Due categorie di eccellenze sarde: i pionieri-simbolo del commercio e i custodi della tradizione culinaria. Lunedì 16 dicembre alle 10.30 a Nuoro, nella sede della Camera di commercio (via Papandrea 8) per gli esercizi commerciali del nord dell'Isola, e martedì 17 alle 11 a Cagliari, nella Biblioteca regionale (viale Trieste 137) per quelli del sud, l’assessore Luigi Crisponi consegnerà le targhe di riconoscimento ufficiale (209 in tutto) ai 136 Negozi storici e ai 73 Ristoranti tipici della Sardegna, che hanno aderito (avendo i requisiti richiesti) ai due elenchi istituiti dall’assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio, censiti in collaborazione con le associazioni di categoria del commercio. Gli albi saranno periodicamente aggiornati in base a nuove richieste di iscrizione.
Riscoperta della tradizione gastronomica regionale, tutela dei prodotti tipici, qualità e trasparenza nel servizio ai consumatori. Sono i presupposti del progetto ‘Ristoranti tipici della Sardegna’ di promozione di quei locali che prediligono proposta e realizzazione di piatti della migliore tradizione locale e usano materie prime isolane nella preparazione delle pietanze, iniziativa tesa anche alla promozione di territori meno noti. I 73 censiti sinora (19 nel Cagliaritano e nel Nuorese, 15 in Ogliastra, 7 in Gallura e nell’Oristanese, 5 nel Sassarese e uno nel Sulcis) sono stati inseriti in una guida turistica (con schede dei locali e itinerari enogastronomici consigliati) curata in collaborazione con la rivista ‘Gambero rosso’, appena pubblicata e che sarà presentata e distribuita propria in occasione della consegna delle targhe.
Il ristorante tipico soddisfa i requisiti richiesti dal disciplinare predisposto dall’assessorato: per esempio, proporre ricette della tradizione gastronomica locale, utilizzare prodotti tipici, avere carte di vini e acque minerali con una significativa presenza di etichette regionali, così come una selezione di olii extravergini di oliva sardi, ed evidenziare l’offerta tipica (anche con traduzione in sardo).
Dallo storico Caffè Torino agli strumenti musicali di Dal Maso a Cagliari, dalla profumeria Serra agli arredi di Piroddi a Oristano, dal Bar Tettamanzi alla merceria Spena a Nuoro, dalla drogheria Piras agli alimentari Multineddu a Sassari. Sono alcuni dei 136 esercizi in attività da almeno 50 anni, distribuiti su tutto il territorio regionale, entrati per ora a far parte dell’Elenco dei Negozi storici della Sardegna. Non un semplice riconoscimento, ma anche ingresso in un circuito ideale all’insegna della riscoperta del patrimonio identitario rappresentato dalle antiche ‘botteghe’, interpreti di modelli di consumo e stili di vita delle comunità sarde in gran parte sostituiti da nuove tipologie commerciali, che sarà valorizzato con interventi regionali in un’ottica di sistema, integrando aspetti turistici e culturali.
L’Elenco dei Negozi storici nasce dal ‘progetto per la tutela attiva dei locali storici del commercio’ (delibera n. 48/54 del 01/12/2011) e prevede tre categorie: Locale storico, Attività storica e Insegna storica: alcuni Negozi riceveranno tutt’e tre i riconoscimenti. Tra i 136 esercizi commerciali che vi rientrano, poco più di venti sono somministratori di alimenti e bevande (quasi tutti bar), il resto sono esercizi di vicinato: circa 30 alimentari (comprese salumerie, rivendite di carne, latterie, frutta e verdura, panetterie, pasticcerie ed enoteche), 25 negozi di abbigliamento e calzature, alcuni di tessuti e pellami, una decina di mobili e arredamenti e poi ferramenta e utensileria, gioiellerie, mercerie e drogherie, profumerie e di articoli da regalo, ottici ed elettrodomestici, negozi di bici, strumenti musicali, riparazioni orologi, ricambi auto e articoli per caccia, pesca e sport.
Come prima iniziativa di valorizzazione, ai Negozi storici e Ristoranti tipici della Sardegna sono stati destinati due bandi (chiusi di recente) per l’erogazione di finanziamenti finalizzati alla loro tutela e promozione. L’ammontare delle risorse totale è pari a due milioni e 395 euro (due terzi, €1.577.297,20, ai negozi; un terzo, €817.857,80, ai ristoranti), concesse in regime ‘de minimis’. Per ciascun esercizio commerciale è prevista l’assegnazione di un importo massimo di € 11.683 (al netto dell’Iva), che copre il 100% delle spese ammissibili sostenute. Sono ammesse spese per restauro, risanamento, ammodernamento dei locali e loro adeguamento a norme igienico - sanitarie e sicurezza sul lavoro, acquisto (o restauro) di attrezzature e di arredi, compresi hardware e software gestionali, e prestazioni di consulenza.
“È nostro intento – spiega l’assessore Luigi Crisponi - affiancare le imprese del commercio nel loro ruolo strategico di sviluppo, nonostante le difficoltà in cui versa il settore, testimoniate dalla chiusura di varie attività, specie esercizi di vicinato e aggravate in alcune aree dalla drammatica alluvione del 18 novembre. Con i Negozi storici, si intende rivitalizzare il ruolo del commercio nei centri storici, in particolare quello svolto dagli esercizi di vicinato, mentre, con i Ristoranti tipici, tutelare le culture gastronomiche del territorio e, contestualmente, valorizzare le produzioni regionali di qualità. Le due iniziative danno rilievo a circuiti commerciali tradizionali e sono concepite in un’ottica di sistema, integrate con aspetti turistici e culturali, oltre con quelli economici e sociali”.