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Calcio – Sintesi partite di serie ALa Juve solissima in testa alla classifica e lascia la Roma a tre punti.

La squadra di Conte sale in classifica a quota 37 e costruisce un margine di tre punti sui capitolini dopo 14 giornate.

Il posticipo dello ‘Juventus Stadium’, anticipato alle 18.30 per agevolare l’iniziativa di riempire le due curve (squalificate per la vicenda della discriminazione territoriale) con 12.200 bambini delle scuole del torinese, non verrà certo ricordato come la miglior partita dei bianconeri. L’1- 0 ha il sapore della beffa per l’Udinese, che aveva tenuto botta senza nemmeno troppo faticare. Sfuriata iniziale dei padroni di casa (iniziative di Llorente, Tevez e Marchisio), poi i friulani prendono le misure. La prestazione della Juve si opacizza sempre di più, con i giocatori che non sembrano trovarsi. Di Natale, innescato da una topica di Bonucci, prova il pallonetto ma trova un Buffon impeccabile. Nella ripresa Juve a tratti imbarazzante. Vidal, Pogba ( subentrato a Pirlo al 15’ per una botta al ginocchio subita dal n.21) e Marchisio sono spesso in affanno, oltre che imprecisi. Le occasioni le ha l’Udinese. Un cross di Fernandes, mal controllato da Buffon, regala a Di Natale il tap-in del vantaggio: il portiere della Nazionale si riscatta con un guizzo.

Buffon poi alza sulla traversa un diagonale di Lazzari. L’ingresso di Quagliarella, per De Ceglie, dà linfa ai padroni di casa che negli ultimi 5’ fanno molto più di quanto si era fino a quel momento visto. Comincia lo stesso Quagliarella, che impegna severamente Brkic con un tiro a giro dei suoi. Poi Allan salva sulla linea un colpo di testa di Llorente. Ma lo spagnolo si rifà nei primi secondi di recupero: tiro-cross di Lichtsteiner e girata di testa nell’angolo basso. Vittoria del carattere, se vogliamo da squadra matura, cosciente dei suoi mezzi. Per la squadra di Guidolin una delusione cocente.

Anche per la Roma il risultato matura in coda. Con l’Atalanta finisce 1-1 e sono proprio i giallorossi a dover inseguire il risultato, raggiunto proprio al 90’ con Strootman. Primo tempo accorto e non brillante. Consigli risponde a Marquinho e Brienza (conclusione deviata da Benatia) centra il palo. La ripresa si anima subito. Al 51’ la punizione rasoterra di Brivio passa sotto la barriera e inganna De Sanctis (che ci mette molto di suo, decisamente una ‘papera’). Nerazzurri avanti, con i giallorossi che faticano a incassare il colpo. Garcia inserisce Ljajic e vede crescere la sua squadra, mentre l’Atalanta finisce per arroccarsi sempre di più al limite della propria area.

Dal 70’ è sostanzialmente monologo Roma. Consigli sale in cattedra e manda in visibilio l’Azzurri d’Italia con un intervento d’istinto su Florenzi a botta sicura. Ma l’estremo dell’Atalanta non può nulla quando al 90’ Ljajic s’infila in area da destra ubriacando un paio di difensori, guadagna il fondo e serve Strootman. Per la Roma è il quarto pari di fila dopo le dieci vittorie consecutive.

La prima di Thohir a San Siro non va come il neopresidente aveva sperato. La Sampdoria, in extremis, impone l’1-1 all’Inter. I nerazzurri avevano cominciato nel migliore dei modi: al 18’ gran numero di Alvarez sulla sinistra con pallone ad attraversare tutto lo specchio della porta e Guarin a raccogliere l’invito. In vantaggio la squadra di Mazzarri non corre rischi ma nemmeno punge. La pressione dell’Inter aumenta nella ripresa (c’è un palo di Guarin al 52’), ma i blucerchiati tengono botta senza che Da Costa debba affannarsi più di tanto. La gara si trascina verso la fine quando Renan (entrato per Obiang da appena 3’) indovina la stoccata da fuori area e trafigge Handanovic (partito in ritardo forse perché un po’ coperto) nell’angolo basso. Mihajlovic lascia così il segno a San Siro, ottiene il secondo pareggio in due gare della sua gestione e rinvia il primo successo della nuova dirigenza nerazzurra. L’Inter resta quarta e rischia l’aggancio da parte della Fiorentina.

