I Carabinieri della Stazione di Seneghe hanno denunciato in stato di libertà otto persone, coinvolte a vario titolo nella commissione di delitti contro il patrimonio , L.A. , di 42 anni, di Ossi (SS), G.A., di 32, di Santa Teresa di Gallura, I.D., di 40, di Sassari, A. H., di 43 anni, egiziano, residente a Crema, A.M., di 62 anni, di Sassari, C.F., di 49 anni, di Capoterra (Ca) e domiciliato in Santa Teresa di Gallura, C.V., di 78, di Santa Teresa di Gallura e F.A., di 34 anni, di Sassari.
L’indagine, che è durata circa un anno, ha preso corpo a seguito di una querela presentata ai militari del paese, da un giovane imprenditore di Allai, il quale aveva subito una truffa consistente nella vendita di un escavatore di proprietà a sedicenti imprenditori del nord Sardegna (L.A. e G.A.), pagato con assegni risultati poi scoperti, intestati a una ditta con partita IVA cessata, per un valore di €. 22.000. L’escavatore era stato consegnato direttamente dall’imprenditore agli acquirenti, in una cava sita in provincia di Sassari, tra i comuni di Romana e Cossoine.
I primi accertamenti eseguiti avevano permesso di scoprire che un altro reato con identico “modus operandi” era stato denunciato agli uomini dell’Arma della Stazione cc di Oristano. In questo caso un procacciatore d’affari di Sassari (A.M.), conosciuto dai titolari della ditta venditrice, presentava un individuo (C.F.), come persona di fiducia della società fittizia riconducibile a (C.V.), prestanome di L.A., che si mostrava intenzionato ad acquistare un mezzo per movimento terra. Avviata la trattativa l’affare si concludeva con l’acquisizione del mezzo mediante il pagamento di tre assegni, andati poi in protesto, per un totale di €. 22.385, tratti fra l’altro dal medesimo conto corrente privo della necessaria copertura finanziaria, riconducibile alla società fittizia.
Focalizzando le indagini sugli accertamenti bancari riguardanti tutti gli assegni emessi sul conto corrente privo di fondi, sono state scoperte altre truffe, tutte commesse nel mese di Febbraio 2013. In particolare una società di vendita di pneumatici di Olbia, contattata telefonicamente da persona qualificatasi per C.V., titolare dell’omonima società, dopo aver raggiunto telefonicamente l’accordo commerciale circa qualità, quantità e pagamento in assegni, forniva degli pneumatici per autocarro, ritirati da I.D., il quale consegnava un assegno di circa €. 4.000 tratto dal carnet del conto corrente scoperto, da cui erano stati emessi gli altri assegni utilizzati per il pagamento dei mezzi meccanici; una società di vendita di pneumatici di Sassari era stata contattata con medesime modalità per l’acquisto di 12 pneumatici per autocarro, pagati sempre con analogo assegno scoperto per un valor di circa €. 5.000; una società della provincia di Cagliari ha venduto invece tre serbatoi per gasolio da 3.000 litri pagando attraverso il trasportatore un acconto in denaro contante di 800 euro e un assegno bancario di 6.000 euro, tratto sempre dal medesimo conto corrente scoperto, con richiesta verbale di procrastinare l’incasso del titolo poiché era in attesa di incamerare denaro da un ente pubblico.
L’assegno una volta versato, è risultato scoperto e quindi protestato.
Tutta la documentazione utile a riscontro è stata rinvenuta e sequestrata per mezzo di perquisizioni domiciliari predisposte dalla Procura della Repubblica di Oristano nei confronti dei principali indagati ed eseguite dai Carabinieri di Seneghe in collaborazione con quelli di Crema e del Nucleo Operativo Radiomobile di Oristano.
Per quanto concerne i mezzi acquisiti fraudolentemente, dopo una ricerca effettuata in tutta l’isola, si appurava che erano stati imbarcati sulla rotta Porto Torres – Genova, da cui hanno proseguito il loro viaggio per Ravenna, dove sono stati poi spediti a Dubai e Arabia Saudita, seguiti da documentazione contabile fittizia (due fatture intestate a diverse società "fantasma", intestate a F.A. altro prestanome di L.A. e G.A. ideatori delle truffe). Fautore delle spedizioni all’estero è stato il cittadino egiziano A.H. residente a Crema, dalla cui perquisizione domiciliare sono stati rinvenuti documenti importantissimi a riscontro.
Gli indagati dovranno rispondere a vario titolo e in concorso fra loro dei reati di truffa, ricettazione e sostituzione di persona, nonché trasferimento fraudolento di valori.





