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Alfano su rimpasto compagine ministeriale: “tutti lo vogliono, nessuno lo dice “

Il vicepremier Angelino Alfano ribalta su Letta la questione della tenuta del governo. "S'assuma l'onere di un rimpasto" dichiara ai microfoni di Radio 1 Rai, intervistato dal direttore Antonio Preziosi durante la trasmissione Radio Anch'io. "Quella del rimpasto -aggiunge - è una grande ipocrisia. Tutti lo vogliono ma nessuno lo dice perché sarebbe antiestetico ammetterlo".

Il leader del Nuovo Centro Destra riconosce che ci sono spinte verso una riorganizzazione dell'esecutivo.  "Letta dovrebbe rientrare oggi dal Messico e dovrà assumersi l'onere di trovare una composizione". Perché incalza Alfano "la questione principale è nel Pd che deve decidere se riconosce o meno Letta come presidente del Consiglio. Altrimenti faccia una proposta alternativa al paese". Alfano coglie l'occasione per rivendicare spazio in un'eventuale nuova formazione di governo: "Siamo fortemente sottodimensionati e quando porranno il problema delle sedie lo faremo notare senza ansie. La priorità comunque è il lavoro degli italiani non le poltrone".

Su Renzi: "Siamo ai titoli di apertura dei tg" Alfano precisa alludendo al Pd: "Non ci facciamo dettare l'agenda da nessuno l'arroganza non paga". Su Renzi precisa: "Siamo ai titoli di apertura dei tg" e commentando la discussione interna sulle riforme, JobAct in testa, "noi siamo ai ddl non alle chiacchiere". Rispetto alle voci di un possibile passaggio di consegne da Letta al segretario del Pd senza tornare alle urne: "Si fa spesso fantapolitica. Non mi occupo di scenari immaginifici".

"Il caso è meno rilevante di quello della Idem" Alle domande sul ministro dell'Agricoltura, al centro dello scandalo beneventano, Alfano minimizza: "Non è in fuga, riferirà in Parlamento". Precisa che "il caso è meno rilevante di quello della Idem", il riferimento è a Renzi che ieri aveva sottolineato il diverso comportamento dell'ex ministro dello Sport. Il vicepremier punta il dito sulla privacy: "Il tema da porre assolutamente è quello di come si possa vivere in paese in cui si entra in casa di una persona portando un registratore, una cosa invereconda".

"Telefonata irrilevante, non sono preoccupato" "E' una telefonata del tutto irrilevante dal punto di vista tecnico. Io non ha mai avuto alcuna preoccupazione sulle intercettazioni: possono pure mettere una microspia tra i neuroni del mio cervello, ma non ho alcuna preoccupazione". Così Angelino Alfano si difende a proposito della conversazione con il costruttore Ligresti nella quale si fa riferimento ad una cena a Roma e ad un appartamento. Al tempo dell'intercettazione, effettuata nel maggio 2011, Alfano era ministro della Giustizia del governo Berlusconi.

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