E' il giorno decisivo. Alle 12,30 presso gli uffici del ministro Graziano Delrio si incontrano le forze che potrebbero sostenere l'esecutivo Renzi: oltre al Pd, Scelta Civica, Udc, Popolari e Nuovo Centrodestra. E' proprio il partito di Angelino Alfano a detenere la ''golden share'' sul governo Renzi: in pratica, i numeri decisivi perché il nuovo esecutivo possa ottenere la fiducia alle Camere, in calendario da lunedì, se tutto andrà come si prevede. Proprio per questo, Alfano dice: ''Non partecipiamo al totoministri, le nostre priorità sono chiare, ora vedremo quelle del Pd''. Intanto il premier incaricato lavora alla squadra di governo.
''Abbiamo già il foglio Excel pronto, con l'indicazione precisa delle nostre priorità, i tempi di realizzazione e il responsabile degli obiettivi''. Così il leader del Nuovo Centrodestra Angelino Alfano al termine della con i parlamentari del partito.
''A noi interessa mettere a punto un programma chiaro che preveda meno tasse sulle famiglie, sulle imprese, sui lavoratori". Così Angelino Alfano spiega il poi il suo 'no' ad un ministro dell'Economia ''particolarmente affezionato alle tasse'', perché ''la vera priorità in questo momento è la diminuzione delle imposte''. Per il ministero della Giustizia, il leader di Ncd dice ''no ad un giustizialista''.
Per quanto riguarda le riforme istituzionali, Alfano insiste: ''Per rendere credibile che davvero togliamo il Senato così come è, sarà indispensabile approvare una norma che attribuisca alla legge elettorale un vigore, una sua immediata applicabilità appena concluso il cammino delle riforme''.
Il presidente del Consiglio incaricato Matteo Renzi, al termine delle consultazioni, ha incontrato il governatore di Bankitalia Ignazio Visco e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il leader del Pd si è preso ancora due giorni per comporre la squadra di governo. Sul tavolo, il tassello decisivo: il ministero dell'Economia. Per segnare la discontinuità con gli ultimi due escutivi, Renzi vorrebbe un ''profilo'' politico, sulla scrivania che fu di Quintino Sella. Una figura di cui possa avere piena fiducia. Requisiti che può certamente vantare Graziano Delrio, attuale ministro per gli Affari regionali.
'ex sindaco di Reggio Emilia non ha però - fanno notare alcuni osservatori interessati - la ''necessaria'' esperienza internazionale. Un background di cui invece è dotato Guido Tabellini: l'ex rettore della Bocconi ha infatti insegnato a Stanford. Tabellini ha anche ultimamente denunciato il ''rassegnato immobilismo'' del governo Letta, in linea con il pensiero di Renzi. Dotato di un eccellente curriculum internazionale anche il presidente dell'Istat, Pier Carlo Padoan, che è stato vice presidente dell'Ocse. Non è da escludre che a spuntarla, alla fine, sia un nome terzo rispetto a qulli ipotizzati. Per la casella della Giustizia, corrono il procuratore di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, e e il pm anticamorra, Raffaele Catone. Per il ministero del Lavoro, spunta il nome del giuslavorista di Scelta Civica, Pietro Ichino. Emma Bonino dovrebbe essere confermata agli Esteri. Per lo Sviluppo Economico si parla dell'attuale amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti. Per gli Interni è corsa a due tra Dario Franceschini e Angelino Alfano. Maria Elena Boschi dovrebbe occuparsi delle Riforme e Maurizio Lupi delle Infrastrutture.Giorgio
Napolitano ha rappresentato a Renzi l'esigenza di contare su una ''maggioranza certa''. E, secondo quanto riferito dal premier incaricato ai suoi più stretti collaboratori, il Colle ha chiesto ''continuità'' per il ministero del Tesore e per le politiche di Bilancio. Renzi oggi e domani lavorerà al patto di coalzione con le forze di maggioranza. Sabato scioglierà la riserva, presentando la squadra e da lunedì - salvo intoppi - andrà alle Camere per la fiducia.