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Ucraina: a Kiev continua la battaglia. Ucciso un poliziotto, muore un manifestante

Kiev ancora come un campo di battaglia. Si è rotta la fragile tregua iniziata due giorni fa e non è servita la timida apertura del presidente Yanukovich che ieri aveva annunciato un rimpasto di governo e la modifica di quelle leggi considerate dalla protesta 'liberticide'.

I dimostranti hanno alzato barricate e lanciato contro gli agenti molotov e fuochi d'artificio. La polizia ha replicato con cannoni ad acqua e, secondo alcuni manifestanti, sparando proiettili di gomma.

Se il presidente Viktor Yanukovych firmerà lo stato di emergenza, come secondo i dimostranti intende fare, aprirà "la guerra del governo contro il popolo" che potrà "risultare nella morte di migliaia di persone, nella divisione del Paese e nella distruzione dell'Ucraina come Stato indipendente e sovrano".

Questo è quanto si legge in una nota diffusa dall'organizzazione delle proteste Euromaidan, citato dal Kiev Post, che afferma di avere "credibili informazioni" del fatto che la presidenza si stia preparando per "imporre lo stato di emergenza e disperdere" le proteste. "Oggi l'unica via alla critica situazione sono equilibrio, autocontrollo e responsabilità per il bene dei nostri figli e del nostro Paese", proseguono i dimostranti.

Un poliziotto ucraino di 27 anni è stato ucciso nella notte a Kiev mentre tornava in un dormitorio delle forze speciali 'Berkut' dopo aver finito il suo turno di lavoro. Lo sostiene il ministero dell'Interno ucraino. Il giovane è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco in testa.

Il ministro dell'Interno ucraino, Vitaly Zakharchenko, accusa i dimostranti di avergli sparato alla testa. Lo riporta il Kiev Post. Il ministro in una nota ha accusato il deputato d'opposizione Oleg Lyashko di aver invocato il sequestro di poliziotti e di aver così ottenuto la morte di un agente, colpito alla testa da uno sparo la notte scorsa.

Il leader dell'opposizione, ha dichiarato, "non vogliono prendere le distanze dalle forze radicali, ma non sono più in grado di controllarne, mettendo gli ucraini in pericolo". Ha accusato anche i dimostranti di aver rapito tre poliziotti in piazza Indipendenza: due sarebbero tenuti in un edificio del municipio, il terzo in ospedale.

Gli scontri si sono ormai diffusi anche in altre località del Paese. Le autorità hanno chiesto l'immediato rilascio degli agenti, che sarebbero tenuti sequestrati da ieri negli edifici della città, occupati da quasi due mesi, "altrimenti la polizia userà la forza".

I dimostranti negano le accuse. Intanto, si apprende dal Kiev Post, che gli attivisti hanno preso il controllo del palazzo che ospita il ministero dell'Energia e dell'Industria del carbone a Kiev. Nella zona degli edifici governativi della capitale, i dimostranti hanno lanciato pietre e bombe incendiarie contro gli agenti, che hanno risposto con granate stordenti, gas lacrimogeni e proiettili di gomma. Le proteste si sono allargate in tutto il Paese, mentre ieri il presidente Viktor Yanukovych ha respinto la richiesta di dimettersi e indire elezioni anticipate, offrendo solo minime concessioni all'opposizione.

Nei giorni scorsi erano morte 5 persone, mentre in ospedale è morto uno dei feriti nei violenti scontri tra polizia e manifestanti esplosi domenica a Kiev. Lo sostiene il partito ultranazionalista 'Svoboda', precisando che l'uomo, Roman Senik, di 45 anni e originario della regione di Leopoli, era rimasto ferito il 22 gennaio.

"Il ministro dell'Interno ucraino, Vitaliy Zakharchenko, ha accusato i manifestanti pro-europeisti di "accumulare armi" in due delle loro basi a Kiev, la sede dei sindacati e il quartier generale dell'amministrazione municipale, che hanno occupato nei giorni scorsi. Inoltre, ha sottolineato, continuano a lanciare bottiglie incendiarie contro gli agenti anti-sommossa malgrado i colloqui in corso tra le autorità e le forze di opposizione: tutto questo, ha ammonito Zakharchenko, non può che far degenerare la situazione.

"Gli ultimi sviluppi in Ucraina hanno dimostrato come i nostri tentativi di risolvere in maniera pacifica il conflitto, senza ricorrere al confronto e alla forza, siano stati vani, e quanto rimangano futili", ha osservato. "I nostri appelli non sono stati presi in considerazione, ed è stata violata la tregua", almeno teoricamente in vigore dall'altro ieri.

