Ha ceduto sulle preferenze, ma ora Renzi è sicuro e lo dice sia al suo partito, sia agli avversari. Al governo manda a dire: "Non ha più alibi, il passaggio di oggi è decisivo. Senza riforme la legislatura rischia". E al centrodestra ricorda: "Se Alfano convince Berlusconi, sulla legge elettorale è fatta". Ce n'è anche per i "partitini che si arrabbiano" per l'accordo: "Si arrangiano". Oggi il testo dell'Italicum sarà formalizzato in commissione Affari costituzionali alla Camera, che lo voterà e il 29 gennaio lo porterà in Aula.
Durante l'intervento a Porta a Porta, Renzi ricorda come è nato l'accordo con Berlusconi per la legge elettorale: "Uno dei temi più contestati è la mancata espressione delle preferenze", motivo di scontro nel suo partito. Il leader del Pd assicura: "Lo confesso: sono un sostenitore delle preferenze. Purtroppo sul punto si è registrata una netta ostilità di Forza Italia". Ma poi Renzi parla di che cosa ha ottenuto: "Il via libera alle riforme costituzionali, il superamento del Senato, la lotta ai consiglieri regionali che fanno i furbi, la semplificazione istituzionale Stato Regioni, il principio del premio di maggioranza, il ballottaggio, la lotta ai piccoli partiti".
Quindi Renzi definisce l'accordo sulla legge un "mattoncino". Quello che manca, è "convincere Berlusconi. Se qualcuno è in grado di farlo", scrive il segretario del Pd nella sua newsletter, "può accomodarsi, io non sono geloso! Se serve gli lascio anche l'ufficio". Comunque il suo è un risultato "non da poco, anche se si poteva fare di più".
Il segretario del Pd risponde poi a chi l'ha criticato per aver incontrato Berlusconi: "Ho visto dei commenti sulla rete straordinari: 'te non devi incontrare Berlusconi'. Sono 20 anni che diciamo che Berlusconi ha un partito patronale. C'è qualcuno che può negare che Berlusconi è Fi e che Fi è Berlusconi? Chi dovevo incontrare Dudu? A meno che non avessi dovuto fare a meno di incontrare Forza Italia".
Renzi quindi racconta "la discussione sul rimpasto, durata dai 17 ai 18 nanosecondi. Ad Enrico ho detto: "Per me fai te. Se vuoi chiedere una mano, te la diamo ma non da me. Non avrai mai da me la richiesta di uno sgabello, di uno strapuntino. L'idea che si fa politica per trattare le poltrone non esiste".
Intanto Gianni Cuperlo, intervistato a Ballarò, ha escluso una scissione del Pd e un'uscita della componente di sinistra, nonostante le polemiche di queste ore con Matteo Renzi. "No, questo è il nostro partito, lo è stato, lo è e lo sarà", ha assicurato. Ha poi escluso di poter tornare sui suoi passi, dopo avere rinunciato alla presidenza del Pd in polemica con Matteo Renzi. "Quando ci si dimette ci si dimette. Dimettersi e poi revocare non è una cosa seria".