Fazio, è stato accolto con una standing ovation, con tanto di piedi battuti sulle tribune del pubblico. Bersani ha spezzato l'emozione con una battuta che riprende la parole del 'lancio' della sua presenza nel talk di Fazio: "Che devo dire... Anch'io sono contento di rivedervi...".

"Mi ero reso conto che rischiavo la pelle, ma quando ho visto la rassegna stampa - ha detto l'ex segretario Pd riferendosi al suo drammatico malore - mi ero preoccupato. Ero più di qua che di là e - dice tornando serio - ringrazio tutti i giornali, di destra e di sinistra. Posso solo dire che quelle pagine e quei titoli, mi spiace che dovrete rifarli...". Poi una battuta, una autocitazione per la verità, se la concede anche il padrone di casa. Quando Bersani si schermisce dicendo che a evocare certi concetti "si viene tacciati di essere buonisti", Fabio Fazio ricorda che "come ho già avuto modo di dire, questa storia del 'buonismo' ha rotto le palle...".

Alla domanda se darà una mano a Matteo Renzi, Bersani ha risposto "assolutamente sì". "Ma lo farò con le mie idee - ha aggiunto - Ho salvato il cervello per un pelo non posso consegnarlo adesso". Insomma, "c'è da aspettarsi da me assolutamente lealtà e fedeltà alla ditta, ma anche qualche opinione e spero qualche buon consiglio", spiega l'ex segretario del Pd.
"Sono convinto che la riforma elettorale debba essere migliorata: sulla parità di genere qualcosa bisogna fare. Quando sento alcune donne che dicono che sono contrarie mi viene la pressione alta. Se io non avessi messo la regola della parità nelle primarie non ci sarebbe il 40 per cento di donne nel Pd in parlamento". Bersani ha detto no anche ai "nominati" e alle soglie di sbarramento troppo alte. "Un meccanismo maggioritario che si sappia chi ha vinto a partire dal giorno dopo sono stradaccordo: sono i meccanismi a cui ci si arriva che …l'8 per cento mi sembra una roba enorme, si parla di milionate di elettori".

"Vedo una fragilità, un rischio" nel Pd, che si è manifestato nella vicenda "che mi riguarda" e "anche nel modo in cui si è passati da Letta e Renzi", ha spiegato Bersani: "Per essere utili al Paese il partito deve essere un soggetto politico, non uno spazio politico dove corrono tutti gli individualismi e anche i cinismi - ha affermato Bersani - Sto pensando non a Renzi, ma nel complesso alla nuova generazione che sta irrompendo nel Pd". Il partito "rischia di essere una specie di idrovora, di nastro trasportatore di quello che la società chiede. Così il Pd potrà anche garantirsi l'eternità ma non avrà la forza di cambiare", ha avvertito l'ex segretario.