Sono ormai dieci le città dell'Ucraina in cui i manifestanti hanno preso il controllo di edifici governativi. L'ultima è Vinnycja, dove i dimostranti hanno occupato l'edificio dell'amministrazione centrale regionale, dove stamane era in corso una sessione del Consiglio. Lo riporta il Kiev Post. Le città sono Kiev, Luc'k, Ivano-Frankivsk, Cernivci, Ternopil, Leopoli, Rivne, Khmelntysky, Sumy, Vinnytsia.

Centinaia di poliziotti che erano stati schierati a controllare l'edificio del governo locale di Vinnycja, in Ucraina, si sono uniti ai dimostranti. Lo riporta il Kiev Post, secondo il quale i manifestanti hanno preso il controllo dell'edificio dell'amministrazione centrale regionale.

La battaglia di Kiev: la città ucraina sotto assedio e sull'orlo della rivoluzione.

Kiev a ferro e fuoco. Sembra un campo di battaglia via Grushevski, la strada del centro di della capitale ucraina che porta ai palazzi del potere. Nella notte poliziotti e manifestanti antigovernativi sono tornati ad affrontarsi davanti allo stadio della Dinamo Kiev rompendo una fragile tregua che era iniziata la mattina del 23 gennaio

Non è servita, dunque, la timida apertura del presidente ucraino Viktor Yanukovich, che nel pomeriggio di ieri, dopo un incontro con il commissario Ue all'Allargamento Stefan Fule, ha annunciato che presto potrebbe esserci un rimpasto di governo e che saranno modificate le "liberticide" leggi anti-protesta che hanno suscitato le recenti violenze

Gli scontri sono ripresi nel cuore della notte I dimostranti hanno incendiato una barriera di pneumatici, creando una cortina di fuoco e fumo fra loro e i poliziotti. Gli agenti hanno usato un cannone ad acqua per cercare di spegnere le fiamme e - secondo alcuni manifestanti - sparato dei proiettili di gomma.

Le forze di opposizione si sono infuriate dopo la condanna a due mesi di carcere a una quindicina di manifestanti pro-europeisti arrestati durante i disordini dei giorni scorsi. La pena è stata inflitta di Obolon, sobborgo settentrionale di Kiev: tra i condannati anche un uomo di 72 anni, accusato di aver aggredito un agente delle forze speciali anti-sommossa. "Assurdo", è stato il commento di uno dei leader dissidenti, l'ex campione del mondo di pugilato Vitaly Klitschko che guida l'Udar, l'Alleanza Democratica Ucraina per le Riforme. "Questa è una dimostrazione di come Viktor Yanukovich intenda mantenere la promessa di lasciar andare i dimostranti finiti in carcere", denuncia in una nota il suo partito, a proposito dell'impegno a varare un'amnistia che il presidente filo-russo avrebbe assunto nel corso dei colloqui dell'altro ieri sera.

Gli insorti in questi due giorni di tregua hanno innalzato almeno tre linee di barricate alte anche tre metri usando pietre divelte dal selciato e pneumatici, ma soprattutto sacchi bianchi pieni di neve ghiacciata, e non sembrano intenzionati a mollare. Da dietro le barricate sono stati lanciati contro gli agenti molotov e fuochi d'artificio, colorati e festosi, ma sicuramente non innocui, mentre alcuni di loro incitavano i compagni battendo ritmicamente sui pali della luce o su dei barili di petrolio vuoti con delle mazze.

Ieri sono arrivati in 1500 e hanno occupato il consiglio regionale di Ivano-Frankivsk, nell'ovest dell'Ucraina. Sette i palazzi del potere locale in mano ai manifestanti anti-governativi, tutti nelle regioni occidentali e centrali del Paese, oltre alla sede del ministero dell'Agricoltura. E persino all'interno dei reparti speciali delle forze dell'ordine. Secondo quanto riporta l'agenzia Interfax alcuni agenti del Berkut (le teste di cuoio) si sarebbero dimessi dopo la morte di alcuni manifestanti e la violenza delle forze dell'ordine.

Un altro manifestante antigovernativo scomparso, Dmitro Bulatov, 35 anni, uno dei dirigenti di AutoMaidan - il movimento che organizza cortei pacifici in macchina per protestare contro Yanukovich - è scomparso. Non ci sono sue notizie il che fa temere che si tratti di un sequestro. Un episodio inquietante a pochi giorni dal rapimento in un ospedale di Kiev di altri due arrivisti dell'opposizione. Entrambi feriti sono stati prelevati da un commando armato. Uno dei due, Igor Lutsenko, è riuscito a sopravvivere mentre  Iuri Verbitsky è stato ritrovato cadavere in un bosco. Ai suoi funerali, venerdì, hanno partecipato oltre 10 mila persone.