Mercoledì scorso, 19 febbraio, le Squadre Amministrative della Questura di Cagliari e dei Commissariati di Carbonia, Iglesias e Quartu hanno sottoposto a controllo numerose agenzie di scommesse on line, al fine di contrastare l'esercizio abusivo dell'attività di raccolta scommesse ed il gioco d'azzardo.
Dal controllo è emerso che nonostante il Questore avesse emesso il provvedimento di diniego dell'autorizzazione richiesta ai sensi dell'art. 88 Tulps per mancanza dei presupposti di legge, le agenzie continuavano ad operare.
La norma prevede che l'autorizzazione del Questore abbia come presupposto, altre ai normali requisiti di buona condotta, anche la concessione statale dalla quale i bookmaker stranieri hanno sempre ritenuto di poter prescindere per l'asserita vigenza del principio comunitario della libertà di stabilimento che li avrebbe sottratti al rispetto integrale della disciplina italiana.
Un lungo iter giurisprudenziale, che ha visto il contrasto tra la normativa interna e quella europea, attualmente è approdato verso una soluzione che impone il rispetto della normativa italiana dal momento che il sistema concessorio – autorizzatorio è considerato funzionale alla canalizzazione delle attività di gioco d'azzardo in circuiti controllabili al fine di prevenire possibili degenerazioni criminali.
Infatti, l'esercizio di scommesse clandestine, quelle, cioè, non controllate dallo stato, favorisce lo sviluppo di criminalità anche organizzata (che da ciò può ricavare lauti guadagni e riciclare il denaro sporco), nonché fenomeni, non monitorabili, di dipendenza dal gioco.
Per questi motivi e per il periodo storico caratterizzato da una forte crisi economica, la Questura, titolare per legge del potere autorizzatorio, intende rivolgere particolare attenzione al settore del gioco svolgendo un'azione finalizzata soprattutto a tutelare dai gravi pericoli connessi alla pratica del gioco d'azzardo le persone appartenenti alle cosiddette "fasce sociali deboli" e le loro amiglie.
in questa attività di prevenzione rientrano anche i giovani che talvolta si assentano arbitrariamente dalla scuola al fine di frequentare questi luoghi oppure gli anziani che, attraverso il gioco, cercano di vincere la solitudine.
Tanti drammi familiari sono spesso riconducibili alle gravi perdite di denaro (talvolta l'ammontare di uno stipendio o della pensione appena riscossa) che viene "investito" nella speranza di facili guadagni e che invece si traduce in gravissimi disagi familiari e sociali.
È da rilevare come oggi la ludopatia, che costituisce un gravissimo fenomeno della nostra società al pari della tossicodipendenza in quanto è da considerare una vera e propria malattia che rende incapaci di resistere all'impulso di giocare, sta impegnando il legislatore nella predisposizione di una disciplina normativa che preveda specifiche prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione dei soggetti affetti da tale patologia.
Cosicché, solo attraverso il monitoraggio dei concessionari, e, quindi, del gioco che si svolge entro circuiti controllabili da parte dell'autorità, è possibile attuare misure finalizzate alla disincentivazione di qualsiasi manifestazione di gioco eccessivo o patologico.
I gestori (al momento tre) sono stati pertanto deferiti all'autorità giudiziaria e le apparecchiature sono state sottoposte a sequestro al fine di impedire il protrarsi delle attività di gioco illecito.
L'attività di controllo è ancora in atto in virtù della complessità degli accertamenti.