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Il segretario di Stato americano Kerry a Kiev: Mosca cerca solo scuse.

"La Russia ignora la realtà". E' quanto ha detto il segretario di Stato Usa John Kerry, arrivato ieri a Kiev. La posizione degli Stati Uniti è chiara. Obama non vuole lo scontro, ma le giustificazioni di Putin per le azioni in Ucraina "non ingannano nessuno". "Penso che sia chiaro che la Russia abbia lavorato sodo per creare un pretesto per invadere altre parti" dell'Ucraina, ha detto Kerry, avvertendo Mosca che se non si impegnerà per ridurre la tensione avrà a che fare con altre azioni punitive della comunità internazionale. "I nostri partner non avranno altra scelta che unirsi a noi nell'incrementare le misure prese nei giorni scorsi per isolare la Russia politicamente, diplomaticamente economicamente", ha spiegato. La Russia sta "ignorando la realtà", cioè che il Parlamento ucraino ha approvato a gran maggioranza i membri di un nuovo governo, ha continuato Kerry, durante una conferenza stampa a Kiev. E dalla Nato, per bocca del segretario Anders Fogh Rasmussen: "Mosca continua a violare i suoi impegni internazionali, l'integrità del territorio ucraino" e ciò "comporta serie conseguenze".

Mosca, intanto, ieri sera ha annunciato di aver effettuato con successo un lancio di prova di un missile balistico intercontinentale RS-12M 'Topol'. Annuncio arrivato dopo che, in conferenza stampa, il presidente Vladimir Putin aveva detto che in Ucraina è avvenuto un "colpo di Stato", ma per ora, l'uso della forza, "è l'ultima risorsa". Su Yanokovich: "È il presidente legittimo, ma non ha avvenire politico".

Intanto, gli Stati Uniti annunciano aiuti per l'Ucraina da un miliardo di dollari - in garanzie per ulteriori prestiti - e rimangono fermi sulla linea di intransigenza. Stop quindi a tutte le collaborazioni militari e alle riunioni bilaterali con Mosca. Stop anche alle trattative in corso tra Washington e la Russia per aumentare gli scambi commerciali. Alle parole, seguono poi i fatti. Il segretario di Stato John Kerry è voluto a Kiev e nel discorso alla folla ucraina riunita a Euromaidan, la piazza delle proteste dice: "Vi aiuteremo, vi stiamo aiutando. Il presidente Obama sta pianificando ulteriore assistenza". Putin, da giocatore di scacchi ha capito la gravità delle decisioni americane e rilancia: "Chi vuole introdurre le sanzioni contro la Russia deve pensare alle loro conseguenze perché i danni saranno reciproci".

La cancelliera Angela Merkel ha avuto, in serata, un nuovo colloquio con il presidente statunitense Barack Obama sulla crisi in Ucraina. I due leader si sono trovati d’accordo - secondo Berlino - nella valutazione degli sviluppi più recenti e hanno stabilito di continuare a muoversi in stretta intesa. Lo ha scritto su Twitter il portavoce di Merkel, Steffen Seibert. Nel giorno in cui gli Usa hanno fatto sapere che avvieranno in settimana la procedura per imporre sanzioni a Mosca, Putin ha contrattaccato a tutto campo. Intanto ha smentito annessioni o sostegni alla secessione della Crimea: sulla penisola ribelle operano “forze locali di auto-difesa”, non le truppe russe, ha assicurato. “Ci sono un sacco di uniformi che si assomigliano”, ha chiosato Putin, alternando i toni ironici a quelli minacciosi. Il ricorso alla forza “per ora non è necessario”, ma “resta un’opzione”, l’”estrema risorsa” a cui ricorrere. Eventualmente, ha ammonito, non solo in Crimea, ma anche nelle altre regioni russofone dell’Ucraina orientale. Poi ha minimizzato le sanzioni ventilate dall’Occidente: “Tutte le minacce nei confronti della Russia sono nocive e controproducenti”, ha avvertito Putin. A proposito del boicottaggio dei partner occidentali dei preparativi per il G8 di Sochi, Mosca è pronta a ospitarlo ma chi non vuole andarci “non ha alcun bisogno di recarvisi”.

Bruxelles invece attende domani per ricevere il premier ucraino, Arseniy Yatsenyuk, per un summit Ue sulla crisi in Ucraina. Intanto nelle ultime ore, in vista del vertice straordinario dell'Ue nel Vecchio continente si sono registrate sensibilità diverse. I 28 cercano di dare spazio alla diplomazia in attesa che domani scendano in campo i leader, convocati da Herman Van Rompuy. Sul fronte della fermezza, Francia e Gran Bretagna, con la Polonia e i Paesi baltici. Più prudenti, attenti a non rompere ogni contatto con Mosca, l'Italia e la Germania, che non vogliono lasciare nulla di intentato pur di riaprire il dialogo con Mosca. Il confronto con il Cremlino resta però molto difficile. Punto fermo rimane l'impegno, ribadito dal G7, di lavorare a una mediazione internazionale per venire incontro alle preoccupazioni di Mosca per la sicurezza della minoranza russa. Oggi, il capo della diplomazia di Bruxelles, Catherine Ashton, incontrerà il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov a Madrid.

Alle 22,10 ora locali (le 19,10 in Italia) Mosca ha testato un missile intercontinentale. Un missile, lanciato dal cosmodromo di “Kapustin Yar” (vicino a Volgograd, l’ex Stalingrado, a 450km dal confine ucraino) nella regione di Astrakhan (un RS-12M Topol, SS-25 nella denominazione Nato) a testata singola che ha una gittata di 10.500 km. Ovviamente nessuno ha detto che il lancio è legato all’Ucraina: nel dare la notizia, il ministero della Difesa ha precisato che l’obiettivo era “il test di una (nuova) testata sul missile intercontinentale”, e anzi che si trattava di una “testata d’addestramento”. E circa un’ora e mezza dopo il lancio, gli Usa hanno fatto sapere che erano stati informati del test prima della crisi in Crimea. La tempistica, comunque, resta sospetta.

Intanto a Sebastopoli la tensione rimane alta. In serata, truppe filorusse hanno fatto irruzione in una struttura militare di difesa aerea ucraina, vicino a Ievpatoria, nella Crimea occidentale. Intanto due basi militari ucraine sono ancora circondate e gli aeroporti sono ancora occupati. Tuttavia, un piccolo passo indietro la Russia l'ha fatto: il ritiro delle forze impegnate nelle esercitazioni militari, iniziate a sorpresa il 26 febbraio nelle regioni al confine con l'Ucraina. E il Cremlino ha negato che le esercitazioni abbiano a che fare con la crisi in Ucraina. Da Kiev arriva poi la notizia: i ministri ucraini e russi hanno iniziato a dialogare.

Intanto dopo il crollo della borsa, Mosca rimbalza e chiude a +5,6%, anche sulla scia delle dichiarazioni di Putin. Potrebbe invece avere un duro colpo l'economia ucraina, fortemente dipendente da Mosca per il gas: il colosso Gazprom ha annunciato "lo stop da aprile allo sconto del gas per Kiev". Lo fa sapere direttamente Alexej Miller, ad della compagnia. Il debito ucraino con Mosca è di due miliardi di dollari: il doppio rispetto a quello che Washington sta offrendo a Kiev in garanzie di prestiti. Intanto, nella capitale ucraina la crisi si fa sentire, a partire dalle banche: a Kiev i bancomat erogano non più di cento euro al giorno.