Gianni Cuperlo si dimette da presidente del Pd. In una lettera, pubblicata su Facebook, e letta durante la riunione di minoranza alla Camera, l'ex capo della Ficg spiega il motivo del suo dietro front. Dice "di sentirsi allarmato" dalla concezione del partito che ha il segretario Renzi. Spiega che il suo passo indietro non è per rancore, "ma per essere libero".
Le dimissioni arrivano all'indomani dello strappo con Renzi durante i lavori in direzione in cui Cuperlo ha criticato la relazione presentata dal sindaco di Firenze. "Mi dimetto perché sono colpito e allarmato da una concezione del partito e del confronto al suo interno che non può piegare verso l`omologazione, di linguaggio e pensiero". Lo ha scritto Gianni Cuperlo, nella lettera di dimissioni da presidente dell'assemblea del Pd inviata al segretario Matteo Renzi e postata sul suo profilo Facebook.
"Mi dimetto - ha aggiunto - perché voglio bene al Pd e voglio impegnarmi a rafforzare al suo interno idee e valori di quella sinistra ripensata senza la quale questo partito semplicemente cesserebbe di essere. Mi dimetto perché voglio avere la libertà di dire sempre quello che penso. Voglio poter applaudire, criticare, dissentire, senza che ciò appaia a nessuno come un abuso della carica che per qualche settimana ho cercato di ricoprire al meglio delle mie capacità".
Poi l'attacco diretto al sindaco di Firenze: "Ancora ieri, e non per la prima volta, tu hai risposto a delle obiezioni politiche e di merito con un attacco di tipo personale". Cuperlo era diventato presidente Pd, accettando la proposta di Renzi, il 13 dicembre scorso, una settimana dopo le primarie.