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Putin: Yanukovich è l’unico presidente legittimo dell’Ucraina

Parla di colpo di Stato incostituzionale in Ucraina. Di un potere preso con le armi, con la forza. Vladimir Putin parla davanti ai giornalisti dalla sua residenza alle porte di Mosca nella sua prima conferenza stampa dalla fuga dell'ex leader ucraino, Viktor Yanukovich.

Secondo il presidente russo l'ex 'uomo forte di Kiev' ha ottemperato a tutte le condizioni previste dall'accordo raggiunto con le forze di opposizione il 21 febbraio, il giorno precedente alla caduta del vecchio regime. Putin prende le parti di Yanukovich, lo difende. Perché ha rinunciato alle sue prerogative. Lui è il presidente legittimo dell'Ucraina. Putin poi riconosce la voglia di cambiamento del popolo ucraino. Ma non bisogna incoraggiare un cambiamento illegale.

Al momento - aggiunge Putin - non c'è alcun bisogno di fare uso della forza in Crimea, ma quella militare resta comunque un'opzione per Mosca, "l'estrema risorsa" cui ricorrere. Paese si riserva di impiegare tutte le opzioni anche nelle altre regioni russofone dell'Ucraina orientale, qualora dovesse prevalervi l'illegalità. "I soldati russi- afferma ancora il presidente russo - non hanno sparato alcun colpo".

Questa mattina gli Stati Uniti hanno fatto sapere di volere interrompere tutte le collaborazioni militari con Mosca. Non solo esercitazioni, ma anche le riunioni bilaterali. Una sospensione, fa sapere il portavoce della Difesa Usa, John Kirby, decisa "alla luce dei recenti sviluppi in Ucraina".  Parole forti quelle di ieri tra Obama e Putin. "Noi - ha detto il presidente Usa - appoggiamo fortemente il governo ad interim dell'Ucraina" ed il segretario di Stato americano John Kerry "si recherà (oggi alle 13, ndr) a Kiev proprio per dimostrare il nostro sostegno al popolo ucraino e per offrire dei pacchetti specifici e concreti economici. Perché una delle cose importanti è quella di stabilizzare l'economia, anche nel pieno di questa crisi".

Poi un altro brutto colpo: gli Stati Uniti - ha detto al Wall Street Journal il segretario al Commercio Michael Froman - sospenderà le trattative in corso con la Russia per aumentare gli scambi commerciali e gli investimenti. "Alla luce degli eventi in Ucraina - ha detto il rappresentante dell'amministrazione Obama - abbiamo sospeso le trattative bilaterali commerciali e di investimento con il governo russo che puntavano a una più stretta collaborazione commerciale".

Il consigliere economico del Cremlino, Serghiei Glaziev, fa sapere che se gli Usa introdurranno sanzioni contro la Russia, Mosca sarà costretta a lasciare il dollaro per altre valute e creare il proprio sistema di calcolo e pagamenti. In caso di sanzioni da parte degli Stati Uniti per la vicenda ucraina - continua Glaziev - Mosca "troverà il modo non solo di annullare la sua dipendenza finanziaria dagli Usa ma anche di uscire da queste sanzioni con grandi vantaggi per la Russia". Glaziev sferza poi un'altra minaccia pesantissima: "Il tentativo di imporre sanzioni alla Russia - aggiunge il consigliere economico - si trasformerà in un crollo di tutto il sistema finanziario americano, che porterà alla fine del dominio Usa nel sistema finanziario mondiale. In caso di sanzioni - continua Glaziev - Mosca sarebbe impossibilitata a restituire i crediti Usa: "Saremmo costretti a riconoscere l'impossibilità di restituire i crediti concessi alle strutture russe dalle banche Usa, perché le sanzioni sono un'arma a doppio taglio: se gli Usa congelano i nostri asset, automaticamente saranno congelati attivi e passivi delle nostre organizzazioni in dollari, quindi le nostre banche e aziende non restituiranno i crediti alle banche Usa".

