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Gdf Cagliari: sequestrati beni immobili, azioni e quote societarie nell’ambito dell’inchiesta su Graziano Mesina.

Beni per oltre due milioni e mezzo di euro, costituiti da fabbricati, terreni, aziende, conti correnti, titoli azionari e quote societarie, sono stati sequestrati dai militari della Guardia di Finanza di Cagliari, a Gigino Milia di Fluminimaggiore (Ca) e all’avvocato Corrado Altea di Cagliari, nell’ambito di un’importante indagine per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti a capo della quale vi sarebbe il noto pluripregiudicato Graziano Mesina.

Il provvedimento è frutto di complesse investigazioni economico-patrimoniali, delegate dalla direzione distrettuale antimafia di Cagliari e svolte dai finanzieri del G.I.C.O. del locale  Nucleo di Polizia Tributaria nei confronti dell’organizzazione di narcotrafficanti capeggiata da Graziano Mesina e Gigino Milia, arrestati, insieme a numerose altre persone, nello scorso mese di giugno.

Le indagini delle Fiamme Gialle hanno consentito, in particolare, di ricostruire la scalata criminale di Milia il quale, a partire dagli anni ’70 fino ad oggi, ha reinvestito – con la complicità di altre persone, tra le quali la consorte Annarella Lampis, indagata nell’ambito dell’inchiesta – ingenti somme di denaro di provenienza illecita in svariate attività commerciali e immobiliari.

Il Milia, sfruttando l’uso di scritture private e procure speciali irrevocabili, nel corso degli anni ha acquistato e rivenduto case, terreni, esercizi commerciali, intestandoli a propri prestanome per eludere le misure di prevenzione patrimoniale. Alcuni immobili, peraltro, sono stati utilizzati per saldare debiti relativi a forniture di droga.

Dallo sviluppo degli accertamenti è anche emerso che l’avvocato Corrado Altea, avendo maturato un grosso debito verso il Milia, per la fornitura di partite di stupefacenti, ha saldato il complice cedendogli due fabbricati (un negozio e un’abitazione ubicati ad Arbus), che poi quest’ultimo ha rivenduto con la connivenza della moglie, nel frattempo divenutane proprietaria. Inoltre, gli stessi coniugi, con la complicità del citato professionista e di altre persone, hanno cambiato in euro, tramite sistema bancario, mezzo miliardo di vecchie lire, somma costituita vieppiù da banconote in tagli da 50.000, 100.000 e 500.000 emesse tra il 1983 ed il 1997.

Lo stesso altea è risultato aver riciclato, attraverso personali operazioni di cambio, oltre 250 milioni di vecchie lire incorrendo, insieme al Milia e alla Lampis, anche nel reato di riciclaggio aggravato, per aver commesso i fatti nell’esercizio della propria professione di avvocato. Per tale motivo, in applicazione della speciale normativa antiriciclaggio, che consente la confisca del provento di delitto e, quando ciò non sia possibile, di beni per un valore equivalente allo stesso, nei confronti del professionista è stato eseguito il sequestro di azioni e quote societarie per un valore di 130 mila euro.

Con questa operazione  di servizio è stato inferto un ulteriore colpo all’organizzazione criminale capeggiata da uno dei maggiori esponenti della criminalità sarda, attraverso lo strumento di aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati che vede l’impiego degli specialisti del G.I.C.O. quali principali referenti dell’autorità giudiziaria per il contrasto dell’economia criminale, a tutela della legalità economico-finanziaria.