Nella tarda serata di ieri sono state eseguite dai carabinieri della compagnia di Ottana al comando del cap. Alessio Zanella insieme agli agenti della Squadra Mobile della Questura di Nuoro, diretti dal vice questore aggiunto, Fabrizio Mustaro, tre misure di custodia cautelare in carcere nei confronti di Gonario Morittu, di 22 anni, pregiudicato, già rinchiuso presso la casa circondariale del capoluogo barbaricino, Francesco Carta, di 35 anni, pluripregiudicato, anch’egli già in carcere e Marco Zaccheroni, di 31 anni, pregiudicato, dipendente del “Brico Io” di Nuoro.
Tutti e tre, in base alle risultanze investigative, sono ritenuti responsabili in concorso della rapina messa a segno il 15 giugno del 2013 ai danni dell’esercizio commerciale di via Resistenza a Nuoro.
Le indagini di Polizia e carabinieri sono state coordinate dal Sostituto Procuratore Andrea Vacca e le misure cautelari sono state disposte dal Gip del tribunale di Nuoro, Mauro Pusceddu.
In quel giorno, due individui, travisati ed armati di pistola, al momento della chiusura, sono sbucati dal nulla proprio all’interno dell’esercizio commerciale e dopo aver rinchiuso i dipendenti all’interno di un servizio igienico, si sono impossessati dell’intero incasso delle ultime giornate lavorative custodito nella cassaforte, circa 15 mila euro.
Sul posto, nelle immediatezze dei fatti, sono intervenuti gli agenti della Mobile che hanno proceduto a raccogliere le prime testimonianze delle vittime.
Preliminarmente, per l’esatta ricostruzione dei fatti, è importante ricordare la prassi seguita dai dipendenti al termine della giornata lavorativa: dopo aver fatto un giro all’interno del punto vendita al fine di verificare la presenza di eventuali clienti ritardatari, abbassano le saracinesche situate all’ingresso e infine estraggono dalle casse i cassetti contenenti i contanti della giornata, per posizionarli all’interno della cassaforte.
Al momento della rapina all’interno del Brico erano presenti 4 dipendenti, tra cui Zaccheroni.
Appena concluse le operazioni di chiusura della cassa, da dietro gli scaffali sono comparsi all’improvviso i due rapinatori, entrati sicuramente durante l’orario di apertura con al seguito già le armi e i passamontagna, scena purtroppo non ripresa dal sistema di videosorveglianza interno in quanto risultato inefficiente.
I malfattori, minacciando con le pistole i dipendenti, dopo essersi fatti aprire la cassaforte, li hanno rinchiusi all’interno del bagno in modo da proseguire indisturbati le operazioni.
Primo elemento particolare: la chiave del bagno era posizionata dalla parte esterna della porta, contrariamente alla normalità che vede la chiave sempre all’interno proprio per garantire la privacy del cliente. Dopo alcuni minuti uno dei rapinatori ha riaperto la porta chiedendo chi possedesse un’autovettura.
La prima persona che si è fatta trovare davanti e che ha risposto prontamente alla richiesta consegnando le chiavi della propria auto è stato proprio Zaccheroni.
La sua autovettura si trovava già parcheggiata proprio all’uscita principale del centro commercia. In quel giorno Zaccheroni ha lavorato dalle 16:30 alle 20:30, dopo aver chiesto la cortesia ad un collega di effettuare il cambio turno, originariamente programmato nella fascia oraria 15:30-19:30, adducendo poi agli inquirenti scuse alquanto contradittorie.
Inoltre, un importante elemento è il fatto che circa un’ora prima del fatto, Zaccheroni ha chiesto alla responsabile il permesso di assentarsi il tempo strettamente necessario per spostare la macchina dal parcheggio in cui si trovava, a poche decine di metri dal Brico, per posizionarla proprio nei pressi della porta d’ingresso del punto vendita. Anche in questo caso l’impiegato infedele ha fornito alla polizia spiegazioni mendaci, asserendo di averla parcheggiata di fronte alla sede dell’azienda poco prima di intraprendere il turno di lavoro.
Ulteriore elemento rilevante è inerente il cosiddetto “giro di controllo”. Infatti, Zaccheroni ha affermato di averlo fatto unitamente ad un suo collega, contrariamente a quanto sostenuto da quest’ultimo il quale ha negato di averne preso parte in quanto, a specifica domanda, Zaccheroni ha risposto che lo aveva già fatto lui.
Infine, è stato importante nella ricostruzione investigativa anche il rinvenimento del veicolo di proprietà del dipendente arrestato, utilizzato dai rapinatori per darsi alla fuga.
Solitamente tali veicoli dopo essere stati utilizzati vengono dati alle fiamme in modo da eliminare qualsiasi traccia; in questo caso, invece, l’auto è stata trovata in perfette condizioni, con le chiavi ancora inserite nel quadro di accensione
Sulla ricostruzione fatta dagli investigatori della Polizia e sulle contraddizioni testimoniali di Zaccheroni si inseriscono le attività tecniche effettuate dai carabinieri di Ottana, che già stavano monitorando gli altri due complici: Morittu e Carta.
In particolare, il 7 giugno, otto giorni prima della rapina, è stato documentato dai carabinieri il sopralluogo che i due hanno effettuato, sia per la rapina alla gioielleria “Fadda” di Viale Repubblica, a pochi passi dal Brico, commessa poi il successivo 19 luglio, per cui sono attualmente in stato di custodia cautelare dal 14 agosto scorso unitamente a Riccardo Serusi, sia per la rapina perpetrata il successivo 15 giugno.
Proprio il 7 giugno Morittu e Carta avrebbero incontrato zaccheroni per definire alcuni dettagli da seguire per la buona riuscita del colpo. Inoltre è stata la giusta occasione per individuare concretamente l’auto da utilizzare per la fuga. Così si spiega, quindi, la messa in scena fatta dai rapinatori nel momento in cui formulano la richiesta ai dipendenti di chi avesse la macchina.
Tutto era già stato pianificato nei dettagli, anche il punto preciso in cui parcheggiarla all’uscita principale del Brico.
In conclusione, dalle indagini è emersa una struttura organizzata dedita alle rapine all’interno della quale Carta e Morittu erano i soggetti “forti”. Al momento, come si è detto prima, questi ultimi sono detenuti anche per la rapina aggravata commessa ai danni della gioielleria “Fadda”, per la quale erano stati arrestati, insieme ad altri due pregiudicati, dalla Squadra Mobile di Nuoro e dai carabinieri di Ottana lo scorso mese di agosto e per il furto aggravato di bestiame, per il quale sono stati destinatari di un’ulteriore misura cautelare eseguita dai carabinieri di Ottana lo scorso 25 ottobre.