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Renzi il ballista premier incaricato per cercare una maggioranza e se non la trova c’è sempre il condannato di arcore.

Emozionato, determinato e istituzionale. Con questi tre aggettivi si può riassumere lo stato d'animo che traspariva dalle parole di Matteo Renzi subito dopo il conferimento dell'incarico di governo da parte del capo dello Stato. Il sindaco di Firenze, che ha avuto un colloquio di circa un'ora e mezza con Napolitano, ha accettato con riserva l'incarico, come del resto ci si aspettava. "Proverò a formare il nuovo esecutivo", ha annunciato aggiungendo che domani inizierà in via ufficiale e formale le consultazioni con i partiti. Consultazioni per cui “si prenderà tutto il tempo necessario". Attesissimo l'incontro con il segretario del Nuovo Centro Destra, Angelino Alfano.

E' fondamentale - ha aggiunto Renzi - che le forze politiche di maggioranza, per quanto riguarda il programma di governo, e tutte le forze dell'arco costituzionale, per quanto riguarda le riforme, siano ben consapevoli dei prossimi passaggi".
Il segretario del Pd parla di 'impegno serio' e annuncia subito  uno strettissimo cronoprogramma: a febbraio la legge elettorale, a marzo la riforma del lavoro, ad aprile la pubblica amministrazione e a maggio il fisco.

Dopo le sue dichiarazioni dalla sala stampa del Quirinale, il presidente del Consiglio incaricato è arrivato a Montecitorio, come vuole la prassi, per incontrare la presidente della Camera, Laura Boldrini. Poi si recherà al Senato dal presidente Grasso. Infine andrà a Firenze per adempiere ai suoi impegni istituzionali.Finiti i colloqui di prassi con i presidente di Camera e Senato Boldrini e Grasso, il presidente incaricato è ripartito in treno per Firenze e dopo quattro giorni di silenzio, è ritornato anche a cinguettare su Twitter lanciando l'hashtag #lavoltabuona

L’usurpatore Matteo Renzi incaricato per formare un nuovo governo dopo aver tradito il suo compagno di partito Letta

Per Matteo Renzi è arrivato il grande giorno. Giorgio Napolitano, dopo quasi un'ora e mezza di colloquio al Quirnale, gli ha conferito l'incarico di formare il nuovo governo. Incarico che il segretario democratico ha accettato con riserva, come del resto ci si spettava. Il sindaco di Firenze, che a minuti farà le sue dichiarazioni, era arrivato al Colle questa mattina, poco prima delle 10,30 ,a bordo di una Giulietta bianca in compagnia del capo ufficio stampa del partito democratico, Filippo Sensi. Fuori dal Quirinale, intanto, si sono verificate delle contestazioni da parte di un gruppo, piuttosto gremito, di militanti di Fratelli d'Italia. 

Dopo l'incarico, per il leader Pd, inizierà la fase forse più delicata, quella delle consultazioni con i partiti. Poi, previsione che arriva da più parti, potrebbe sciogliere la riserva e giurare tra mercoledì e giovedì, per ottenere la fiducia prima al Senato poi alla Camera. Diciamo che tra venerdì o sabato al massimo tutto dovrebbe chiudersi. Non che la strada sia tutta in discesa. Nodo Ncd  Resta durissimo il braccio di ferro con il Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano. Il numero uno dell'Ncd, con cui Renzi dovrebbe vedersi oggi, continua a insistere nel volere un programma dettagliato di legislatura, con quello che andrà fatto e soprattutto con quello che non andrà fatto, vista la particolare sensibilità sui temi etici. Ma a sentire più di un renziano, la battaglia di principio di Ncd nasconde in realtà la richiesta ferma che la delegazione ministeriale rimanga di tre componenti. E centrale per la composizione della squadra è proprio la sua, quella del ministro dell'Interno, perché dal Viminale discendono a cascata diversi altri dicasteri.

