"Porcellum", "Mattarellum" oppure scegliere una terza via. Il futuro del governo Letta dipende da cosa deciderà sulla legge elettorale vigente la Corte costituzionale, sotto la cui lente è arrivato il discutibilissimo "Porcellum". Alle 9,30 la Consulta sarà in camera di consiglio per discutere sulla questione di costituzionalità sollevata sulla legge elettorale.
Una "reiterata lesione del diritto di voto". È quella avvenuta, secondo l'avvocato Aldo Bozzi, ai danni dei cittadini italiani negli ultimi anni, cioè da quando è in vigore l'attuale legge elettorale. "L'esercizio di voto non è libero - ha detto l'avvocato, durante l'udienza alla Corte Costituzionale - ed è condizionato e compresso da questa legge elettorale. Aldo Bozzi è promotore dell'azione contro il "Porcellum" giunta fino in Cassazione e rinviata dalla Suprema Corte alla Consulta. Oltre a lui presenti all'udienza gli avvocati Claudio Tani, Felice Carlo Besostri e Giuseppe Bozzi.
Ad essere sotto accusa è anzitutto il premio di maggioranza che porta il primo arrivato a conquistare il 55% dei seggi. Conquista che non prevede una soglia minima da superare per poter godere del premio. In secondo luogo sono sotto accusa le liste bloccate (decise cioè dai vertici dei partiti) rispetto alle quali l'elettore può solo votarle in blocco senza, cioè, poter scegliere il ''suo'' candidato parlamentare. In ultimo c'è la questione della differenza di attribuzione del premio tra Camera e Senato: nel primo caso è nazionale e nel secondo su base regionale, con attribuzione di premi regione per regione, la cui somma dovrebbe dare il premio di maggioranza al vincitore al Senato.
La decisione della Consulta, prima ipotesi La Corte respinge il ricorso. Il "Porcellum" si salva dal secondo assalto (il primo fu con il referendum dipietrista bocciato proprio dalla Consulta). Da Grillo, da Berlusconi e dallo stesso Renzi, lo stop della Consulta al ricorso verrebbe accolto come un disco verde alle elezioni da celebrare proprio con il “Porcellum”.
Seconda ipotesi La Corte giudica ammissibile il ricorso. In questo caso la Consulta annullerebbe la legge attuale con un possibile ritorno al "Mattarellum", il sistema in parte maggioritario e in parte proporzionale che era in vigore fino al 2005. Ma prima della decisione finale ci vorrà tempo, e nel mentre non si potrà andare alle urne con una legge elettorale tacciata di incostituzionalità dalla Corte Costituzionale.