Sale la tensione nella maggioranza. Ncd, Scelta Civica e Popolari per l'Italia chiedono un vertice immediato "per evitare - dicono - che il sottile equilibrio su cui si regge il governo, anche per le tensioni interne al Pd, provochi una crisi al buio".
Dopo un incontro, descritto come molto difficile, con Renzi e il premier, il leader di Ncd Alfano è salito stamattina al Quirinale per un colloquio con Napolitano. Intanto, la Lega apre all'incontro con Renzi sulla riforma elettorale, mentre M5S lo esclude.
Il leader Dem per ora ha visto il ministro Lupi. Ma è sul rapporto con Berlusconi che si focalizza l'attenzione. Renzi aveva attaccato il governo su twitter "legge elettorale seria, via Senato e province, cambiare le Regioni. Mi hanno votato per questo. Molti cercano di frenare. Ma io non mollo". Poi l'avvertimento alla tenuta di Letta è arrivato anche dalla nota congiunta dei gruppi parlamentari del Nuovo Centro Destra, Scelta Civica e i Popolari per l'Italia
Il documento è siglato da Enrico Costa, Maurizio Sacconi, Andrea Romano, Gianluca Susta, Lorenzo Dellai e Lucio Romano: "La riforma sulla legge elettorale è un passaggio così delicato - si legge - che richiede un'ampia intesa tra le forze di maggioranza". Al centro dell'auspicato confronto un pacchetto di riforme di cui discutere che comprende anche diminuzione del numero dei parlamentari e superamento del bicameralismo paritario. Lunedì discussione generale.
L'ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali della Camera, terminate le audizioni di esperti, ha stilato il nuovo calendario dei lavori sulla riforma elettorale. Come già stabilito nella scorsa riunione, la discussione generale prenderà il via lunedì, alle 14,30, con possibile
prosecuzione serale, per poi riprendere la mattina di martedì, alle 9.
Per il testo base, tuttavia, viene spiegato, bisognerà attendere l'ok ufficiale e definitivo dell'accordo politico su un modello determinato, a cui sta lavorando direttamente il segretario del Pd, Matteo Renzi - in procinto di incontrare Silvio Berlusconi - e che sarà poi oggetto del voto della direzione del partito, convocata per lunedì pomeriggio. Dunque, nessun testo dovrebbe arrivare all'esame della commissione prima di mercoledì prossimo.
Renzi e Letta continuano a cercare l'equilibrio dopo il botta e risposta e il faccia a faccia a Palazzo Chigi. Nel corso della prima direzione del Pd Renzi non ha risparmiato critiche al governo "dieci mesi sulle riforme è un elenco di fallimenti: nessuna riforma elettorale, è saltata l’ipotesi di una grande riforma istituzionale fermata alla quarta lettura". Gelida la reazione di Enrico Letta che difende il suo operato "Dissento dal suo giudizio".
Riforma elettorale, piano del lavoro e rapporti col governo: sono queste le tre priorità di Renzi "Nei prossimi quattro mesi dobbiamo portare a casa dei risultati, se andiamo avanti come se niente fosse saremo spazzati via". Il segretario dem ribadisce però di non voler dare un ultimatum a Letta anzi sottolinea di essere "l’unico nel partito che non ha mai messo un termine ultimo al governo. Ho sempre detto che va avanti finché si fanno cose e si realizzano risultati".
Si cerca il disgelo nell'incontro a due a Palazzo Chigi dove vengono affrontati vari temi senza però arrivare ad un'intesa. È evidente, si rileva in ambienti parlamentari vicini al premier, che saranno decisivi i prossimi giorni.