Poocm dopo le dichiarazioni di Glaziev, il Cremlino fa immediata marcia indietro sulle dichiarazioni del suo consigliere economico. Una fonte di alto livello della presidenza russa ha precisato a Ria Novosti che quelle dichiarazioni non riflettono la posizione del Cremlino e rappresentano la sua opinione personale.

Poocm dopo le dichiarazioni di Glaziev, il Cremlino fa immediata marcia indietro sulle dichiarazioni del suo consigliere economico. Una fonte di alto livello della presidenza russa ha precisato a Ria Novosti che quelle dichiarazioni non riflettono la posizione del Cremlino e rappresentano la sua opinione personale.

Con un tweet il presidente permanente del Consiglio europeo, Van Rompuy, ha fatto sapere che il primo ministro ucraino Arseni Iatseniuk giovedì sarà a Bruxelles per il summit Ue sulla crisi del suo Paese.

A far sentire la propria voce questa mattina anche il governo ucraino che, tramite il portavoce del ministro degli Esteri, Yevhen Perebiynis, ha accusato la Russia di aver violato gli accordi bilaterali che regolano la presenza in Crimea della sua Flotta del Mar Nero, facendo affluire nella penisola ribelle piu' militari del consentito. Secondo Perebiynis "non è veritiero" quanto affermato davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dall'ambasciatore russo al Palazzo di Vetro, Vitaly Churkin.

Il diplomatico aveva rivendicato il diritto del suo Paese ad "ammassare fino a 25.000 uomini" nelle basi delle Flotta del Mar Nero in Ucraina. Il portavoce ha inoltre ricordato che Kiev deve approvare ogni ampliamento della consistenza delle forze di Mosca in loco, così come qualsiasi movimento della Flotta del Mar Nero, anche dei suoi veicoli terrestri. A detta dell'ambasciatore ucraino all'Onu, Yuriy Sergeyev, Mosca ha già concentrato in Crimea circa sedicimila uomini.

Il confronto tra Mosca e Washington è continuato duramente nella riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza Onu sull'Ucraina. L’ambasciatore russo, Vitaly Churkin, ha difeso l’iniziativa di Mosca in Crimea: "Gli estremisti continuano a rappresentare un rischio" - ha detto ai 15 riuniti - "L'Ucraina è sull'orlo di una guerra civile". Churkin ha anche precisato che è stato Viktor Yanukovich a chiedere a Vladimir Putin un intervento militare. Le azioni della Russia in Ucraina - ha concluso - sono dunque "legittime". "Ciò che sta accadendo in Ucraina è una violazione del diritto internazionale e un atto di aggressione - è stata la replica dell'ambasciatrice americana, Samantha Power - non c'è alcuna prova che i cittadini ucraini di lingua russa siano in pericolo".

A partire da aprile, fa sapere l'ad di Gazprom (il gigante energetico russo, ndr) Alexiei Miller citato dall'agenzia Itar-Tass, ha detto che la Russia cancellerà lo sconto sul gas concesso a dicembre all'Ucraina e che ha fatto scendere il prezzo del metano da circa 400 a 268,5 dollari per mille metri cubi.

Nella giornata di ieri per ore la repubblica autonoma di Crimea ha vissuto momenti di paura: da Sebastopoli la flotta del Mar Nero lancia un ultimatum russo - pronti a colpire entro le 5 del mattino - poi il comando smentisce come "una totale assurdità". La Crimea è ormai - di fatto - sotto il controllo dell'esercito russo nonostante il premier di Kiev, Arseni Iatseniuk, abbia ribadito che non cederà mai la regione. L'Ucraina rischia però di frantumarsi: la rivolta filo-Mosca è dilagata nelle regioni orientali e meridionali. A Donetsk, Dnipropetrovsk e Odessa si sono svolte imponenti manifestazioni a favore della Russia mentre su alcuni palazzi del potere locale sventolano già i colori russi.