Si sta ancora insistendo affinchè Alfano rinunci al Viminale per restare vicepremier senza deleghe. In alternativa, si parla di un possibile spostamento magari alla Difesa. In questo quadro, Dario Franceschini sarebbe destinato al ministero dell'Interno, ma in attesa che si sciolga il nodo per l'esponente Pd resta aperta la strada verso il ministero della Cultura. Al momento, sembrerebbe abbastanza certa la destinazione di Maria Elena Boschi alle Riforme e la conferma di Bonino alla Farnesina. E la nomina di Federica Mogherini ai Rapporti con l'Unione Europea. Mentre la rinuncia dell'ad di Luxottica, Guerra, ha costretto a riaprire la pratica per lo Sviluppo economico. E per i dicasteri economici si sono fatti i nomi non solo di Mauro Moretti, ma anche di Franco Bernabè. Ad alcuni ministeri chiave cui si guarda con grande attenzione anche ai massimi livelli istituzionali, a partire da Economia e Giustizia. Per l'Economia sarebbe tramontata l'ipotesi Lucrezia Reichlin. Per la Giustizia, ieri è circolato invece il nome di Guido Calvi. Della delegazione Pd dovrebbe far parte anche Andrea Orlando, ma sarebbero forti ancora le spinte dei giovani turchi per Matteo Orfini. Resterebbe ancora in campo la rosa Fabrizio Barca e Tito Boeri. In Scelta civica, in salita sarebbero invece le quotazioni di Irene Tinagli e Andrea Olivero, mentre fino a due giorni fa si dava per certa la presenza di Stefania Giannini. Tra i renziani c'è convinzione diffusa che il leader democratico alla fine stupirà tutti con molte facce nuove: effetto sorpresa. La sala Gialla della Camera è pronta per le consultazioni, anche se non è detto che alla fine sia proprio lì che Renzi riceverà i rappresentanti dei partiti.

Chissà se nel 2009, quando fece per la prima volta il suo ingresso a Palazzo Vecchio da neo sindaco di Firenze, Matteo Renzi si sarebbe mai immaginato questa giornata: lui che sale al Colle - l'incontro con il presidente Napolitano è previsto per le 10.30 - per ricevere l'incarico di formare il nuovo governo. Il punto di domanda resta. Sta di fatto che quel giorno è arrivato e in tempi record se pensiamo alla vittoria alle primarie del Pd a dicembre e l'ncarico di governo oggi, dopo poco più di due mesi. Ora i dubbi sono sui numeri, alla Camera e al Senato: perchè senza fiducia non si va da nessuna parte. E questo Renzi lo sa benissimo.

Dopo l'incarico, per il leader Pd, inizierà infatti la fase forse più delicata, quella delle consultazioni con i partiti. Poi, previsione che arriva da più parti, potrebbe sciogliere la riserva e giurare tra mercoledì e giovedì, per ottenere la fiducia prima al Senato poi alla Camera. Diciamo che tra venerdì o sabato al massimo tutto dovrebbe chiudersi. Non che la strada sia tutta in discesa.

Resta durissimo il braccio di ferro con il Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano. Il numero uno dell'Ncd, con cui Renzi dovrebbe vedersi oggi, continua a insistere nel volere un programma dettagliato di legislatura, con quello che andrà fatto e soprattutto con quello che non andrà fatto, vista la particolare sensibilità sui temi etici. Ma a sentire più di un renziano, la battaglia di principio di Ncd nasconde in realtà la richiesta ferma che la delegazione ministeriale rimanga di tre componenti. E centrale per la composizione della squadra è proprio la sua, quella del ministro dell'Interno, perché dal Viminale discendono a cascata diversi altri dicasteri.

Si sta ancora insistendo affinché Alfano rinunci al Viminale per restare vicepremier senza deleghe. In alternativa, si parla di un possibile spostamento magari alla Difesa. In questo quadro, Dario Franceschini sarebbe destinato al ministero dell'Interno, ma in attesa che si sciolga il nodo per l'esponente Pd resta aperta la strada verso il ministero della Cultura. Al momento, sembrerebbe abbastanza certa la destinazione di Maria Elena Boschi alle Riforme e la conferma di Bonino alla Farnesina. E la nomina di Federica Mogherini ai Rapporti con l'Unione Europea. Mentre la rinuncia dell'ad di Luxottica, Guerra, ha costretto a riaprire la pratica per lo Sviluppo economico. E per i dicasteri economici si sono fatti i nomi non solo di Mauro Moretti, ma anche di Franco Bernabè. Ad alcuni ministeri chiave cui si guarda con grande attenzione anche ai massimi livelli istituzionali, a partire da Economia e Giustizia. Per l'Economia sarebbe tramontata l'ipotesi Lucrezia Reichlin. Per la Giustizia, ieri è circolato invece il nome di Guido Calvi. Della delegazione Pd dovrebbe far parte anche Andrea Orlando, ma sarebbero forti ancora le spinte dei giovani turchi per Matteo Orfini. Resterebbe ancora in campo la rosa Fabrizio Barca e Tito Boeri. In Scelta civica, in salita sarebbero invece le quotazioni di Irene Tinagli e Andrea Olivero, mentre fino a due giorni fa si dava per certa la presenza di Stefania Giannini.

Tra i renziani c'è convinzione diffusa che il leader democratico alla fine stupirà tutti con molte facce nuove: effetto sorpresa. La sala Gialla della Camera è pronta per le consultazioni, anche se non è detto che alla fine sia proprio lì che Renzi riceverà i rappresentanti dei partiti