Il Milan prende fiato concludendo nel migliore dei modi una settimana cruciale. Il 3-1 con cui i rossoneri superano al ‘Massimino’ il fanalino di coda Catania arriva dopo il successo in Champions a Glasgow (3-0 al Celtic) e la minicrisi societaria risolta con lo sdoppiamento della carica di amministratore delegato (settore sportivo a Galliani, attività di marketing e immagine a Barbara Berlusconi). Il gioco farà ancora storcere il naso, ma Allegri aveva più di una giustificazione data la difesa completamente rimaneggiata (Poli, Silvestre, Bonera, Emanuelson, emergenza assoluta) anche nel portiere (Gabriel per l’influenzato Abbiati). Dall’altra parte il Catania sembra proprio non averne e pagare anche al di là dei pur consistenti demeriti. Fra l’altro, proprio gli etnei riescono a passare in vantaggio con Castro (13’) che sfrutta un pasticcio difensivo, vince un rimpallo e insacca. Il Milan è bravo a riequilibrare subito, con Montolivo (20’) che entra di piatto sull’assist di Emanuelson. Poi gli ospiti fanno sterile possesso palla. La ripresa è più gradevole, con la svolta che arriva dopo il quarto d’ora. Al 63’ Balotelli, su punizione, inganna la barriera tenendo la palla bassa e decreta il sorpasso nel risultato. Un minuto dopo, intervento sconsiderato di Tachtsidis sullo stesso Super Mario: rosso diretto per il greco, mentre la punta resta a farsi medicare a bordo campo per quasi 5’. Il Catania ha un’ottima occasione con Barrientos, su cui salva alla disperata Bonera, poi il Milan chiude i conti con Kakà (81’) che s’infila in area e trafigge Andujar in diagonale. Rossoneri a quota 17, Catania a 9, solo soletto in coda.

Un tempo per parte fra Cagliari e Sassuolo, con un 2-2 finale che si consegna ai rimpianti dei neroverdi. La prima frazione, infatti, è di marca ospite, con Marzorati (bella girata di testa) e Zaza (diagonale dopo un recupero di Masucci) che colpiscono al 14’ e al 19’. Sardi in bambola, imprecisi oltre che approssimativi. Zaza avrebbe addirittura l’occasione di farne un altro. Altra storia la ripresa. Il Cagliari non ha niente da perdere e si fa insistente, il Sassuolo ha il torto di cedere terreno. Al 73’ il colpo di testa di Nené, numero da centravanti vero, riapre il match. E a 3’ dal termine Sau irrompe sulla conclusione di Nainggolan respinta a fatica da Pegolo e agguanta un pari insperato solo un’ora prima.

Il Chievo ci ha preso gusto e dopo il derby vince anche lo scontro salvezza col Livorno. Il 3-0 del ‘Bentegodi’ è frutto di una gara accorta nel primo tempo e brillante nella ripresa, con i labronici che scompaiono gradualmente dal campo. Il primo tempo ha un solo lampo, al 36’ la stoccata di Rigoni sul primo palo sorprende Bardi. Nella ripresa i clivensi dimostrano di meritare il vantaggio e il successo. Lazarevic e Thereau impegnano più volte la difesa livornese e al 56’ il francese confeziona il raddoppio. Nicola mescola le carte inserendo Emeghara, ma la musica non cambia. Il Chievo va diverse volte vicino al tris e lo trova al 79’ con Paloschi (appena entrato) che si vede respingere una prima conclusione da Bardi quindi tocca facile in rete. Al terz’ultimo posto il Chievo aggancia lo stesso Livorno e il Bologna.

Ricco il ‘Monday night’, con due posticipi decisi per dare un giorno in più di margine alle due squadre impegnate in trasferta nel giovedì d’Europa League. La Fiorentina ospita il Verona nel confronto fra la quinta e la sesta in classifica. La Lazio aspetta all’Olimpico il Napoli, che deve inseguire Juve e Roma.