Secondo le guardie di frontiera, tra domenica e lunedì sono atterrati in Crimea 10 elicotteri da combattimento e otto aerei da trasporto, senza che Kiev fosse informata con 72 ore di anticipo, come previsto dall'accordo bilaterale sulla flotta russa del Mar Nero di stanza a Sebastopoli. E proprio in questa città, dal primo marzo sarebbero arrivate quattro navi militari russe per lo sbarco di truppe. Per il momento la risposta più forte all'azione militare russa da parte della comunità internazionale è il possibile boicottaggio del G8 di giugno a Sochi.

Con la nota congiunta del G7 infatti, Obama ha incassato un forte appoggio internazionale sulla linea dura dell'isolamento a Vladimir Putin, frutto di un intenso lavoro diplomatico tra le due sponde dell'Atlantico. "Il mondo è unito nell'affermare che in Ucraina la Russia ha violato il diritto internazionale: Mosca è dal lato sbagliato della storia", ha avvertito il presidente Usa nella serata di ieri. I leader dei paesi del G7 assieme ai presidenti del Consiglio Europeo e della Commissione europea - recita il comunicato - condannano uniti la chiara violazione della Russia della sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina". Il 'Commander in Chief' è riuscito anche a unificare il fronte europeo. Dopo molte resistenze - soprattutto tedesche e in parte anche italiane - i Paesi hanno accettato di fermare i lavori preparatori del G8 in programma proprio in Russia, a Sochi, a giugno. Per, Obama era il primo 'prezzo' da far pagare al Cremlino. Il segretario di Stato John Kerry era arrivato a minacciare Putin ipotizzando una sua clamorosa cacciata dal 'Gruppo degli 8'. Una posizione accolta con "scetticismo" da Berlino ma che ora trova un punto di compromesso nell'ambito G7.

Tuttavia anche nelle ultime ore in vista del vertice straordinario dell'Ue di giovedì a Bruxelles, nel Vecchio continente si sono registrate sensibilità diverse. Dopo cinque ore di Consiglio straordinario dei ministri degli Esteri ha chiesto il ritiro delle truppe russe e ipotizzato la sospensione delle trattative in materia di visti con Mosca. I 28 in sostanza cercano di dare spazio alla diplomazia in attesa che giovedì scendano in campo i leader, convocati da Herman Van Rompuy. Sul fronte della fermezza, Francia e Gran Bretagna, con la Polonia e i Paesi baltici. Più prudenti, attenti a non rompere ogni contatto con Mosca, l'Italia e la Germania.

Il confronto con il Cremlino resta però molto difficile. Punto fermo rimane l'impegno, ribadito dal G7, di lavorare a una mediazione internazionale per venire incontro alle preoccupazioni di Mosca per la sicurezza della minoranza russa. Oggi, il capo della diplomazia di Bruxelles, Catherine Ashton, incontrerà il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov a Madrid. Si riuniranno anche gli ambasciatori dei 28 Paesi membri della Nato, su invito della Polonia invoca l'articolo 4: "minaccia della integrità territoriale di un paese membro".

Impegnato sul fronte ucraino anche il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi che ieri ha avuto un lungo colloquio con Giorgio Napolitano. Il presidente della Repubblica ha parlato di ''importanti convergenze'' tra Italia e Germania nel tentativo di disinnescare l'escalation militare. La linea di palazzo Chigi è stata tracciata in questo solco: non lasciare nulla di intentato pur di riaprire un canale di dialogo tra Mosca e Kiev. Assieme agli altri grandi, Roma ha confermato, dunque, la sospensione dei lavori preparatori del G8 di giugno a Sochi. Per ora - precisa il ministro degli Esteri Federica Mogherini, non si parla di "boicottaggio". E proprio il titolare della diplomazia italiana sarà ascoltata in commissione a Montecitorio sulla crisi ucraina.

La mediazione è affidata alla cancelliera Angela Merkel, nel tentativo di agganciare subito un dialogo privilegiato con Putin che ha detto sì a un gruppo di contatto di Ue-Onu-Osce. Fonti Usa raccontano però al New York Times di una Angela Merkel "estremamente irritata" con Vladimir Putin. Al telefono con Barack Obama avrebbe affermato di "non esser sicura" che il leader russo "abbia ancora contatto con la realtà".