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Ucraina. Crimea vota annessione con la Russia. La Ue: “È illegale”

Nuova giornata di tensione in Crimea, dove la leadership filo-russa ha accelerato per staccarsi dall'Ucraina e confluire nella Federazione russa, con una mozione parlamentare e la convocazione di un referendum sulla secessione per il 16 marzo. Kiev ha subito avvertito che si tratta di un passo "incostituzionale", ma la nuova escalation ha prodotto una dura reazione americana, con l'annuncio di sanzioni contro esponenti russi e ucraini; la Casa Bianca promette restrizioni sui visti ai cittadini di Russia e Crimea che "minaccino la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina".

Dura anche la reazione dell'Unione Europea, che parla di "passo illegale"; il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy si è detto pronto a nuove misure anche economiche contro la Russia.

Sono 300 i cosacchi arrivati tra ieri e oggi a Simferopoli, la capitale della Repubblica autonoma di Crimea e che stanno presidiando alcuni dei punti nevralgici del centro. Degli uomini armati hanno occupato la stazione di trasmissione radio e tv della città e la frequenza della tv Chernomorskaya - seconda emittente del Paese - è stata oscurata, al suo posto vengono trasmesse le immagini della televisione All News Russia 24. I servizi segreti ucraini (Sbu) hanno arrestato Pavel Gubarev, l'autoproclamato governatore filorusso di Donetsk, nella parte russofona dell'Ucraina orientale.

Uomini armati hanno bloccato un gruppo di 40 osservatori dell'Osce, impedendo loro di entrare in Crimea. Lo ha riferito una fonte diplomatica: "Sono bloccati ma non stanno tornando indietro. Due gruppi di uomini armati, molto professionali e molto ben addestrati, non hanno consentito loro di passare".

Intanto, a Bruxelles, il premier ucraino Arseniy Yatseniuk ha comunicato ai leader Ue di essere "determinato a firmare al più presto l'accordo di associazione", dicendosi grato per gli aiuti europei. L’Unione Europea ha proposto un piano di aiuti all’Ucraina da 11 miliardi di euro in due anni. Il presidente russo, Vladimir Putin è stato subito informato della richiesta nel Referendum del 16 marzo e ne ha discusso in una riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza russo.

"Condanniamo con forza la non provocata violazione della sovranità e integrità territoriale ucraina da parte della Federazione russa e chiediamo a quest'ultima di ritirare immediatamente le sue forze armate nelle aree in cui stazionano in modo permanente, in accordo con gli accordi pertinenti". E' quanto si legge nella dichiarazione congiunta dei capi di Stato e di governo dei Paesi dell'Unione Europea, a seguito del vertice straordinario sull'Ucraina, tenutosi a Bruxelles.

"Chiediamo alla Federazione russa - si legge - di permettere l'immediato accesso agli osservatori internazionali. La soluzione della crisi deve essere basata sull'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina, così come sulla piena applicazione degli standard internazionali".

Adesso si attende la reazione dal vertice Ue riunito a Bruxelles. Il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius ha avvertito che un'eventuale annessione della Crimea minerebbe la certezza delle frontiere e la pace internazionale. Le autorità della Crimea si dicono pronte ad adottare il rublo e a nazionalizzare le proprietà dello Stato ucraino.

A Roma continuano i tentativi della diplomazia per risolvere la crisi. A margine della Conferenza internazionale sulla Libia, il segretario di Stato Usa John Kerry ha incontrato nuovamente Serghei Lavov, ma lo stesso ministro degli Esteri russo, dopo il colloquio, ha detto che "non c'è ancora un accordo".

Stasera è previsto un incontro tra il ministro degli esteri russo Lavrov, il presidente Renzi e il segretario di Stato John Kerry a Villa Taverna.